Francesca Ghio, consigliera comunale e attivista della lista Rossoverde, ha condiviso recentemente una toccante testimonianza riguardo alla violenza subita durante la sua infanzia. Durante una seduta in aula rossa del Comune di Genova, Ghio ha parlato con franchezza di un’esperienza che ha segnato profondamente la sua vita e ha richiamato l’attenzione sulla persistenza della violenza sulle donne. Questo intervento si inserisce in un’ordine del giorno presentato da Arianna Viscogliosi del gruppo Misto, dedicato alla sensibilizzazione sul tema cruciale della violenza di genere.
Un racconto di sofferenza
Nel momento in cui ha iniziato il suo intervento, Ghio ha rievocato il dramma vissuto all’età di 12 anni, descrivendo un periodo buio in cui è stata vittima di abusi fisici e psicologici. Le sue parole hanno colpito l’uditorio, molti dei quali inizialmente ritenevano che il suo racconto fosse una testimonianza estranea. “Mi sono rassegnata, fino a credere che me lo ero meritata,” ha sottolineato, dipingendo un quadro di isolamento e confusione che molte vittime di violenza possono riconoscere. La consigliera ha evidenziato la difficoltà di comprendere e denunciarsi, soprattutto in giovane età, in un contesto in cui le informazioni e le risorse sono inaccessibili. Ghio ha messo in evidenza come questo tema non riguardi soltanto il suo vissuto, ma sia un fenomeno collettivo, insito in molte esperienze femminili.
La mancanza di supporto e di strumenti
Francesca Ghio ha poi continuato la sua riflessione sul fatto che, a distanza di anni, nulla sembra essere cambiato nella società riguardo alla violenza sulle donne. La sua testimonianza si è trasformata in una critica alla cultura del silenzio che circonda tali episodi. “Gli uomini continuano a violentare, nel silenzio complice di una società che non ha gli strumenti per fermare questa violenza,” ha affermato, sottolineando la necessità di un cambiamento radicale nelle politiche di sostegno alle vittime e nell’educazione alla cultura del rispetto. Ghio ha esortato ad affrontare questi temi senza paura, invitando tutti a riconoscere la gravità della situazione e a impegnarsi per un futuro migliore.
Un impegno personale e collettivo
Oltre a condividere la sua esperienza personale, Ghio ha anche parlato del suo impegno come rappresentante della comunità. La consigliera è stata attiva nel promuovere iniziative che favoriscano la partecipazione di neogenitori in consiglio comunale, dimostrando una sensibilità verso le difficoltà quotidiane delle famiglie. Concludendo il suo intervento con una citazione dalla canzone “Bandiera” di Giulia Mei, ha sottolineato l’importanza di dare voce a chi non può farlo. “Io sono una voce, sono una bandiera, il mio corpo è politico,” ha detto, riassumendo la sua motivazione per denunciare le ingiustizie che affliggono molte donne. La sua testimonianza non è soltanto un inno alla resilienza, ma un invito all’azione collettiva per combattere la violenza di genere e promuovere il rispetto e la dignità femminile in ogni ambito della vita sociale.
Questa testimonianza, quindi, si configura come un importante momento di riflessione per la comunità genovese e non solo, richiamando l’attenzione su un problema che richiede impegno e azione concreta da parte di tutti.
Ultimo aggiornamento il 26 Novembre 2024 da Elisabetta Cina