Il Seeyousound International Music Film Festival di Torino ha celebrato un’importante vittoria per il documentario musicale “Going Underground” di Lisa Bosi, dedicato ai Gaznevada, storica band bolognese. Questa pellicola ha catturato l’attenzione del pubblico e della giuria, guadagnandosi il premio per il miglior documentario nella sezione Long Play Doc. Il festival rappresenta un’icona nel panorama cinematografico musicale, essendo la prima manifestazione a integrare una selezione internazionale focalizzata sulle interazioni tra musica e cinema.
L’importanza di Seeyousound e il riconoscimento a ‘Going Underground’
Seeyousound è rinomato per il suo approccio unico alla proiezione di film legati alla musica. Quello che distingue questo festival è la sua capacità di mettere in risalto opere che esplorano le intersecazioni tra esperienza visiva e ritmi sonori. Quest’anno, “Going Underground” ha brillato per la sua struttura visiva originale e per la sceneggiatura meticolosamente realizzata da Bosi, che ha saputo intrecciare diverse voci e prospettive in un’opera coesa. La giuria ha evidenziato il valore del lavoro di ricerca e montaggio che ha permesso di riscoprire una storia poco conosciuta a molte nuove generazioni. Premiando questo documentario, il festival pone l’accento sull’importanza di narrare le radici musicali e culturali, spesso dimenticate, che hanno formato l’attualità .
Gaznevada: una band simbolo di un’epoca
I Gaznevada hanno avuto un ruolo cruciale nella scena musicale italiana degli anni ’70 e ’80, un periodo caratterizzato da forte contestazione politica e innovazione artistica. Formatisi a Bologna, hanno attraversato un contesto fertile in cui la creatività si esprimeva attraverso generi come il punk, la new wave, l’Italo disco e l’house. Accanto a band storiche come Skiantos e Confusional Quartet, i Gaznevada hanno saputo catturare lo spirito del loro tempo, proponendo una musica provocatoria e dissacrante.
La storicità della band è amplificata dal contesto bolognese, un terreno fertile per le etichette indipendenti, come Harpo’s Bazar, che hanno dato il giusto supporto alla nascita di nuovi suoni. Inoltre, l’occupazione della Traumfabrik, un laboratorio artistico e culturale, ha rappresentato un punto di riferimento per gli artisti emergenti, contribuendo ulteriormente alla diffusione di nuove idee e forme d’arte. Questo contesto non solo ha favoriti i Gaznevada, ma ha anche dato vita a un movimento che ha influenzato le generazioni successive.
La narrazione visiva di ‘Going Underground’
Il film “Going Underground” non si limita a raccontare la storia di una band. Attraverso un ricco archivio di immagini e interviste, Bosi riesce a offrire una vista dettagliata sulla vita e le sfide dei Gaznevada. La narrazione è costruita in modo da non filtrare le esperienze e le emozioni dei protagonisti, rendendo lo spettatore partecipe di questo viaggio. L’aspetto distopico della messa in scena amplifica il messaggio della band, calcato sulla crisi dei giovani artisti, che trovano la loro voce in un mondo sempre più complicato.
La pellicola, girata tra Bologna e i suoi dintorni, fa rivivere i luoghi dove i Gaznevada hanno costruito la loro identità musicale. L’autrice ha dedicato una notevole attenzione al montaggio, assicurandosi che ogni scena rispecchiasse non solo la musica, ma anche l’atmosfera socioculturale di un’epoca. I momenti di contestazione e di ricerca artistica si intrecciano, rendendo “Going Underground” non soltanto un tributo ai Gaznevada, ma un’invito a riscoprire il potere della musica come forma di resistenza e affermazione.