Sassari ha ospitato un importante evento con una forte eco nella memoria storica italiana. In un momento di commemorazione, la Ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha condiviso la dolorosa storia della sua famiglia, esuli istriani che hanno vissuto sulla loro pelle le conseguenze del conflitto e della diaspora in seguito alla Seconda guerra mondiale. Questo racconto non è solo personale, ma rappresenta il dramma di oltre 300mila italiani costretti a lasciare le loro terre.
Il dramma della diaspora istriana
La Ministra Calderone ha rievocato le esperienze dei suoi nonni, che come molti altri italiani, furono costretti a lasciare l’Istria nel 1940. La perdita delle loro case, delle proprie radici e dei beni accumulati nel tempo segna una ferita profonda nella memoria collettiva. “Hanno dovuto reinventare la loro vita e quella dei loro figli”, ha dichiarato Calderone, sottolineando la resilienza e il coraggio richiesti a chi affronta la perdita in un contesto di violenza e incertezza. Questa narrazione mette in luce non solo il trauma individuale, ma anche quello connesso a una comunità intera, strappata via dalla propria terra natale.
La Sardegna, per la famiglia Calderone, è diventata una seconda patria. Negli anni successivi alla guerra, molti esuli si rifugiarono nell’isola, cercando di ricostruire le loro vite in un mondo nuovo e spesso ostile. L’arrivo di questi italiani in Sardegna non fu solo un trasferimento geografico, ma un vero e proprio tentativo di ricostruire un tessuto sociale e affettivo, che oggi giustamente viene ricordato. La Ministra ha evidenziato come la regione abbia saputo accogliere e integrare queste famiglie, ponendo le basi per un nuovo inizio nonostante il fardello del passato.
Importanza della memoria storica
Durante la cerimonia a Sassari, Calderone ha sottolineato l’importanza della memoria storica e dell’esperienza di chi ha vissuto l’esodo. Il “Treno del Ricordo” è stato scelto come simbolo di questa riconciliazione con la storia, promuovendo un approccio educativo verso le nuove generazioni. “È fondamentale far sapere ai giovani quello che è successo, per non dimenticare”, ha affermato. Questo richiamo alla memoria serve non solo a onorare gli esuli, ma anche a garantire che le ingiustizie del passato non vengano dimenticate, affinché simili situazioni non si ripetano in futuro.
Calderone ha messo in evidenza l’importanza di conoscere la storia di luoghi come Fertilia, che ha accolto molti esuli istriani, giuliani e dalmati. La crescita e l’evoluzione di queste comunità rappresentano un esempio di come, anche di fronte a enormi difficoltà, l’umanità possa trovare il modo di riemergere e prosperare.
Un messaggio di riconciliazione e speranza
Le parole della Ministra hanno toccato un tema centrale: la necessità di riconciliare il passato con il presente. Questo processo non è solo un atto di giustizia verso i propri antenati, ma anche un modo per costruire un futuro in cui le diversità siano viste come una risorsa e non come un ostacolo. La storia deve servire da lezione e fonte di insegnamento. Il viaggio di ritorno alle radici è così un messaggio di speranza, destinato a rimanere vivo nei cuori di chi, come Calderone, testimonia che ogni esule porta con sé non solo la nostalgia, ma anche un potenziale straordinario di rinascita e coesistenza.