La sorprendente vita di Eraldo Monzeglio: da calciatore di Mussolini a salvatore di partigiani

La sorprendente vita di Eraldo Monzeglio: da calciatore di Mussolini a salvatore di partigiani

La Sorprendente Vita Di Eraldo La Sorprendente Vita Di Eraldo
La sorprendente vita di Eraldo Monzeglio: da calciatore di Mussolini a salvatore di partigiani - Gaeta.it

La storia del calcio italiano è costellata di personaggi intriganti, tra cui emerge la figura di Eraldo Monzeglio, un calciatore che ha vissuto un’epoca segnata da grandi trionfi e profonde tragedie. Nel suo nuovo libro, “Il terzino e il duce”, Alessandro Fulloni ricostruisce le vicende di Monzeglio, il quale ha navigato attraverso le tumultuose acque del fascismo e della Resistenza. Raccontare la vita di Monzeglio significa immergersi nelle complessità del calcio, della guerra e delle scelte morali che l’hanno accompagnato.

Giuseppe Peruchetti: il portiere salvato da un eroe controverso

Le origini e il trasferimento a Milano

Giuseppe Peruchetti, portiere di talento, iniziò la sua carriera calcistica a Brescia per poi trasferirsi a Milano nel 1936. Qualche anno dopo, nel 1941, entrò nella Juventus, ma il suo sogno fu interrotto dalla Seconda Guerra Mondiale. Conflitti etici e politici si intrecciarono con il mondo del calcio mentre Peruchetti, sfollato ad Alba, si trovò coinvolto in eventi drammatici. Accusato di supporto ai partigiani, subì l’onta del carcere e si vide condannato a morte dai fascisti. L’atmosfera di attesa e terrore che accompagnava il suo destino si trasformò in un vero e proprio incubo per il calciatore.

Il salvataggio miracoloso

Nelle settimane in cui attendeva l’esecuzione, una figura inaspettata avrebbe cambiato il corso della sua vita: Eraldo Monzeglio. Monzeglio, noto non solo per le sue doti sportive ma anche per il suo presunto legame con il regime fascista, si schierò dalla parte di Peruchetti, utilizzando le sue influenze per ottenere il suo rilascio. Il gesto coraggioso di Monzeglio, che ha fatto fronte a un sistema che avversa senza pietà, evidenzia le sfide morali che si intersecano spesso nelle storie di vita pubblica e privata. Tornando sui suoi passi, Monzeglio, pur essendo un ‘uomo di fiducia’ del Duce, si rivelò in un contesto inaspettato: da oppressore a salvatore.

L’intreccio tra calcio e politica negli anni del regime fascista

Le vittorie mondiali del ’34 e del ’38

Il libro di Fulloni esamina anche il contesto sportivo e politico dell’epoca, caratterizzato dalle vittorie della Nazionale italiana ai Mondiali del 1934 e del 1938. Questi successi calcistici, che avrebbero dovuto fungere da vetrina per il regime, si scontrarono con le atroci leggi razziali che segnarono quel periodo storico. Monzeglio, che aveva vissuto in prima persona questi avvenimenti, fu testimone delle ombre che aleggiavano su tali trionfi. Secondo le sue parole, la vittoria del 1938 non solo aumentò il carico di propaganda del regime, ma contribuì anche alla consolidazione delle ideologie oppressive di Mussolini.

L’influenza delle leggi razziali

Monzeglio visse una lotta interna contro la sua coscienza, pesante sotto il peso delle leggi razziali che affliggevano il paese. La persecuzione degli Ebrei giunse a intaccare le sue convinzioni: la glorificazione dei trionfi sportivi si macchiò della consapevolezza che molti dei suoi compatrioti subivano l’ingiustizia del regime. Queste contraddizioni strutturarono una narrazione complessa in cui il sport si fece porta voce di speranze e brutalità.

Il coraggio e il cambiamento: Monzeglio tra fascismo e Resistenza

Relazioni tumultuose e le scelte di un uomo

Al centro del racconto di Fulloni c’è il personaggio di Eraldo Monzeglio, un atleta che scelse di non rimanere passivo in un periodo turbolento. Monzeglio accompagnò Edda Ciano, la figlia del Duce, a incontrare il marito Galeazzo Ciano nel carcere di Verona, un gesto che sottolinea il suo intricato rapporto con il potere. Questa fase della sua vita dimostra la tensione tra le influenze fasciste e le richieste di un’Italia che aspirava a un cambiamento. Monzeglio non rimase ancorato ai dogmi della sua gioventù, ma si trovò a compiere scelte audaci in un periodo in cui il rischio di rappresaglie era palpabile.

L’impatto sulla Resistenza e sull’eredità sportiva

I rapporti di Monzeglio con la Resistenza furono cruciali. Un documento di controspionaggio del 1944 lo catalogò come “agente del nemico”, mettendo in evidenza il suo status durante l’insurrezione. Grazie alla sua celebrità sportiva, Monzeglio si guadagnò la protezione dei partigiani, che riconobbero il suo coraggio nel mettere a rischio la sua vita. Tale trasformazione da figura controversa su un campo da calcio a potenziale salvatore di vite umane sottolinea come il calcio possa riflettere le complessità della storia, creando un legame imperituro tra sport e impegno civico.

Riflessioni sullo sport e sulla memoria storica

L’eredità di Monzeglio: calcio e soldi vecchi

L’eredità di Eraldo Monzeglio si riversa non solo nel mondo dello sport, ma anche nella memoria storica di un periodo carico di significato. Le sue esperienze e le scelte fatte porteranno a interrogarsi sul ruolo degli atleti in momenti critici. La domanda sul come il calcio possa fungere da strumento di cambiamento sociale e morale resta ancora oggi cruciale. I legami tra sportivi e contesti politici, spesso trascurati, dimostrano che la passione per il calcio si intreccia con la storia in modi che potrebbero sembrare impossibili da comprendere. La figura di Monzeglio illumina un percorso dimenticato che quotidianamente si vive nei cuori degli sportivi, in quanto richiamo a riflessioni etiche e storiche inevitabili.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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