Nella guerra in corso tra Russia e Ucraina, incessanti notizie emergono riguardo alle modalità di operazione dei soldati russi. Uno degli aspetti più preoccupanti è rappresentato dall’utilizzo di soldati disarmati, noti come ‘cammelli‘, per trasportare munizioni e altro equipaggiamento al fronte. Questa strategia, introdotta dalla compagnia mercenaria Wagner durante l’assedio di Bakhmut, continua a essere impiegata anche dopo lo scioglimento del gruppo. In questo contesto, è fondamentale esaminare le dinamiche e le conseguenze di tale approccio.
La nascita della tattica del cammello
La tattica del ‘cammello‘ è stata concepita nell’autunno del 2022 come risposta alla drammatica situazione sul campo di battaglia, specialmente durante l’assalto a Bakhmut. Questo modus operandi prevede che un soldato, privo di protezione, corra a piedi per consegnare munizioni e materiale essenziale alle forze russe. Originariamente, l’operazione si basava sulla disperazione e sull’urgenza, mirando a mantenere riforniti i combattenti in prima linea, ma con costi umani allarmanti.
All’epoca dell’assalto a Bakhmut, che ha visto una delle campagne più sanguinose della guerra, decine di migliaia di soldati, inclusi mercenari di Wagner, hanno perso la vita. L’esposizione dei ‘cammelli‘ al fuoco nemico, in particolare dei cecchini, ha sollevato interrogativi sull’efficacia di tale strategia. A dispetto dei rischi noti, il governo russo ha continuato a implementare questa pratica, affidandosi a soldati costretti a svolgere compiti mortali.
L’evoluzione della minaccia sul campo di battaglia
Con l’introduzione dei droni FPV , il contesto della guerra è ulteriormente cambiato. Questi droni, pilotati da remoto e dotati di telecamere, hanno reso la vita dei soldati sul campo ancora più pericolosa. Il soldato designato a trasportare munizioni diventa un facile bersaglio per i droni e i cecchini. In un recente video girato vicino a Toretsk, in Donetsk, è stato documentato il tragico destino di un ‘cammello‘ ucciso dopo essere stato localizzato e seguito da un drone.
Questa vulnerabilità ha sollevato preoccupazioni non solo per il benessere dei soldati russi, ma anche per le implicazioni morali di tale strategia. La scelta di inviare soldati disarmati al fronte non solo evidenzia la mancanza di risorse adeguate, ma mette anche in luce un atteggiamento cinico nei confronti della vita umana. A differenza di altre potenze militari, che tendono a investire in tecnologia per proteggere le proprie forze, la Russia sembra sacrificare i suoi uomini in operazioni dove la probabilità di sopravvivenza è estremamente bassa.
Conseguenze e reazioni internazionali
Di fronte a questo scenario, le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Il neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha commentato le perdite russe, affermando che Mosca avrebbe già perso quasi 1 milione di soldati. Tale affermazione mette in evidenza la drammaticità della situazione e suggerisce la necessità di un accordo diplomatico. Secondo Trump, le forze russe stanno affrontando grandi difficoltà , e il governo di Putin deve prendere in considerazione un compromesso.
La comunità internazionale sta monitorando attentamente la guerra, con particolare attenzione alle tattiche impiegate. L’uso di soldati come ‘cammelli‘ per portare a termine rifornimenti è in evidente contrasto con le norme internazionali riguardanti la guerra e la protezione dei civili e dei soldati. Questo approccio ha sollevato interrogativi sull’etica delle operazioni di guerra condotte dalla Russia e sulla capacità di mantenere una certa dignità umana anche in contesti così devastanti.
In un contesto di conflitto acceso, i legami tra tattica militare e morale stanno diventando sempre più critici. La scelta della Russia di continuare con pratiche ad alto rischio solleva interrogativi sul futuro della guerra e sulle possibili reazioni globali a tale strategia.
Ultimo aggiornamento il 22 Gennaio 2025 da Sara Gatti