La comunità di Isola Sacra, località che ha visto la transizione da palude a centro abitato grazie al lavoro di bonificatori e agricoltori, ricorda con affetto Maddalena “Lena” Compagnone. La sua vita, segnata dalla dedizione alla famiglia e al lavoro, rappresenta un capitolo significativo della storia locale. Questo articolo si propone di raccontare l’emozionante percorso di Maddalena, attraverso la voce della figlia Nadia Pacilli, evidenziando come il suo spirito generoso abbia ispirato molti.
L’origine di Isola Sacra e la famiglia Compagnone
La bonifica e la nascita di una comunità
Isola Sacra, oggi una vivace località di Fiumicino, ha una storia che affonda le radici in un passato diverso, caratterizzato da paludi e malattie. Negli anni ’30, i bonificatori intrapresero un arduo lavoro di trasformazione del territorio per combattere la malaria e rendere la terra abitabile e coltivabile. Tra i protagonisti di questa transizione c’era Carlo Compagnone, padre di Maddalena, che con il suo impegno edile e agricolo contribuì in modo determinante alla fondazione della comunità.
Una vita di sacrifici e valori
Maddalena nacque il 15 ottobre 1939 e crebbe in una famiglia dedicata al lavoro e all’agricoltura. Carlo era proprietario di vaste proprietà terriere e, insieme alla sua famiglia, continuò a lavorare instancabilmente per assicurare un futuro migliore ai propri cari. La figlia Nadia racconta di quanto fosse importante l’influenza della famiglia nella vita di Maddalena, sottolineando che “se oggi sono la donna che sono, lo devo alla famiglia di contadini dalla quale provengo.”
La vita quotidiana dei Compagnone si svolgeva attorno al lavoro nei campi, dove Maddalena iniziò ad aiutare il padre fin dalla tenera età. Queste esperienze formative furono alla base dei suoi valori e della mentale resilienza che mantenne per tutta la vita. La famiglia, con il suo legame profondo e i sacrifici condivisi, le conferirono una visione del mondo orientata alla generosità e all’affetto reciproco.
L’infanzia e i primi passi nel lavoro agricolo
Gli studi e le sfide quotidiane
Lena iniziò la scuola nel 1945, un momento in cui le difficoltà erano all’ordine del giorno. La scuola era rudimentale e composta da poche classi, e Maddalena si trovava spesso a dover gestire dopo la scuola le responsabilità agricole. La sua infanzia fu caratterizzata da un equilibrio instabile tra l’istruzione e il lavoro nei campi. Pur non amando particolarmente lo studio, Maddalena conseguì il diploma di quarta elementare, ma non si fermò fino a ottenere la quinta solo in età adulta.
Il sistema familiare di lavoro assicurava un costante coinvolgimento da parte di tutti i membri, e Maddalena divenne ben presto una figura cruciale per le attività quotidiane nella fattoria. La sua vita era una continua alternanza tra scuola, lavoro e giochi tra la natura. Nonostante le fatiche, trovava sempre il tempo per divertirsi e per correre a cavallo, simbolo di una gioventù spensierata che, purtroppo, doveva affrontare prove più dure con la crescita.
La crescita delle responsabilità
La vita di Maddalena cambiò nuovamente quando, all’età di 15 anni, si trovò a gestire la fattoria da sola, dopo che il fratello partì per il servizio militare e la sorella si sposò. Questo periodo fu particolarmente impegnativo ma formativo. Nonostante le fatiche, l’attaccamento alla terra e alla famiglia non la abbandonò mai, così come la determinazione di superare le avversità quotidiane. Già da giovane, il suo carattere forte si rivelò in ogni mezzo che utilizzava per sollevare i carichi del lavoro agricolo.
Il matrimonio e il legame con il territorio
Trasferimento e nuove sfide
Nel 1963, a 24 anni, Maddalena si sposò e dovette lasciare la casa paterna per iniziare una nuova vita. Questo passaggio fu per lei doloroso, poiché significava distaccarsi dai luoghi e dalle consuetudini che formavano la sua identità. Nel 1964, nacque la sua prima figlia, seguita da Nadia nel 1967. La gioia di essere madre si scontrava, però, con il desiderio di continuare a lavorare nei campi, anche se le nuove responsabilità familiari la portavano sempre più lontana dalla vita rurale.
Ritorno a Isola Sacra
Dopo alcuni anni trascorsi a Shangai, un quartiere di Fiumicino, nel 1969 Maddalena tornò finalmente a Isola Sacra. Qui poté ricominciare a coltivare le sue radici e riappropriarsi della sua vita, dimostrando la sua innata forza e resilienza. La tecnologia agricola nel frattempo stava cambiando, rendendo il lavoro un po’ più facile, anche se la fatica non cessava mai. Questo ritorno alla terra rappresentò per lei un momento di grande riconnessione, non soltanto con il territorio, ma anche con il suo passato.
L’imprenditoria e l’impatto sulla comunità
L’impegno commerciale di Maddalena
Nel corso degli anni, la figura di Maddalena non rimase limitata al lavoro nei campi; si rivelò anche un’imprenditrice. Insieme alla figlia Nadia, avviò un’edicola nella zona centrale di Isola Sacra, che divenne rapidamente un punto di riferimento per la comunità locale. Successivamente, aprirono un negozio di scarpe, una novità per Fiumicino, dove venne accolto con entusiasmo dai cittadini.
L’attività commerciale si sviluppò senza l’aiuto della tecnologia moderna, facendo riferimento a metodi tradizionali come l’uso delle Pagine Gialle per trovare fornitori. Nonostante le difficoltà iniziali, la perseveranza di Maddalena e Nadia portò a un successo che attirò clienti non solo da Isola Sacra, ma anche da Roma e Ostia.
Una donna sinonimo di generosità
Maddalena si distinse per la sua attitudine generosa e altruista. La sua vita fu un costante esempio di disponibilità nei confronti del prossimo, e tutti la ricordano come un’anima gentile che non ha mai cercato il profitto personale a scapito degli altri. Era solita dire che le difficoltà vanno affrontate con coraggio e determinazione, e il suo esempio ha ispirato generazioni nella comunità locale.
L’eredità di Maddalena nella comunità
L’impatto della sua prematura scomparsa
Purtroppo, la vita di Maddalena si spezzò nel 1994 a causa di una malattia oncologica. La sua scomparsa lasciò un vuoto profondo nei cuori della sua famiglia e dell’intera comunità. La sua figura continua a brillare nella memoria collettiva di Isola Sacra, dove è ricordata come una donna forte e generosa.
Nadia Pasilli, sua figlia, continua a portare avanti il ricordo di Maddalena, sottolineando quanto gli insegnamenti ricevuti abbiano influenzato la sua vita. Il legame di Maddalena con le rose, simbolo di amore e dedizione, rimane un’icona di come affrontare le avversità. La vita di Lena è un monito e una fonte di ispirazione per tutti coloro che si trovano ad affrontare sfide simili.
Ultimo aggiornamento il 22 Agosto 2024 da Fabio Belmonte