La zona di Darsena, simbolo vivace della movida milanese, nasconde un lato oscuro che colpisce profondamente la comunità circostante. Via Gola, insieme a vie come Pichi e Borsi, rappresenta l’epicentro di fenomeni sociali e criminali che stanno crescendo in modo allarmante. Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine, le occupazioni abusive e i reati legati allo spaccio di droga continuano a fiorire, mentre una comunità magrebina si stabilisce sempre di più in questo angolo di Milano.
L’occupazione abusiva: una realtà difficile da sfuggire
Nel dedalo di stradine che formano quella che alcuni chiamano “la piccola banlieue dei navigli”, si notano segni evidenti di degrado e questo è aggravato dalla presenza di occupazioni abusive. Gli edifici di Aler, società pubblica di edilizia residenziale, mostrano un’enorme discrepanza tra le unità abitative disponibili e quelle effettivamente abitate. Nel maggio dello scorso anno, si è constatato che ben 237 delle 689 unità presenti in via Gola erano occupate illegalmente. Da allora, la situazione è peggiorata ulteriormente, nonostante gli investimenti previsti per un progetto di riqualificazione da 20 milioni di euro.
L’occupazione non è giustificata solo dalla ricerca di un tetto sopra la testa, ma è diventata parte integrante di un sistema più ampio di malaffare. Qui si respira un clima difficile, dove la legge è spesso ignorata a favore di un’apparente anarchia. La presenza di movimenti come il centro sociale “Cuore in gola”, ben radicato in questa comunità, ha contribuito a mantenere uno status quo complesso. Le azioni di protesta e le manifestazioni, mirate a ostacolare gli sgomberi, sono così consolidate che il lavoro delle forze dell’ordine risulta complicato.
Le dinamiche criminali in via Gola
Oltre all’occupazione abusiva, via Gola è emersa come un hotspot per attività legate allo spaccio di stupefacenti. Qui, i giovani nordafricani operano in modo relativamente indisturbato durante i fine settimana, quando affluiscono centinaia di visitatori nei locali notturni della zona. La posizione strategica di via Gola favorisce questo traffico illecito, vista la vicinanza a luoghi affollati come le colonne di San Lorenzo e il Duomo, dove il numero di potenziali clienti aumenta notevolmente.
Il fenomeno non si limita solo allo spaccio; furti e rapine sono all’ordine del giorno. Qualsiasi oggetto di valore diventa un obiettivo, dal cellulare alla catenina, in un contesto in cui il profitto immediato sembra essere l’unica priorità. Questo tipo di microcriminalità è molto ramificato e velato da un’atmosfera di impunità, alimentata anche dalle interferenze di chi cerca di mantenere il controllo della situazione attraverso la violenza e le intimidazioni.
Le forze dell’ordine: un’operazione continua
Nonostante le sfide presenti nella gestione di questa situazione, le forze dell’ordine svolgono un ruolo cruciale nel tentativo di arginare l’attività illecita. Ogni settimana si registrano varie operazioni, con sgomberi e arresti che cercano di contrastare lo sviluppo della criminalità nella zona. Uno degli eventi più significativi è avvenuto all’inizio del 2022, quando un’operazione ha portato all’arresto di 13 individui di origine marocchina ed egiziana, accusati di traffico di droga. Questi eventi segnano gli sforzi continui per ripristinare un senso di legalità in un contesto complesso.
Tuttavia, la resistenza attiva dei gruppi come “Cuore in gola” rende il compito delle autorità molto complicato, con azioni di protesta che spingono per una tolleranza nei confronti delle occupazioni. Il legame tra gli appartenenti a questa comunità e la criminalità organizzata continua a rappresentare una sfida significativa, in cui il confine tra attivismo sociale e attività illecita diventa sempre più sfocato.
Un futuro incerto per la comunità
Le divisioni all’interno della comunità magrebina di via Gola si fanno evidenti, soprattutto in seguito a eventi tragici come il caso Ramy, un giovane che ha perso la vita cercando di fuggire dai carabinieri. Mentre altre periferie di Milano si uniscono per commemorare la vittima, la comunità di via Gola appare disinteressata. Questo distacco potrebbe riflettere non solo una mancanza di interesse per le dinamiche sociali locali, ma anche il desiderio di preservare una propria autonomia, lontana dai riflettori della cronaca.
La situazione attuale in questa parte di Milano è complessa e articolata, oscillando tra la resistenza di una comunità radicata e le pressioni delle autorità e dei gruppi di sicurezza. Mentre il futuro della zona di via Gola rimane incerto, è chiaro che le sfide da affrontare richiederanno uno sforzo congiunto e un’attenzione costante per cercare di riportare la legalità e la sicurezza serie fra le strade di Milano.
Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2025 da Laura Rossi