La scomparsa di Leo Beenhakker, ex allenatore di Real Madrid e Ajax: un tributo all'iconico tecnico olandese

La scomparsa di Leo Beenhakker, ex allenatore di Real Madrid e Ajax: un tributo all’iconico tecnico olandese

Il mondo del calcio piange Leo Beenhakker, ex allenatore di Real Madrid e Ajax, scomparso a 82 anni. La sua carriera è stata segnata da successi e un approccio umano al gioco.
La Scomparsa Di Leo Beenhakker La Scomparsa Di Leo Beenhakker
La scomparsa di Leo Beenhakker, ex allenatore di Real Madrid e Ajax: un tributo all'iconico tecnico olandese - Gaeta.it

Il mondo del calcio piange la perdita di Leo Beenhakker, ex allenatore di grandi club europei come il Real Madrid e l’Ajax, deceduto all’età di 82 anni. La notizia della sua morte è stata confermata giovedì dai due club, segnando la fine di una carriera segnata da successi e storie indimenticabili. Beenhakker ha lasciato un segno indelebile nel panorama calcistico, sia per il suo approccio tattico che per la sua personalità.

La carriera di Leo Beenhakker

Nato in Olanda nel 1942, Beenhakker ha avuto un inizio modesto nella sua carriera calcistica, senza particolari allori come giocatore. Tuttavia, ha trovato la sua vocazione come allenatore. Il suo viaggio sulla panchina del Real Madrid è iniziato nel 1986, e in breve tempo ha ottenuto risultati straordinari. Durante il suo primo incarico, ha guidato il club spagnolo alla conquista di tre titoli consecutivi della Liga tra il 1987 e il 1989, un traguardo che ha reso il suo nome sinonimo di successo. La sua avventura a Madrid non si è fermata agli anni ’80; è tornato nel 1991 per un secondo mandato, aggiungendo altri trofei al suo palmarès.

Oltre al Real Madrid, la carriera di Beenhakker ha incluso periodi significativi all’Ajax e al Feyenoord, due dei club più prestigiosi dei Paesi Bassi. Ha allenato l’Ajax in due periodi distinti, il primo alla fine degli anni ’70 e il secondo negli anni ’90. Durante la sua seconda esperienza con l’Ajax, è divenuto famoso per aver coniato la frase “De Patatgeneratie”, riferendosi a una generazione di talentuosi giocatori che, pur essendo dotati, mostrava tratti di dilettantismo. Tra i volti noti di quel periodo figurano i gemelli De Boer e Richard Witschge.

Riconoscimenti e qualità umane

Le sue qualità da allenatore non si limitavano solo alla strategia di gioco. Beenhakker era conosciuto per la sua personalità affabile e per il modo in cui riusciva a motivare i giocatori. L’ex calciatore Danny Blind ha ricordato la sua socievolezza, sottolineando quanto fosse sempre interessato ai suoi giocatori. Anche Jan Wouters, che ha avuto l’onore di essere suo capitano, ha lodato Beenhakker per la sua capacità di motivare e per la sua comprensione delle dinamiche umane, evidenziando la sua componente più “umana”, che andava oltre il semplice aspetto calcistico.

Sul fronte dei trofei, Beenhakker ha chiuso la sua carriera con un impressionante bottino di sei titoli spagnoli e tre titoli olandesi. Era considerato uno dei tecnici olandesi più vincenti di sempre, un riconoscimento guadagnato sul campo, attraverso sacrifici e scelte strategiche di alto livello.

L’avventura con le nazionali

L’esperienza di Beenhakker come allenatore di squadre nazionali è stata meno fruttuosa rispetto ai club. Ha ricoperto il ruolo di commissario tecnico dell’Olanda, guidando la squadra nel 1985 e successivamente ai mondiali del 1990. Tuttavia, il suo percorso con le nazionali non ha portato ai risultati sperati. Ha anche allenato l’Arabia Saudita, Trinidad e Tobago e Polonia, partecipando a due Coppe del Mondo e a un Campionato Europeo. Nonostante non sia riuscito a ottenere una vittoria in un torneo internazionale, la sua esperienza rimane un tassello significativo del suo percorso.

La scomparsa di Leo Beenhakker segna la fine di un’era. I suoi successi nei club, uniti alla sua capacità di comunicare e relazionarsi con i giocatori, lo rendono una figura indimenticabile nel mondo del calcio.

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