L’innovazione nella terapia con cellule Car-T ha compiuto un passo significativo con l’inizio di studi volti a trattare non solo pazienti oncologici, ma anche coloro che soffrono di malattie autoimmuni. Le cellule Car-T, già utilizzate nel trattamento di diverse forme di leucemia e tumori pediatrici, stanno ora aprendo nuovi orizzonti nel campo delle malattie reumatologiche, promettendo effetti positivi per pazienti affetti da condizioni gravi e complesse.
Le cellule Car-T e il loro uso nella terapia
Le cellule Car-T rappresentano un approccio terapeutico innovativo che modifica geneticamente i linfociti T del paziente per combattere le malattie. Queste cellule sono ingegnerizzate per riconoscere e attaccare specifici antigeni presenti su determinate cellule, un processo che è stato inizialmente sviluppato per affrontare tumori ematologici. Recentemente, questo metodo ha trovato applicazione anche nel trattamento di malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico , la sclerosi sistemica, e la polimiosite.
L’odierna sperimentazione clinica al Policlinico Gemelli di Roma ha segnato una pietra miliare importante, con la somministrazione delle cellule Car-T a una paziente con sclerosi sistemica che non rispondeva ad altri trattamenti. Questo rappresenta il primo caso in Italia dell’utilizzo di questa terapia per malattie reumatologiche, un passo che potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo queste patologie.
Il progetto Catarsis: un approccio innovativo
Il progetto Catarsis, di grande rilevanza, si propone di esplorare le potenzialità terapeutiche delle cellule Car-T in ambito reumatologico. In questo studio, cofinanziato dal ministero della Salute, sono stati arruolati otto pazienti, tra cui la donna trattata al Policlinico Gemelli. Diretto da Maria Antonietta D’Agostino, ordinario di reumatologia, il progetto avrà una durata di due anni e si concentrerà su vari aspetti della terapia, tra cui l’efficacia e la sicurezza dell’intervento.
D’Agostino sottolinea l’importanza di questo studio come un modo per “resetare” il sistema immunitario, permettendo ai pazienti affetti da malattie gravi di avere nuove opportunità di trattamento. I linfociti B, spesso coinvolti nelle risposte immunitarie errate delle malattie autoimmuni, rappresentano il target principale di questa terapia innovativa, che potrebbe avere un impatto significativo per coloro che lottano contro patologie severe.
Collaborazione tra centri di eccellenza
La collaborazione tra diverse strutture è stata fondamentale per l’avvio del progetto Catarsis. Gli specialisti di vari dipartimenti, dalla ricerca clinica alla produzione, hanno unito le forze per garantire che i pazienti possano beneficiare di terapie all’avanguardia. Franco Locatelli, oncologo di fama internazionale, ha già trattato alcuni pazienti pediatrici affetti da malattie autoimmuni, dimostrando come le cellule Car-T possano essere applicate a condizioni complesse.
Questo sforzo congiunto non solo agevola l’accesso alle più moderne terapie, ma stimola anche un ambiente di ricerca dinamico, dove i progressi scientifici sono condivisi e implementati rapidamente. Le potenzialità delle cellule Car-T nel campo reumatologico potrebbero aprire la strada a nuove terapie, rappresentando un ulteriore passo avanti nella lotta contro le malattie autoimmuni.
Obiettivi e future prospettive dello studio Car-T
Il focus principale del progetto Catarsis è duplice: da un lato, si cerca di valutare non solo l’efficacia delle cellule Car-T, ma anche la loro sicurezza nei pazienti affetti da malattie autoimmuni. È fondamentale comprendere quanto a lungo duri la deplezione delle cellule B “ribelli” dopo il trattamento e analizzare le variazioni degli autoanticorpi implicati nelle malattie, per capire le reali potenzialità di queste terapie.
Gli esperti sono ottimisti riguardo ai risultati, dato che la capacità delle cellule Car-T di penetrare negli organi e nei tessuti interessati offre un vantaggio significativo nel trattamento delle malattie autoimmuni. Per la prima volta, i pazienti con patologie di lunga data hanno l’opportunità di sperimentare un “reset” del loro sistema immunitario, un passo fondamentale verso una possibile guarigione.
La ricerca continua a progredire e le speranze dei pazienti aumentano, mentre l’Italia si posiziona tra i leader nel campo dell’immunoterapia, dando un contributo significativo ai trattamenti delle malattie autoimmuni.
Ultimo aggiornamento il 7 Gennaio 2025 da Marco Mintillo