La salute in pericolo: oltre 24 milioni di italiani con diritti sanitari sospesi

La salute in pericolo: oltre 24 milioni di italiani con diritti sanitari sospesi

Oltre 24 milioni di pazienti cronici in Italia affrontano gravi difficoltà nell’accesso alle cure, con attese lunghe e costi elevati, evidenziando l’urgenza di politiche sanitarie efficaci e concrete.
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La salute in pericolo: oltre 24 milioni di italiani con diritti sanitari sospesi - Gaeta.it

In Italia, oltre un terzo della popolazione si trova a combattere quotidianamente con il diritto alla salute compromesso. Un drammatico allerta emerge dal XXII Rapporto sulle politiche della cronicità, presentato da Cittadinanzattiva, il quale evidenzia la grave situazione in cui versano 24 milioni di pazienti cronici. I numeri sono destinati a crescere fino a 25 milioni entro il 2028, a causa di una combinazione di lunghe attese, disuguaglianze territoriali e costi elevati delle terapie. Questa situazione pone in evidenza un quadro preoccupante, per cui le politiche adottate negli anni non hanno trovato realizzazione nella pratica quotidiana.

Il rapporto delle politiche sulla cronicità

Il rapporto, intitolato “Diritti sospesi”, non risparmia critiche e affronta direttamente le problematiche legate alla cronicità in Italia. I malati cronici e rari, rappresentanti di un fenomeno in costante crescita, si ritrovano spesso nell’ombra, privi del giusto supporto. Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, sottolinea l’urgenza di un nuovo accordo tra le istituzioni, facendo luce sulla necessità di politiche pubbliche concrete.

Il Piano Nazionale Cronicità del 2016 è esempio lampante di quanto sia urgente un intervento efficace. Nonostante l’importanza di tale documento, la sua attuazione è stata pressoché inesistente, a causa di assenza di risorse destinate e di meccanismi di monitoraggio. Anche la nuova versione del Pnc, rimasta ferma per mesi tra il ministero della Salute e le Regioni, sembra replicare le stesse lacune, con l’aggiunta di nuove patologie senza però pervenire a un adeguato finanziamento.

Numeri e statistiche allarmanti

L’emergenza sanitaria in Italia è rappresentata da numeri significativi. Risulta che il 40,5% della popolazione sia affetto da malattie croniche, con oltre 12 milioni di persone che convivono con almeno due patologie. Gli anziani, in particolare coloro che hanno superato i 75 anni, mostrano dati allarmanti: l’85% è colpito da malattie croniche, di cui il 64,3% presenta più di una malattia. Le malattie rare si aggiungono a questo scenario, con circa 19.000 nuovi casi identificati ogni anno, di cui una buona percentuale riguarda bambini al di sotto dei 14 anni.

Un ulteriore aspetto critico è il tempo medio impiegato per ricevere una diagnosi, che supera i dieci anni nel 27,6% dei casi, mentre tra i due e i dieci anni si colloca nel 22,9% dei malati. Questo ritardo influisce non solo sull’inizio delle terapie, ma anche sull’accesso a sgravi economici legati all’esenzione dal ticket. La scarsità di conoscenze da parte dei medici e la sottovalutazione dei sintomi contribuiscono a una situazione insostenibile per i pazienti.

Le liste d’attesa e la difficoltà d’accesso

Le lunghe liste d’attesa rappresentano un ulteriore ostacolo nel trattamento delle malattie croniche. Le difficoltà iniziano spesso durante le prime visite specialistiche, che subiscono ritardi nel 64,6% dei casi. La situazione si complica ulteriormente durante le visite di controllo e per gli esami diagnostici . Questo contesto evidenzia un problema strutturale anche per quanto riguarda il riconoscimento dell’invalidità civile, con segnalazioni da parte del 60% dei partecipanti all’indagine.

Altro aspetto critico è la mancanza di coordinamento tra le cure primarie e la specialistica, denunciato dal 70% degli intervistati. Sono stati riscontrati problemi significativi nella continuità assistenziale, con il 48% che lamenta difficoltà nel mantenere una presa in carico costante, e in altri ambiti che uniscono gli aspetti clinici e socioassistenziali.

Le spese sanitarie e la rinuncia alle cure

La situazione economica dei pazienti cronici è complessa: il 59,8% degli italiani è costretto a rivolgersi a cure in regime privato o intramurario, mentre il 52,8% si trova a dover acquistare farmaci non rimborsati. Non solo, circa il 50% degli individui sostiene anche le spese per esami diagnostici privati, mentre oltre il 40% si sobbarca i costi per la prevenzione e i supporti psicologici.

Le evidenze mostrano un dato preoccupante: oltre il 30% dei pazienti ha dovuto rinunciare a cure necessarie. Per una parte di questi, il 19% lo ha fatto sporadicamente, mentre per un 12% si tratta di una rinuncia frequente, rendendo evidente le difficoltà economiche e l’impatto delle barriere di accesso nel sistema sanitario. La salute non dovrebbe essere un privilegio e l’analisi di Cittadinanzattiva suggerisce chiaramente che interventi tempestivi e strategie efficaci sono ormai imprescindibili per garantire diritti e dignità ai pazienti.

Ultimo aggiornamento il 12 Dicembre 2024 da Laura Rossi

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