La Rocca di Gradara, simbolo di storia e leggende marchigiane, si racconta in una mostra avvincente che mette in luce un periodo significativo della sua esistenza. L’esposizione “Da Zanvettori all’ultima castellana. Le stanze private della Rocca di Gradara” è curata da Stefano Brachetti e Fabio Fraternali e, dopo la sua inaugurazione l’8 dicembre, è stata prorogata fino al 2 giugno 2025. Questo evento offre ai visitatori un’opportunità unica per scoprire come la fortezza sia stata trasformata da Umberto Zanvettori, l’ingegnere che ha ridato vita a questo affascinante castello.
La trasformazione della Rocca e il ruolo di Zanvettori
Acquistata nel 1920 dall’ingegnere Umberto Zanvettori, la Rocca di Gradara è stata oggetto di restauri significativi fino al 1923. Durante questo periodo, Zanvettori ha guidato una serie di interventi architettonici che non solo hanno preservato la struttura, ma hanno anche introdotto decorazioni interne che riflettevano il suo gusto personale. Importanti figure dell’epoca nel campo del restauro e delle arti decorative hanno collaborato per ripristinare il castello, facendolo diventare un simbolo di un’epoca passata ma rivisitata con un tocco moderno.
Zanvettori ha voluto ricreare l’atmosfera del Medioevo-Rinascimento, rendendo ogni stanza un palcoscenico evocativo delle storie e dei personaggi che hanno abitato la fortezza. Tra questi, spicca la celebre coppia di amanti Paolo e Francesca, la cui leggenda è stata romanticamente reinterpretata all’interno del castello. Un esempio significativo è la camera dedicata a Francesca da Rimini, ispirata alla rappresentazione teatrale di Gabriele D’Annunzio del 1901.
La Rocca come espressione culturale e turistica
Il lavoro di Zanvettori e delle sue mogli, Mariquita de’ Forns y Lleo e Alberta Porta, ha garantito che la Rocca di Gradara rimanesse in buone condizioni fino ad oggi. Nel 1928, la proprietà è stata acquisita dallo Stato Italiano, ma il castello ha evoluto la sua immagine, diventando il “Castello di Paolo e Francesca” e una delle mete turistiche più visitate delle Marche. Tuttavia, l’attenzione si è progressivamente spostata dai lavori di restauro dell’Ingegnere, dimenticando in parte la storia recente della Rocca, abitata fino al 1983 dalla seconda moglie Alberta Porta.
L’esposizione attuale non solo celebra il lavoro di Zanvettori, ma riporta alla memoria la dimensione privata della Rocca prima che diventasse un museo. I visitatori possono ammirare oggetti e cimeli autentici, molti dei quali sono stati prestati da collezionisti privati. Inoltre, l’impiego di tecnologie moderne arricchisce l’esperienza, offrendo una visione più profonda della vita nella fortezza.
Un omaggio alla moda e alla cultura contemporanea
Uno degli aspetti più affascinanti della mostra è l’omaggio alla moda attraverso abiti scelti dalla stilista Alberta Ferretti, realizzati in collezioni di alta moda. Questi abiti adornano le sale del castello, creando un contrasto tra la storicità degli ambienti e la modernità del design. Le fragranze selezionate contribuiscono a creare un’atmosfera che rievoca i fasti del passato, trasformando le stanze in uno spazio simultaneamente storico e contemporaneo.
La mostra, sostenuta da finanziamenti dell’Unione Europea Next Generation Eu, dal Ministero della Cultura e da Italia Domani, è organizzata in collaborazione con Gradara Innova, la Direzione Regionale Musei Marche e la Direzione della Rocca Demaniale di Gradara. Il patrocinio della Deputazione di Storia Patria per le Marche e della Fondazione Marche Cultura conferisce ulteriore importanza all’iniziativa, rendendo chiaro che la Rocca di Gradara non è solo un’attrazione turistica, ma una parte vitale della cultura marchigiana che continua a evolversi col passare del tempo.