La scoperta di un brillamento di raggi gamma dal buco nero nella galassia M87: una collaborazione internazionale

La scoperta di un brillamento di raggi gamma dal buco nero nella galassia M87: una collaborazione internazionale

Scoperta un lampo di raggi gamma dal buco nero supermassiccio M87, grazie a una collaborazione internazionale di ricercatori. I risultati offrono nuove intuizioni sui meccanismi astrofisici e i getti relativistici.
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La scoperta di un brillamento di raggi gamma dal buco nero nella galassia M87: una collaborazione internazionale - Gaeta.it

Un’importante scoperta scientifica ha catturato l’attenzione della comunità di ricerca astrofisica globale, evidenziando il brillante fenomeno di emissione di raggi gamma dal buco nero supermassiccio al centro della galassia Messier 87 . Ricercatori dell’Università di Trieste, insieme a istituzioni di prestigio come l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare , hanno partecipato a questa indagine che ha permesso di approfondire la comprensione dei meccanismi fisici che operano attorno ai buchi neri. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics, riportando così un contributo fondamentale per il campo dell’astrofisica moderna.

Un evento straordinario: il lampo di raggi gamma

Durante le osservazioni effettuate nell’aprile 2018, è stato registrato per la prima volta dal 2010 un lampo di raggi gamma di altissima energia proveniente da M87. Questo evento straordinario è stato catturato attraverso la combinazione di oltre 25 telescopi, sia terrestri che spaziali, che hanno raccolto dati a diverse lunghezze d’onda. L’emissione di raggi gamma ha manifestato energie esorbitanti, fino a trilioni di elettronvolt, e ha avuto una durata di circa tre giorni.

Giacomo Principe, ricercatore dell’Università di Trieste e autore principale dello studio, ha commentato l’importanza della scoperta: “Siamo stati molto fortunate a rilevare un lampo di raggi gamma proveniente da M87 durante la missione multi-lunghezza d’onda dell’EHT. Questa opportunità ci permette di indagare con maggiore attenzione la fisica che circonda il buco nero supermassiccio.” Le osservazioni solcheranno una delle questioni più intriganti nel campo dell’astrofisica: la correlazione tra il disco di accrescimento di un buco nero e il getto di materia che esso emette.

La tecnologia al servizio della scienza

La buona riuscita di tali osservazioni è stata possibile solo grazie alla sinergia di telescopi sofisticati, tra cui Fermi-LAT, MAGIC e HESS. Questi strumenti di avanguardia sono essenziali per la rilevazione di fenomeni astrofisici ad alta energia. Francesco Longo, responsabile del gruppo di Astrofisica Gamma per l’Università di Trieste e l’INFN, ha messo in risalto come l’uso simultaneo di diversi strumenti telescopici abbia rivelato una dimensione cruciale nel campo dell’astrofisica moderna. “Fermi-LAT, in particolare, gioca un ruolo fondamentale nella cattura di eventi rari come il brillamento gamma di M87 e, insieme agli strumenti da terra, permette di svelare dettagli del meccanismo di emissione di queste sorgenti gamma,” ha affermato.

Osservazioni di rilevanza astrofisica

I dati raccolti nel corso delle osservazioni non solo hanno confermato l’emissione di raggi gamma da parte di M87, ma hanno anche rivelato significativi cambiamenti nel posizionamento dell’anelletto attorno all’orizzonte degli eventi del buco nero. Questa scoperta è fondamentale per affrontare domande aperte nel campo dell’astrofisica, come l’origine delle emissioni di raggi cosmici e la formazione dei getti relativistici che caratterizzano alcune galassie. Giacomo Principe ha riportato come “queste osservazioni potrebbero aiutarci a chiarire questioni che rimangono ancora irrisolte, tra cui la natura dei potenti getti relativistici e i meccanismi che accelerano le particelle responsabili dell’emissione di raggi gamma.”

La ricerca continua a rivelare nuovi enigmi e segreti kosmici, accrescendo il nostro desiderio di comprendere il misterioso universo in cui viviamo. La straordinarietà di tali scoperte incoraggia una riflessione sulle potenzialità della scienza e sulla necessità di collaborazioni internazionali che spingano sempre più in là i confini della conoscenza.

Ultimo aggiornamento il 14 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina

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