La mobilità nazionale prevista per il 2025 e l’inizio del 2026 porterà un importante incremento della sicurezza sul territorio, con l’inserimento di 6.500 nuovi poliziotti nelle forze di polizia. Donato Capece, segretario nazionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria , ha ribadito il suo impegno per la città di Trento. Durante una recente visita alla casa circondariale di Spini di Gardolo, Capece ha espresso l’urgenza di rafforzare l’organico nel penitenziario, con l’intento di assegnare almeno due commissari e diversi ispettori nel prossimo futuro.
Le sfide dell’organico nella casa circondariale di Spini di Gardolo
Durante il suo intervento, Capece ha messo in evidenza le difficoltà che affronta il personale penitenziario di Spini di Gardolo. Con circa 200 agenti in servizio, il sovraffollamento è un problema tangibile, dato che il carcere ospita attualmente quasi 400 detenuti rispetto ai 240 stabiliti inizialmente dagli accordi. Questa disparità non è solo una questione di numeri, ma ha conseguenze dirette sulla sicurezza e sulla gestione quotidiana del penitenziario.
Capece ha descritto i poliziotti penitenziari come “eroi silenziosi”. La loro attività è sempre più complessa e richiede un impegno costante, ma gli attuali organici, sebbene formalmente a posto, non sembrano adeguati per far fronte all’aumento delle responsabilità e delle funzioni che vengono loro assegnate.
La questione di genere e il settore maschile
Un altro aspetto discusso da Capece riguarda la suddivisione dei detenuti tra i vari settori del carcere. Ha riconosciuto l’importanza del personale femminile, che si occupa con attenzione e dedizione della sezione detentiva femminile, ma ha sottolineato che il settore maschile, con 370 detenuti, presenta sfide significative. L’equilibrio tra le varie sezioni del carcere è cruciale per garantire il benessere dei detenuti e la sicurezza di tutto il personale.
Il sovraffollamento non solo incide sulle condizioni di vita dei detenuti, ma aggrava anche la pressione sulla gestione quotidiana del carcere, complicando ulteriormente il compito degli agenti. La necessità di un numero adeguato di operatori diventa quindi una priorità non solo per il corretto funzionamento della struttura ma anche per garantire un ambiente più sicuro per tutti gli interessati.
La lotta contro il traffico di droghe
Un tema particolarmente preoccupante espresso da Capece riguarda il traffico di sostanze stupefacenti che penetra all’interno della struttura carceraria. La presenza di droni che scaricano droga nel perimetro del carcere rappresenta una nuova frontiera in cui il personale deve confrontarsi. Per affrontare questo problema, in collaborazione con la Polizia, sono state installate telecamere in zone strategiche per monitorare i movimenti sospetti. Questa azione mira a prevenire l’ingresso di droga all’interno del carcere, un’aggressione diretta alla già complessa vita quotidiana degli agenti.
Capece ha spiegato che la sfida non è solo recuperare materiale illecito, ma anche costruire un ambiente di lavoro più sicuro per gli agenti, che quotidianamente affrontano situazioni ad alto rischio. Il monitoraggio costante e l’intervento tempestivo sono diventati elementi chiave nella gestione delle emergenze legate al traffico di droga all’interno delle carceri.
La situazione attuale a Trento mostra come ci sia ancora molto da fare per garantire un sistema penitenziario più funzionale e sicuro, dove poliziotti e detenuti possano operare in condizioni dignitose e protette.