La scelta controversa di una ristoratrice di Modena: solo immigrati nel suo locale

La scelta controversa di una ristoratrice di Modena: solo immigrati nel suo locale

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La scelta controversa di una ristoratrice di Modena: solo immigrati nel suo locale - Gaeta.it

Carlotta Bertolini, ristoratrice di 46 anni, gestisce da ben 22 anni la birreria Keller situata nel cuore di Modena. Recentemente, la sua dichiarazione di voler assumere solo personale immigrato ha generato un acceso dibattito, attirando sia il sostegno che le critiche. L’intervista rilasciata al Resto del Carlino ha scatenato l’ira di molti, tra cui il vicepremier Matteo Salvini, il quale ha accusato la ristoratrice di perpetuare un atteggiamento razzista verso gli italiani. Questo episodio mette in luce le sfide del mercato del lavoro e i complessi temi di integrazione nella società moderna.

La ragione dietro la scelta di Carlotta Bertolini

Difficoltà nel reperimento di personale

Nel corso degli ultimi anni, Carlotta ha constatato una sempre maggiore difficoltà nel trovare personale italiano disposto a lavorare nei ruoli di cucina e lavaggio delle stoviglie. Nel suo racconto, la ristoratrice esprime frustrazione per quella che considera un’inefficace attitudine da parte dei candidati: “La situazione è sempre peggio, a partire da come ti presenti”. Questo commento sottolinea le aspettative di professionalità e serietà richieste nel settore ristorativo, che spesso sembrano mancare.

In un settore dove la qualità del servizio è cruciale, è fondamentale che i candidati dimostrino non solo motivazione economica, ma anche esperienza e abilità pratiche. Carlotta chiarisce inoltre che è normale discutere dello stipendio solo dopo aver valutato le competenze pratiche del candidato: “Tra l’altro, quasi mai chi lo chiede ha già esperienza in questo settore, perciò prima dimmi cosa sai fare e poi possiamo discutere dello stipendio”.

Le sfide con il personale locale

I problemi non finiscono qui. Chi viene assunto, in molti casi, abbandona il posto di lavoro dopo pochi mesi. Secondo Carlotta, è fondamentale mantenere standard elevati e se ripetuti errori si verificano, è necessario un cambio. Questa situazione fa emergere la denuncia di un certo livello di indolenza nell’ambiente lavorativo, sensazione che si accentua quando confrontata con i dipendenti immigrati. Questi, secondo la ristoratrice, ancor più motivati e impegnati, tendono a dimostrarsi più responsabili.

Le reazioni a una scelta coraggiosa

Le critiche sui social e l’intervento di Salvini

La scelta di Bertolini ha avuto ripercussioni significative, suscitando insulti e minacce sui social network. Questo clima di ostilità è culminato con la reazione del vicepremier Matteo Salvini, che ha commentato la scelta della ristoratrice definendola “razzista verso gli italiani”. Nel suo messaggio, Salvini ha sottolineato l’importanza della libertà di scelta, ma ha anche espresso preoccupazioni riguardo alla visione che questa decisione trasmette.

Tuttavia, Carlotta reagisce a queste minacce con fermezza, sottolineando che il suo locale rispetta le tariffe statali: “Chiunque lavori da me, anche in prova, non prende meno di 8 euro all’ora”. Questo chiarimento serve a difenderla dalle accuse di sfruttamento, evidenziando il corretto trattamento dei suoi dipendenti.

Sostegno dalla politica locale

A prendere le difese di Carlotta è intervenuto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il quale ha esortato la ristoratrice a “tenere duro”. Bonaccini ha sottolineato l’importanza di giudicare le persone non in base a etichette, ma per le loro azioni e per i valori che portano con sé. L’invito si trasforma in un richiamo all’accoglienza e alla non discriminazione, temi sempre più presenti nel dibattito pubblico.

Il sindaco di Modena, Stefano Mezzetti, ha anch’egli espresso solidarietà, ponendo l’accento sulla necessità di una maggiore attenzione verso problematiche ben più rilevanti, piuttosto che attaccare una ristoratrice per le sue scelte occupazionali. Questo supporto istituzionale conferma l’importanza della battaglia contro pregiudizi e stereotipi.

Un cammino verso l’integrazione

Il percorso di Carlotta Bertolini rappresenta non solo una sfida sul piano personale ma anche un esempio di come le scelte lavorative possano riflettere un impegno verso l’integrazione sociale. Attraverso la sua esperienza nel mondo della ristorazione, la ristoratrice dimostra che, malgrado le difficoltà, è possibile contribuire a una società più inclusiva, dove ogni individuo, indipendentemente dalla sua origine, ha diritto a una seconda opportunità.

A riprova di ciò, Carlotta racconta la sua positiva esperienza con alcune sue collaboratrici immigrate: “Negli ultimi anni in cucina ho avuto prima una ragazza dell’est e poi una originaria del Burkina Faso. Entrambe bravissime, disponibili e puntuali”. L’attitudine degli immigrati, quindi, diventa un esempio di come la diversità possa anche arricchire e migliorare le dinamiche lavorative.

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