Un pezzo di teatro che esplora la vita quotidiana e la solitudine nel Rione Sanità di Napoli andrà in scena al Teatro Nuovo dal 27 al 30 marzo. “Felicissima jurnata” è uno spettacolo della compagnia Putéca Celidònia, con regia di Emanuele D’Errico e si ispira alle opere di Samuel Beckett, in particolare a “Giorni Felici“. Con protagonisti Antonella Morea e Dario Rea, e le voci autentiche degli abitanti del quartiere, lo spettacolo rappresenta un ponte tra la letteratura e la vita reale.
Un progetto radicato nel territorio
La creazione di “Felicissima jurnata” ha avuto inizio nel 2018, quando il collettivo Putéca Celidònia ha cominciato a lavorare attivamente all’interno del Rione Sanità. Questo quartiere, ricco di storie e tradizioni, ha accolto gli artisti che, attraverso interviste e osservazioni, hanno cercato di catturare l’essenza della vita quotidiana dei residenti. I “bassi“, tipiche abitazioni al piano terra, sono diventati scenari di incontri e racconti che hanno ispirato il testo. I membri della compagnia hanno documentato le esperienze degli abitanti, portando alla luce una realtà che spesso sfugge agli sguardi esterni.
Durante il processo creativo, i protagonisti hanno raccolto storie di vita vissuta, come quella di Assunta, Pasqualotto e Angela. Questi racconti rappresentano un mosaico di emozioni, speranze e una certa paralisi che caratterizza l’esistenza quotidiana di chi vive in condizioni di difficoltà. Le interviste hanno rivelato un mondo surreale, dove il contatto con l’esterno è limitato e dove molti non hanno mai varcato i confini del loro quartiere.
Un legame con beckett
“Felicissima jurnata” prende spunto dall’opera di Beckett riuscendo a cogliere l’alienazione e la paralisi che i personaggi vivono. La nota di presentazione del lavoro evidenzia come, durante il processo di intervista, nessuno degli abitanti avesse mai sentito parlare di Beckett, nonostante le loro vite sembrassero in qualche modo risuonare con le tematiche presenti nelle sue opere. Questo paradosso fa emergere una profonda riflessione su come le esperienze umane possano trascendere il tempo e lo spazio.
Il testo, che si sviluppa attraverso le storie raccolte, crea un legame tra il mondo letterario e la sfera delle esperienze quotidiane, dando voce a persone che altrimenti rimarrebbero inascoltate. La figura della donna di centonove anni che si trucca e ‘sente’ la musica e il canto attorno a sé diventa un simbolo di resilienza, rappresentando la capacità umana di trovare gioia anche nelle circostanze più difficili.
Il carattere collettivo e comunitario
La realizzazione dello spettacolo non si limita alla tradizionale rappresentazione teatrale, ma si evolve in un’opera collettiva che coinvolge gli abitanti stessi. Le storie di vita autentiche si intrecciano con il testo teatrale, generando un risultato espressivo che risuona con le esperienze e le emozioni delle persone coinvolte. Il coinvolgimento della comunità locale è essenziale, arricchendo l’opera di un’umanità e una profondità che si riflettono nei temi trattati.
La collaborazione con enti come La Corte Ospitale e C.RE.A.RE Campania dimostra l’impegno nel valorizzare la cultura locale e le realtà artistiche che emergono da contesti marginali. Questi legami rafforzano il messaggio che “Felicissima jurnata” si propone di diffondere: ogni storia, ogni esistenza ha il diritto di essere raccontata e riconosciuta.
“Felicissima jurnata” si presenta quindi come un viaggio attraverso il Rione Sanità, tracciando un ritratto di una comunità vibrante, nonostante le sue difficoltà, e riconoscendo il valore delle sue storie uniche. In un tempo in cui l’isolamento e la difficoltà di comunicazione sono percepiti come normali, questo spettacolo offre un’importante riflessione sulla necessità di ascoltare e comprendere l’altro, sottolineando la potenza del teatro come strumento di connessione e comprensione umana.