Un nuovo importante contributo alla letteratura enogastronomica italiana emerge con la pubblicazione del libro “Villa Bucci”, redatto dalla giornalista e critico di vino Cinzia Benzi. L’opera racconta non solo la benzina vitale del Verdicchio dei Castelli di Jesi, ma anche il percorso innovativo e la visione strategica di Ampelio Bucci, imprenditore di successo e pioniere in questo settore. Questo libro rappresenta un affascinante intreccio di storia, passione e cultura, capace di avvicinare i lettori al mondo del vino marchigiano.
Radici marchigiane e passione per la viticoltura
La narrazione si sviluppa intorno ai paesaggi delle Marche, un territorio noto per il suo patrimonio viticolo. Qui, Ampelio Bucci ha dedicato la sua vita a trasformare un’idea in una realtà; non solo ha coltivato la terra, ma ha anche abbracciato una filosofia enologica che ha elevato il Verdicchio a un riconoscimento internazionale. Questo vino non è semplice bevanda; è un prodotto che racconta storie di un’area, di un uomo e di una cultura.
Benzi delinea il percorso di Bucci, da semplice proprietario terriero a vignaiolo di fama mondiale. L’autrice esplora come la sua vita sia stata un messaggio di amore per la terra e per l’artigianato. La cantina Villa Bucci, ora parte di Oniwines della famiglia Veronesi, è un esempio di come tradizione e innovazione possano coesistere. L’acquisizione nel luglio 2024 ha rappresentato un importante snodo per la cantina, permettendo a Bucci di continuare a condividere la sua passione attraverso una nuova partnership.
L’eredità di Ampelio Bucci: tra sfide e conquiste
Nel libro viene presentata la storia personale di Ampelio Bucci, un uomo che ha affrontato numerose sfide nel settore vitivinicolo. La narrazione mette in evidenza non solo i trionfi, ma anche le battute d’arresto che hanno forgiato il suo carattere. La creazione di un’azienda di successo è stata guidata da una visione chiara e da un impegno costante. Il libro illustra come la sua dedizione e la sua competenza abbiano fatto la differenza, trasformando il Verdicchio in simbolo di eleganza e autenticità.
Al suo interno, vi è il resoconto di come Bucci abbia saputo affrontare equilibrando tradizione e innovazione. Ha promosso l’eccellenza del Verdicchio, rendendolo un vino apprezzato non solo in Italia, ma anche all’estero. Benzi utilizza immagini evocative e testi ricchi di dettagli che portano il lettore a esplorare la sua passione e il suo impegno. Ogni pagina trasmette un costante amore per la viticoltura e l’arte di produrre vino, creando così una connessione profonda tra il lettore e il mondo vitivinicolo marchigiano.
Un viaggio visivo tra fotografie e filosofia
Ad accompagnare il racconto di Benzi ci sono le fotografie di Francesca Brambilla e Serena Serrani, rinomate fotografe italiane specializzate nel settore enogastronomico. Il loro lavoro versatile offre un punto di vista emozionante su Villa Bucci, mostrandone la bellezza della campagna marchigiana e la cura nella produzione del vino. Le immagini aiutano a comprendere il legame tra il paesaggio e il prodotto finale, rendendo ogni bottiglia una risposta alle domande sulla storia e la passione che ci sono dietro.
Il libro non solo esplora la vita di Bucci, ma getta anche uno sguardo sulla famiglia Veronesi, la quale ha ricevuto l’eredità del fondatore, assicurandosi che i valori e le tradizioni continuino a prosperare. Federico Veronesi, il giovane imprenditore a capo della cantina, si trova ora a guidare quest’eredità con la stessa energia e rispetto che caratterizzano la filosofia di Ampelio Bucci. La transizione è presentata come un segno di continuità, promettendo di mantenere viva la visione di un’azienda che ha già conquistato il suo posto nel panorama internazionale del vino.
“Cinzia Benzi, con la sua narrazione appassionata, riesce a trasmettere l’eccellenza e l’autenticità del Verdicchio di Villa Bucci. Con “Villa Bucci”, i lettori non solo scopriranno un’azienda vitivinicola di successo, ma entreranno anche in contatto con il fervore e l’intuizione di un percorso enologico che continua a scrivere nuove pagine nella storia del vino italiano.”