In Siria, il panorama post-Assad si presenta complesso e incerto, alimentando interrogativi profondi sulla sorte di coloro che sono scomparsi nel conflitto. Una figura in prima linea in questa lotta per la verità è Francesca Dall’Oglio, sorella di Padre Paolo, un gesuita romano rapito il 29 luglio 2013 a Raqqa. La sua incessante ricerca di notizie e giustizia non solo per il fratello, ma per tutti i prigionieri e le famiglie delle vittime, continua a tenere viva l’attenzione su una questione che merita di essere raccontata e compresa.
La ricerca di notizie su Padre Paolo
Francesca Dall’Oglio si trova a Roma, ma rimane costantemente in contatto con chi è ancora attivo in Siria. In un’intervista, ha rivelato di avere persone fidate che la informano sugli sviluppi riguardanti il fratello, il quale continua a rappresentare un simbolo di speranza per molte famiglie afflitte dalla perdita. Da due anni, un’associazione di avvocati siriani è stata in grado di fornire dettagli che, seppur da verificare, compongono un quadro di informazioni contrastanti, ma comunque utili. Recentemente, ha ricevuto notizie secondo cui Padre Paolo potrebbe essere stato spostato da un carcere di Homs nel 2019, aumentando le sue speranze di arrivare alla verità.
Nonostante il caos e la mancanza di stabilità della situazione siriana, Francesca sottolinea l’importanza di mantenere alta l’attenzione sulle carceri del regime, tanto pubbliche quanto segrete. Damasco è sede di varie prigioni, ma ci sono anche strutture nascoste che le autorità cercano di tenere lontane da occhi indiscreti. Le segnalazioni sui terribili eventi che affliggono i detenuti siriani sono all’ordine del giorno, con emergere di notizie riguardanti fossi comuni e torture sistematiche, svelando orrori che la comunità internazionale non può ignorare. Francesca ricorda la mostra del 2016 ‘Nome in codice: Caesar‘, che ha rivelato il calvario vissuto da chi veniva detenuto sotto il regime, un argomento che continua a essere centrale nel dibattito sui diritti umani in Siria.
La situazione attuale in Siria e le speranze di cambiamento
Con l’incertezza di un futuro post-Assad, Francesca Dall’Oglio esprime una mista contentezza e cautela. Da un lato, la notizia della possibile fine del regime apre la porta a speranze di cambiamenti significativi; dall’altro, l’idea di un’ulteriore instabilità mette in dubbio la possibilità di scoprire il destino del fratello. Oltre alle sue sfide personali, Francesca sottolinea il legame indissolubile che esiste tra il popolo siriano e Padre Paolo, che ha cercato di comprendere e sostenere le loro necessità durante le turbulente Primavere arabe nel 2011. L’amore per il suo impegno e la sua persona è palpabile, con giovanissimi musulmani e cristiani che chiedono notizie di lui, dimostrando quanto la sua figura continui a ispirare speranza.
Francesca non smette mai di sottolineare la necessità di garantire diritti di cittadinanza per tutti, senza distinzioni di religione. L’idea di protezione in cambio di sottomissione a regimi autoritari va abbandonata in favore di una nuova visione inclusiva della società. Crea così un’allerta su un futuro in cui tutti i gruppi etnici e religiosi trovino un posto d’onore in una Siria pacificata e giusta.
Un appello alle istituzioni e a chi può fare la differenza
Francesca Dall’Oglio si rivolge direttamente alle istituzioni, richiedendo un impegno fattivo per fare chiarezza non solo sulla sorte di Padre Paolo, ma anche per tutte le altre persone scomparse. La consapevolezza che esista un “tappo” politico nel discorso attorno alla verità e alla giustizia per queste persone è evidente. La sorella di Padre Paolo ha rovesciato ogni pietra disponibile e chiede che venga fatto qualsiasi sforzo per scoprire ciò che è accaduto realmente, sostenendo che è necessaria un’inversione di rotta radicale rispetto agli approcci passati.
Nonostante l’archiviazione dell’indagine da parte della Procura di Roma nel 2022, che ha suscitato grande dolore e frustrazione, Francesca non abbandona la sua battaglia. La sua determinazione resta, alimentata da notizie di possibili avvistamenti e contatti in Siria, dove si crede che il fratello possa essere detenuto in un carcere vicino a Damasco. Anche se il pensiero che qualcuno possa avere ulteriori notizie rimane una speranza fragile, ogni nuovo dettaglio rappresenta uno spunto per non fermarsi mai nella ricerca della verità.
Ultimo aggiornamento il 12 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina