Sven-Goran Eriksson, ex allenatore di squadre come LAZIO e ROMA, è morto all'età di 76 anni dopo una lunga lotta contro un tumore. La notizia della sua scomparsa ha colpito il mondo del calcio e i suoi tanti fan, lasciando un vuoto nell'ambiente sportivo. Questo articolo esplorerà la carriera e l'eredità di Eriksson, nonché le ultime fasi della sua vita.
la carriera di Sven-Goran Eriksson
primi passi nel calcio professionistico
Nato in Svezia nel 1948, Eriksson iniziò la sua carriera di allenatore nei club locali dopo un inizio come calciatore. La sua prima esperienza in un club importante avvenne con il GOTEBORG, dove conquistò successi che lo portarono a farsi notare anche sulla scena internazionale. La sua capacità di gestire le squadre e di instaurare rapporti con i giocatori lo portò, in breve tempo, a sedersi sulla panchina del BENFICA in Portogallo.
Negli anni '80, Eriksson fece il suo ingresso nel panorama calcistico italiano, iniziando una serie di avventure che lo avrebbero reso una figura iconica del calcio italiano. La sua prima esperienza in Italia fu con la ROMA, dove mostrò subito il suo talento nel gestire una squadra con grandi aspettative e pressioni.
il successo in italia
Uno dei traguardi più significativi della sua carriera avvenne con la LAZIO, club che guidò tra il 1997 e il 2001. Sotto la sua direzione, la squadra vinse il campionato di SERIE A nella stagione 1999-2000, registrando un risultato memorabile per la tifoseria laziale. Oltre al trionfo nel campionato, la LAZIO sotto Eriksson conquistò anche la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana, elevando la sua reputazione a livello globale.
Dopo l’esperienza con la LAZIO, Eriksson continuò a esplorare il mondo del calcio, scoprendo culture e stili diversi. Allenò squadre in varie nazioni, dall'Arabia Saudita alla Cina e alla Thailandia, espandendo notevolmente il suo bagaglio di esperienze.
la sua eredità internazionale
l’impatto sul calcio britannico
Sven-Goran Eriksson è noto per essere stato il primo allenatore straniero della nazionale inglese, un ruolo che mantenne dal 2001 al 2006. La sua leadership portò l'Inghilterra a importanti competizioni internazionali, tra cui i Mondiali del 2002 e 2006. La sua esperienza con le nazionali dimostra l'abilità di Eriksson nel gestire talenti di alto livello e nel navigare le sfide del calcio internazionale.
Oltre all'Inghilterra, la sua carriera include esperienze come allenatore di squadre nazionali come la COSTA D'AVORIO e il MESSICO. Queste avventure internazionali hanno ulteriormente consolidato la sua reputazione come allenatore versatile e innovativo, in grado di adattarsi a diverse culture calcistiche.
ultime settimane e messaggi toccanti
Pochi mesi prima della sua morte, Eriksson rivelò di essere affetto da un tumore ormai terminale. Questa notizia suscitò grande commozione tra i fan e i colleghi. Durante le ultime settimane della sua vita, ebbe l'opportunità di rivedere i club in cui aveva allenato, ricevendo calorosi tributi dai tifosi. In particolare, si organizzò una partita leggendaria con la partecipazione di ex giocatori del Liverpool, un sogno che si realizzò per lui.
Le sue parole in un recente documentario su di lui, dove invitava tutti a “vivere fino alla fine”, mostrano la sua attitudine positiva verso la vita nonostante le avversità. “Ho avuto una bella vita. La vita riguarda anche la morte”, affermò, trasmettendo un messaggio di accettazione e gratitudine verso il supporto ricevuto durante la sua carriera.
La figura di Sven-Goran Eriksson non sarà dimenticata, poiché la sua influenza sul calcio, sia a livello nazionale che internazionale, continuerà a essere un esempio per le future generazioni di allenatori e sportivi.
Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2024 da Elisabetta Cina
