La situazione precaria dei lavoratori del turismo a Latina: dati allarmanti sui contratti e le retribuzioni

La situazione precaria dei lavoratori del turismo a Latina: dati allarmanti sui contratti e le retribuzioni

Il settore turistico di Latina affronta gravi problematiche legate a retribuzioni basse e lavoro precario, con oltre l’80% delle ispezioni che evidenzia irregolarità e sfruttamento dei lavoratori.
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La situazione precaria dei lavoratori del turismo a Latina: dati allarmanti sui contratti e le retribuzioni - Gaeta.it

Un nuovo dossier mette in evidenza le problematiche del settore turistico nella provincia di Latina, in particolare riguardo alle retribuzioni e alle condizioni lavorative. Nonostante la crescita della domanda turistica negli ultimi anni, i lavoratori di questo settore risultano tra i più svantaggiati, in termini di salari e stabilità occupazionale. I dati presentati al convegno “Lavoro, legalità e territorio” hanno evidenziato un quadro preoccupante, confermando le difficoltà che i dipendenti affrontano quotidianamente.

La retribuzione dei lavoratori turistici e i contratti a termine

Secondo il rapporto realizzato da Eures, i dipendenti nel settore dell’alloggio e della ristorazione a Latina percepiscono una retribuzione media annuale di 7,7 mila euro, un risultato significativamente inferiore ai 12,1 mila euro della media regionale nel Lazio. Questa disuguaglianza si accompagna al dato sul lavoro precario, con il 61,4% dei lavoratori nel settore turistico impiegati con contratti a tempo determinato o stagionali, superando notevolmente la media del 38,9% registrata a livello regionale. Questa situazione di precarietà è allarmante, soprattutto considerando che il settore turistico impiega circa il 12,5% della forza lavoro del settore privato a Latina.

Il rapporto di Eures non si limita a questi numeri: una vera e propria emergenza viene segnalata dai dati raccolti con un sondaggio commissionato dalla Uiltucs, che ha cercato di comprendere meglio la situazione dei lavoratori nel turismo. La quantità di lavoratori “fantasma” è un tema centrale, con il 50% dei rispondenti che afferma di non avere un contratto regolare che corrisponda alle ore lavorate. Questo indica una pratica diffusa di lavoro non dichiarato, che spesso si traduce in condizioni di sfruttamento, con ore di lavoro che superano le 10 al giorno, senza un corrispettivo adeguato.

Nonostante il 60% dei lavoratori affermi di lavorare a tempo pieno, molti di loro risultano impiegati per meno di sei mesi, suggerendo una mobilità forzata dettata da condizioni lavorative non soddisfacenti. Le retribuzioni quotidiane per il 60% di queste persone si aggirano sui 40 euro, mentre coloro che superano questa cifra lavorano regolarmente più ore di quelle dichiarate. Molti hanno segnalato ritardi nei pagamenti e mancato accredito delle mensilità aggiuntive, ulteriormente complicando una situazione già precaria.

Controlli e irregolarità: un quadro allarmante

L’Ispettorato del Lavoro di Latina, durante il convegno, ha portato a galla altri dati preoccupanti. Dall’inizio dell’anno fino a novembre 2024, oltre l’80% delle ispezioni ha rivelato irregolarità nel settore, toccando punte del 87% nel commercio e dell’85% negli stabilimenti balneari. Queste scoperte sottolineano una mancanza di conformità alle normative sul lavoro, con il settore turistico che sembra beneficiare di un’escalation preoccupante di pratiche irregolari.

Tra giugno e luglio, è stata condotta una campagna di controlli straordinari dedicati alla lotta contro il lavoro sommerso. I risultati hanno messo in evidenza 74 lavoratori in situazioni irregolari, con 23 di loro negli stabilimenti balneari. Sono state sospese otto posizioni aziendali per lavoro nero e violazioni della sicurezza sul posto di lavoro. In questo contesto, sono emersi 9 lavoratori senza contratto, simbolo di una problematica ben radicata.

Nel complesso, nelle ispezioni agli stabilimenti commerciali a Latina, sono stati identificati 170 lavoratori irregolari, 50 dei quali completamente in nero. Gli specifici ambiti di irregolarità riguardano soprattutto la mancanza di contratti regolari e il mancato pagamento delle retribuzioni dovute, creando un’atmosfera di vulnerabilità e sfruttamento.

I dati presentati al convegno di Gaeta rappresentano un grido d’allerta per un settore che, pur essendo il vanto della provincia, rischia di impoverire la sua forza lavoro a causa di usi scorretti e pratiche dilaganti nel mercato del lavoro. La situazione richiede un’attenzione immediata e un intervento strutturale per garantire dignità e giustizia ai lavoratori del turismo.

Ultimo aggiornamento il 4 Dicembre 2024 da Armando Proietti

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