La regione marche chiarisce la posizione su nuovi corsi universitari: tutto quello che c'è da sapere

La regione marche chiarisce la posizione su nuovi corsi universitari: tutto quello che c’è da sapere

Il presidente Acquaroli discute la formazione universitaria nelle Marche, evidenziando il calo dei medici e l’importanza delle università pubbliche, mentre valuta le richieste di nuovi corsi da Link Campus University.
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La regione marche chiarisce la posizione su nuovi corsi universitari: tutto quello che c'è da sapere - Gaeta.it

La questione della formazione universitaria nella Regione Marche ha preso una piega interessante, con il presidente Francesco Acquaroli che si è espresso in merito alla richiesta di avvio di nuovi corsi da parte della Link Campus University. Le recenti dichiarazioni hanno messo in luce non solo la posizione della Regione, ma anche il contesto più ampio riguardante la formazione dei medici nel territorio, un tema di grande attualità e rilevanza.

La situazione attuale sui corsi universitari

Nei giorni scorsi, il presidente della Regione Marche ha chiarito che l’unico procedimento attualmente chiuso riguardava una richiesta specifica da parte della Link Campus University per aprire nuovi corsi. Come specificato da Acquaroli, “non sono a conoscenza di altri procedimenti” e si è segnalato che una lettera per una concertazione legata a questa questione è stata successivamente ritirata. La Regione non ha quindi alcun coinvolgimento diretto in questo ritiro, ma ha il dovere di esaminare eventuali richieste in base alle esigenze del territorio.

Nel dettaglio, Acquaroli ha evidenziato che il procedimento precedente era di natura tecnica, basato su report e documentazione presentata dal Dipartimento Salute, il quale ha considerato il fabbisogno del sistema sanitario locale. La situazione, secondo il presidente, richiede attenzione alle università pubbliche, le quali svolgono un ruolo cruciale nella formazione di giovani e professionisti sul nostro territorio.

La questione della formazione dei medici

Uno dei punti chiave del dibattito è rappresentato dalla formazione dei medici. Durante la sua intervista, Acquaroli ha menzionato che negli ultimi cinque anni la Regione Marche ha perso circa 200 medici di medicina generale, scendendo da 1.150 a soli 950 professionisti attivi. Questo calo ha reso difficile reperire nuovi medici, aggravando una già complessa situazione di strutture e servizi della salute.

Il presidente ha ribadito l’impegno della Regione nella formazione con finanziamenti di 3 milioni di euro annuali e la disponibilità di oltre 100 borse di studio per giovani medici. Tuttavia, è emerso un problema: gran parte di queste borse resta vuota, non riesce ad attirare nuovi laureati verso la specializzazione in medicina generale. Questo fenomeno è alimentato dalla percezione negativa riguardo la professione e dalla mancanza di un numero sufficiente di laureati interessati.

Il ruolo delle università pubbliche e private

Francesco Acquaroli ha sottolineato in più occasioni l’importanza delle università pubbliche rispetto a quelle private, riconoscendo il grande lavoro svolto nel formare i giovani. Ha ribadito il suo sostegno per il modello pubblico di educazione universitaria, riservando riconoscimenti per il contributo che queste istituzioni forniscono allo sviluppo economico e sociale del territorio marchigiano.

Tuttavia, ha anche puntualizzato che il panorama dell’offerta formativa deve includere spazi per le università private, come richiede il quadro normativo attuale. Questo approccio flessibile è visto come necessario per affrontare le sfide della programmazione nella sanità, specialmente in un momento in cui ci si aspetta un’ondata di pensionamenti nel settore medico. Le richieste future da parte della Link Campus University, quindi, dovranno essere valutate in base alle effettive esigenze di personale e competenze richieste sul campo.

Procedura di approvazione e necessità del fabbisogno

Acquaroli ha chiarito che ogni nuova richiesta di corsi da parte delle università verrà esaminata attentamente, tenendo conto sia dell’esistente fabbisogno di personale sanitario che della risposta dei soggetti interessati. Ha spiegato che, se non ci fosse necessità di ulteriori professionisti, il parere della Regione tenderebbe a essere negativo. Al contrario, in presenza di un bisogno reale sancito da enti territoriali e aziendali, si potrebbe propendere per un parere positivo.

È importante notare che la Regione non ha l’ultima parola nell’autorizzazione dei corsi universitari. I ministeri del governo, in particolare il Ministero della Salute, detengono il potere decisionale finale, rendendo il parere regionale un elemento importante ma non vincolante del procedimento.

Le dichiarazioni di Acquaroli offrono uno spaccato di una situazione complessa e sfaccettata, in cui le necessità di formazione dei professionisti si intrecciano con le dinamiche delle istituzioni accademiche. La Regione Marche sembra dunque orientata a un approccio responsabile e attento a tutte le istanze, mentre si prepara ad affrontare sfide crescenti nell’ambito della salute e della formazione.

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