La biblioteca storica dell’ex ospedale psichiatrico di Teramo ha riaperto le sue porte grazie a un progetto di recupero che ha visto il restauro e l’allestimento di uno spazio prezioso per la cultura e la storia locale. Situata nel Dipartimento di salute mentale di contrada Casalena, la biblioteca conserva circa 1.500 tra i testi più antichi e valuta della psichiatria italiana, i quali erano stati salvati dalla chiusura dell’ex manicomio di Sant’Antonio Abate nel 1998. La cerimonia di inaugurazione ha avuto luogo in un’atmosfera di celebrazione, coinvolgendo diverse figure significative del settore della salute mentale e cultura locale.
L’inaugurazione e la presenza delle autorità
Nella mattinata di ieri, la biblioteca storica ha accolto un gruppo nutrito di ospiti, tra cui il direttore generale dell’Asl, Maurizio Di Giosia, e altre personalità di spicco come Franco Santarelli, direttore amministrativo, e Maurizio Brucchi, direttore sanitario. Al fianco di loro era presente Domenico De Berardis, attuale direttore del Dipartimento di salute mentale, accompagnato da membri del suo team e dai suoi predecessori, Nicola Serroni e Francesco Saverio Moschetta, quest’ultimo noto per aver ufficialmente chiuso il manicomio. La cerimonia ha visto anche la benedizione del vescovo Lorenzo Leuzzi, che ha coinvolto i partecipanti in un momento di riflessione e preghiera, sottolineando l’importanza del nuovo spazio per la collettività.
Durante il taglio del nastro, è stata posta particolare enfasi sul significato culturale di questa riapertura. La biblioteca, infatti, non è solo un luogo di raccolta di testi, ma un custode della storia della psichiatria e della medicina in generale, rappresentando un punto di riferimento fondamentale per studiare l’evoluzione della salute mentale in Italia. La proposta di richiamare l’attenzione sulla figura di Marco Levi Bianchini, una figura di grande rilevanza, ha aggiunto un ulteriore strato di significato all’inaugurazione.
La figura di Marco Levi Bianchini
Marco Levi Bianchini è considerato uno dei pionieri della psichiatria in Italia. Originario di Rovigo, ha ricoperto il ruolo di direttore del manicomio di Teramo, dove ha avviato numerosi cambiamenti significativi. È stato un fervente sostenitore delle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud, con cui intratteneva una corrispondenza regolare. Tra le sue molteplici realizzazioni, spicca la fondazione della Società Psicoanalitica Italiana, avvenuta a Teramo il 7 giugno 1925. Questo evento storico rappresenta un momento cruciale non solo per la città, ma per l’intero panorama psicoanalitico italiano.
Due volumi speciali, uno firmato da Levi Bianchini e l’altro contenente i suoi appunti universitari, sono stati donati in segno di riconoscimento della sua importanza, accentuando il legame tra il passato e il presente della biblioteca. Quest’idea di rendere omaggio a Levi Bianchini attraverso l’intitolazione della biblioteca rappresenta un gesto di rispetto e un invito a riflettere sul progresso raggiunto nel campo della salute mentale.
Un progetto per il futuro della cultura e della storia
Il recupero della biblioteca storica non rappresenta solo la conservazione di testi antichi, ma un progetto che mira a fare della biblioteca un polo attrattivo per ricercatori e appassionati di storia della medicina. L’auspicio è che questo spazio diventi un centro di studi e conoscenza per le generazioni future. De Berardis, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra vari attori, affermando che il supporto della direzione dell’Asl è stata cruciale per realizzare la rinascita di questo luogo.
Serroni ha inoltre evocato il sogno di riportare la biblioteca nella sua sede originale in via Saliceti, un’idea che evidenzia l’attaccamento della comunità locale alla sua storia. A breve, in città si terrà un congresso che radunerà esperti di psicoanalisi e che rappresenta un’ulteriore opportunità per valorizzare la storicità della biblioteca e il lavoro di Levi Bianchini.
La biblioteca come patrimonio collettivo
In questo contesto, la biblioteca storica si propone di essere un patrimonio culturale e scientifico non solo per gli storici e gli accademici, ma anche per la cittadinanza. Attraverso un catalogo accessibile, i ricercatori avranno l’opportunità di consultare opere rare e significative, valorizzando ulteriormente l’importanza di questo luogo. Il progetto mira a collocare la biblioteca all’interno di una rete di biblioteche nazionali, affinché il suo valore non resti limitato al contesto locale, ma venga condiviso e apprezzato in tutto il territorio nazionale.
La rinascita della biblioteca dell’ex ospedale psichiatrico è un esempio di come la memoria storica possa essere custodita, rivisitata e valorizzata, puntando a costruire un futuro in cui la cultura e la salute mentale camminano di pari passo. Questo spazio, ora rinnovato, rappresenta una nuova opportunità di studio, sviluppo e riflessione per tutti coloro che si avvicinano al mondo della psichiatria e della medicina.