La storica processione del venerdì santo a Sulmona: 198 anni di tradizione e fede

La storica processione del venerdì santo a Sulmona: 198 anni di tradizione e fede

La processione del Venerdì Santo a Sulmona, tradizione dal 1827, unisce fede, musica e simboli sacri nel centro storico con la partecipazione dei trinitari in saio rosso e un coro di 124 elementi.
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La processione del Venerdì Santo a Sulmona è una tradizione quasi bicentenaria che coinvolge la città in un rito di fede e raccoglimento, con i trinitari in saio rosso che guidano un corteo simbolico lungo il centro storico, accompagnato da canti sacri e momenti di profonda devozione. - Gaeta.it

La processione del venerdì santo a Sulmona rappresenta un evento che unisce la città in un momento di forte partecipazione e raccoglimento. Ogni anno, le strade del centro storico si animano di fedeli e turisti accorsi per seguire il lungo corteo dei trinitari in saio rosso. L’appuntamento del 2025 conferma una tradizione quasi bicentenaria, capace di coinvolgere intere generazioni nel ricordo della passione di Cristo, mantenendo vivi riti e simboli antichi nel cuore della comunità.

la presenza dei trinitari e il significato del corteo

I protagonisti della processione sono i membri dell’arciconfraternita dei trinitari di Vico dell’Ospedale. Circa 250 persone indossano un saio rosso che rende immediatamente riconoscibile il loro ruolo. Il passo lento e sincronizzato dei confratelli diventa una vera e propria colonna sonora dello svolgersi della serata, scandendo il ritmo di un corteo che appare come un solo corpo, un’anima unica. La precisione nell’incedere e la ripetitività del passo contribuiscono a trasmettere un senso di rispetto e raccoglimento, elementi fondamentali per questa manifestazione.

simbolismi e devozione

Questa processione simboleggia il trasporto di Gesù deposto dalla croce verso il sepolcro, un tema capace di alimentare la pietà popolare e di esprimere la memoria della Passione attraverso gli oggetti sacri che accompagnano il corteo: la bara, la croce in velluto cremisi detta il Tronco, e la statua dell’Addolorata. Dietro questi simboli si nascondono secoli di devozione e di fede che ancora oggi si riflettono nelle strade di Sulmona.

una tradizione radicata dal 1827

I documenti d’archivio riportano la prima edizione di questa processione al 13 aprile 1827. Fu in quell’anno che la Congrega dei Nobili cedette il testimone proprio ai trinitari, affinché continuassero a portare avanti il rito. Da quel momento il corteo non ha mai interrotto il suo cammino, conservando intatto il valore religioso e sociale in un contesto urbano che nel tempo ha accolto un crescente flusso di visitatori.

Sulmona, città ricca di storia, vive in quei giorni un fermento particolare. Non mancano i preparativi nelle case lungo il percorso e l’attesa si percepisce soprattutto tra i vicoli del centro storico. Qui la partecipazione diventa più intensa, con molti abitanti che preparano croci o accendono candele davanti alle proprie abitazioni. Il senso di appartenenza è tangibile: la processione “passa sotto casa”, come ricorda un residente con voce rotta dall’emozione. Questo stretto rapporto tra riti civili e familiarità contribuisce a mantenere viva la tradizione anche tra le nuove generazioni, senza perdere i legami con il passato.

lo svolgimento della serata

La processione si apre intorno alle 20, all’imbrunire, ma la chiesa rimane aperta già dalle 18 per permettere una visita agli oggetti sacri custoditi all’interno. Il catafalco con la bara del Cristo morto attira numerosi fedeli e turisti, che si fermano qualche istante in silenzio per un momento di riflessione. La grande croce vellutata cremisi che apre la processione, il Tronco di Nicola Gizzi del 1752, è stato recentemente restaurato con cura, riportandolo all’aspetto originale dopo un secolo dall’onorificenza ricevuta da papa Pio XI.

il percorso e i momenti salienti

Alle prime note della marcia funebre segue il canto del Miserere. Il corteo si muove lungo un percorso che attraversa via Ciofano, via Corfinio, via Barbato, la villa comunale, corso Ovidio, via De Nino e via Angeloni, mantenendo un ritmo uniforme e rispettoso. In piazza Garibaldi avviene un momento simbolico di scambio con i confratelli di S. Maria di Loreto, riconoscibili dalla mozzetta verde, protagonisti della rappresentazione pasquale della Madonna che scappa.

Da qui, i trinitari entrano in piazza Plebiscito, da cui si snoda la fase finale della processione. Attorno alla mezzanotte il corteo rientra nella chiesa dell’Annunziata, dove la preghiera conclusiva del vescovo chiude la lunga notte di preghiera e raccoglimento.

il coro e la componente musicale nel rituale

Un elemento centrale della processione è rappresentato dal coro composto da 124 elementi. La presenza di un gruppo così numeroso assicura una performance corale intensa e partecipata. I canti sono tratti dal salmo 50 e comprendono diverse versioni, tra cui quella di Raffaele Scotti, già nota negli ambienti religiosi della regione.

I brani Amplius, Tibi Soli, Ecce si alternano nel corso della serata, accompagnando i momenti principali della processione. Questo accompagnamento musicale aumenta la profondità emotiva del rito, creando un’atmosfera che oscilla tra il dolore e la speranza. Il coro assume un ruolo di memoria viva, tramandando un patrimonio culturale e liturgico che lega le generazioni.

significati e strumenti della tradizione

I simulacri esposti all’attenzione dei presenti, in particolare la bara del Cristo e la statua dell’Addolorata, rappresentano il fulcro visivo e simbolico di questa manifestazione, sorretti da una cornice sonora di sacralità che sottolinea il senso profondo della Passione.

La processione del venerdì santo di Sulmona continua a essere una delle espressioni più vivide della pietà popolare italiana, tra fede e storia, arte e partecipazione collettiva. Ogni anno si rinnova un legame che affonda le radici nel tempo e nei cuori dei cittadini.

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