Nella giornata del 21 febbraio 2025, si è tenuto un incontro al Pirellone di Milano, coincidente con il quarto anniversario dell’attentato che costò la vita all’ambasciatore italiano Luca Attanasio, al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista congolese Mustapha Milambo. Durante l’evento, Salvatore Attanasio, padre dell’ambasciatore, ha espresso un mix di speranza e persistenza nel cercare giustizia, formulando un appello alle istituzioni per un maggior impegno nel far luce sui dettagli di questo tragico evento.
Un anno dopo la tragedia
Il 21 febbraio 2021, Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, divenne teatro di un tragico attentato in cui Luca Attanasio perse la vita. Questo evento ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana e ha sollevato interrogativi sul contesto in cui si è svolto. Giunto a Milano per l’incontro, Salvatore Attanasio ha commentato l’attuale sentimento di sfiducia e ha sottolineato come siano passati più di quattro anni senza che molti aspetti siano stati chiariti. Nonostante tutto, la speranza di giungere a una verità definitiva persiste. “Guai se non ci fosse fiducia”, ha affermato.
La richiesta di giustizia è un tema centrale nelle parole del padre di Luca, il quale esprime il desiderio di vedere le istituzioni attive nella ricerca della verità. Salvatore Attanasio ha sottolineato quanto sia fondamentale il supporto delle autorità e della giustizia per onorare la memoria di suo figlio e per garantire che eventi simili non possano ripetersi in futuro.
La figura di Luca Attanasio e il suo lascito
Luca Attanasio, ambasciatore a Kinshasa, non era solo un uomo di Stato, ma un simbolo di integrità e valori per il popolo italiano. Durante l’incontro, Salvatore Attanasio ha messo in risalto l’eredità morale che suo figlio ha lasciato. Nonostante la sua scomparsa, l’impatto delle sue azioni continua a manifestarsi attraverso le manifestazioni di solidarietà e interesse che la gente quotidianamente esprime.
“Luca continua a seminare”, ha dichiarato il padre, evidenziando come i principi per cui l’ambasciatore ha lottato siano ancora vivi. Questi valori sono i fondamenti su cui si basa il tessuto sociale italiano, costituito da convivenza, pace e giustizia. L’esempio di Luca diventa così un faro per le generazioni future, invitando a riflettere sull’importanza di perseguire e mantenere saldi i principi democratici.
Le indagini in corso e la ricerca della verità
Nel suo intervento, Salvatore Attanasio ha affrontato il tema delle indagini correlate all’attentato. Ha rivelato che alcune informazioni rimangono non divulgate e sotto inchiesta nel secondo fascicolo della Procura. Da parte sua, la famiglia Attanasio ha espresso frustrazione per il fatto che molti aspetti non siano stati illuminati, creando un alone di mistero attorno a eventi che dovrebbero essere chiari e trasparenti.
“Alcuni punti sono ancora da chiarire”, ha spiegato, accennando a dettagli noti solo dal primo fascicolo, il quale ha generato una situazione di costante attesa e incertezza. La mancanza di progressi tangibili in questo caso ha sollevato preoccupazioni sulle capacità delle istituzioni di ottemperare al dovere di giustizia. La speranza di avere giustizia per Luca è cominciata a diventare un grido collettivo, un appello a non dimenticare.
Conclusione dell’incontro: l’appello alle istituzioni
Durante l’incontro, Salvatore Attanasio ha ribadito l’importanza della continuità del dialogo tra la famiglia e le istituzioni. Le sue parole sono diventate un invito a lavorare insieme per ottenere una chiarezza mai raggiunta. “Abbiamo il diritto di conoscere la verità”, è stato il punto centrale della sua dichiarazione finale, sottolineando come Luca Attanasio rappresentasse non solo la sua famiglia, ma l’intero paese.
La questione della giustizia sembra essere una battaglia non solo per la sua famiglia, ma per tutti coloro che credono in un futuro più giusto e trasparente. La memoria di Luca e il significato delle sue azioni continueranno a vivere, alimentando la spinta verso una ricerca mai conclusa per verità e giustizia.