La situazione di abbandono animale a L’Aquila: l’appello delle associazioni di volontariato

La situazione di abbandono animale a L’Aquila: l’appello delle associazioni di volontariato

Le associazioni animaliste de L’Aquila denunciano un grave aumento di abbandoni e maltrattamenti, chiedendo interventi urgenti alle autorità per garantire il benessere degli animali in difficoltà.
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La situazione di abbandono animale a L’Aquila: l’appello delle associazioni di volontariato - Gaeta.it

Un nuovo grido di allerta si alza dalle associazioni animaliste di L’Aquila. A marzo 2025, il panorama è desolante e preoccupante: carcasse di animali abbandonati e condizioni di vita inaccettabili per quelli sopravvissuti. Le realtà associative locali, già attive nel 2023, denunciano nuovamente una situazione che sembra stagnare, con la necessità di interventi urgenti e risolutivi.

La denuncia del Coordinamento Associazioni e Volontari Abruzzesi

I membri del Coordinamento Associazioni e Volontari Abruzzesi, che comprende organizzazioni come Animali Alla Riscossa e OIPA, hanno espresso la loro indignazione per quanto trovato negli ultimi controlli. Le segnalazioni, già avviate nel 2023, documentavano situazioni raccapriccianti: carcasse di pecore e cani in grave stato di abbandono. Con la speranza di un cambiamento, le associazioni avevano chiesto interventi concreti. Eppure, a distanza di oltre un anno, la realtà è rimasta invariata, anzi, sembra essere addirittura peggiorata.

Il mare di animali abbandonati, in particolare presso l’azienda agricola di Roio, è sintomatico di una gestione inadeguata. Gli attivisti continuano a chiedere che le autorità competenti intervengano per fermare i maltrattamenti e garantire il benessere degli animali. La questione è complessa e tocca temi di animal welfare, leggi esistenti, e responsabilità delle istituzioni.

La scoperta dell’ultimo intervento: una triste realtà

Durante un recente sopralluogo, le Guardie Zoofile OIPA e altri volontari sono stati testimoni di un nuovo episodio di abbandono e maltrattamento. Tra cavalli morti e scheletri in decomposizione, la situazione è apparsa ancora più drammatica. I cani, non microchippati e privi di qualsiasi tutela, vagano in condizioni precarie e, perfino pericolose. I volontari in preda alla disperazione continuano a interrogarsi su ciò che possa giustificare un simile scempio.

Le domande rimangono senza risposta. Chi autorizza il proprietario dell’azienda a continuare la sua attività? Perché sembra non esserci un’adeguata sorveglianza da parte delle autorità competenti? La presenza di cani abbandonati costituisce un potenziale rischio sia per gli animali stessi che per la sicurezza delle persone residenti nella zona.

L’appello a chi di dovere

Le associazioni hanno lanciato un accorato appello ai rappresentanti delle istituzioni locali e regionali. In particolare, si rivolgono all’Assessore regionale all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, e al Comandante dei Carabinieri Forestali di L’Aquila, Giampiero Costantini. Anche l’Assessore all’Ambiente del Comune di L’Aquila, Fabrizio Taranta, è stato citato nella richiesta di intervento.

Non sono solo parole al vento. Le segnalazioni già esistenti, accompagnate da prove fotografiche, danno la misura di una situazione che non può più essere ignorata. Le associazioni si dicono pronte a continuare la loro lotta. Sottolineano l’importanza di azioni concrete da parte delle autorità per garantire il benessere degli animali investiti da queste tragiche circostanze.

La necessità di un intervento tempestivo

Le associazioni animaliste dell’Aquila si trovano di fronte a una battaglia che dura da troppo tempo. La loro tenacia è un chiaro segnale di quanto sia vitale un intervento risolutivo. La gestione degli animali abbandonati e maltrattati non può rimanere nelle mani delle sole associazioni di volontariato. Occorrono misure efficaci e una stretta collaborazione fra le autorità locali e le organizzazioni impegnate per garantire il rispetto delle normative sul benessere animale.

Fino a quando questo problema rimarrà irrisolto, gli animali continueranno a subire, e la comunità non potrà dirsi autenticamente solidale e responsabile. Ora è tempo di agire.

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