La testimonianza di un sopravvissuto: viaggio in scena a Marzabotto per il Giorno della Memoria

La testimonianza di un sopravvissuto: viaggio in scena a Marzabotto per il Giorno della Memoria

Il 27 gennaio, Marzabotto ospita “Storia di un uomo magro”, un monologo che racconta la sopravvivenza di Vittorio Palmas nei lager nazisti, promuovendo la memoria storica e il ricordo delle vittime della Shoah.
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La testimonianza di un sopravvissuto: viaggio in scena a Marzabotto per il Giorno della Memoria - Gaeta.it

Il 27 gennaio, giorno simbolico per la commemorazione delle vittime della Shoah e dei conflitti mondiali, Marzabotto ospita un evento particolarmente significativo. Sarà presentato lo spettacolo “Storia di un uomo magro“, un monologo toccante che narra le esperienze di un uomo sopravvissuto agli orrori dei lager nazisti. L’evento, fortemente voluto dall’associazione Pane & Cioccolata, avrà luogo in due fasce orarie: 10.30 e 21.00, presso la scuola media Giuseppe Dossetti. La rappresentazione, diretta e interpretata da Paolo Floris, si accompagna alle musiche dal vivo di Pier Paolo Vacca ed è basata sull’opera “La ghianda è una ciliegia” di Giacomo Mameli.

Lo spettacolo e il suo significato

Storia di un uomo magro” è un’opera di narrazione teatrale che, nel corso degli anni, ha conquistato un ampio pubblico, raggiungendo un totale di 137 repliche. Questo spettacolo si è affermato come il più rappresentato in Italia nel Giorno della Memoria, coinvolgendo oltre 130 scuole e oltre 25.000 studenti. La tournée, che proseguirà anche nel 2025 toccando 13 località di sei diverse Regioni , è una testimonianza della costante crescita dell’interesse verso la memoria storica. Quest’anno, l’appuntamento di Marzabotto risalta come il punto culminante di un progetto che si propone di far conoscere le atrocità del passato e il valore della memoria.

Il monologo presenta le vicende di Vittorio Palmas, un prigioniero di guerra originario di Perdasdefogu, in Ogliastra. La sua straordinaria storia di sopravvivenza, vissuta in circostanze estreme, serve a trasmettere un messaggio potente sui temi della memoria e del ricordo. Vittorio, infatti, ha raccontato che “sono vivo per due chili“, riferendosi a come la sua vita sia stata risparmiata grazie a un peso corporeo che gli ha permesso di continuare a lavorare nei campi di concentramento. Questa vulnerabilità, a sua volta, sottolinea le disumane condizioni cui erano sottoposti i prigionieri.

Il contesto storico e l’importanza del ricordo

Durante la conferenza stampa che ha preceduto la tournée, Giacomo Mameli ha evidenziato l’importanza di rappresentare lo spettacolo in un luogo simbolico come Marzabotto, noto per l’eccidio avvenuto nel 1944. L’Associazione Nazionale Partigiani Italiani ha fortemente voluto che “Storia di un uomo magro” fosse portato sulla scena per onorare la memoria delle quasi 800 vittime innocenti di uno dei crimini di guerra più gravi della Seconda Guerra Mondiale. Mameli ha rilevato quanto oggi sia fondamentale ricordare le atrocità del passato, soprattutto in un momento in cui le democrazie sembrano trovarsi di fronte a sfide significative.

Lo spettacolo ha il potere di spingere il pubblico a riflettere sulle cicatrici lasciate dagli eventi storici, ricordando che la memoria non è solo un’informazione da catalogare, ma una responsabilità che ogni generazione deve affrontare. Attraverso la narrazione di Palmas, il pubblico ha la possibilità di comprendere l’impatto della guerra sulle persone comuni e il rischio di ripetere gli errori del passato, rendendo questa rappresentazione ancor più attuale e necessaria.

La narrazione come strumento di memoria

La scelta del teatro di narrazione per veicolare questi temi è particolarmente significativa. Paolo Floris, regista e attore, ha sottolineato come questa forma artistica riesca ad avvicinare il pubblico a storie di vita reale, spesso dimenticate o trascurate dai libri di storia. Attraverso la voce di un sopravvissuto, il teatro diventa un mezzo di emozionante comunicazione, capace di trasmettere la forza dei singoli racconti umani.

L’arte ha la capacità di toccare le corde più profonde dell’animo umano. La storia di Vittorio è rappresentativa di una moltitudine di esperienze che, nella loro individualità, compongono un mosaico di dolore e resistenza. “Storia di un uomo magro” testimonia non solo il coraggio di un uomo, ma l’eredità di una generazione che ha vissuto nell’incubo della guerra e dell’oppressione. Promuovere questo tipo di eventi non è solo un atto commemorativo, ma anche un invito alla riflessione critica sul presente e sulle sfide future per la pace e la giustizia.

L’incontro di lunedì a Marzabotto rappresenta una nuova opportunità per confrontarsi con un passato doloroso e per promuovere una cultura della memoria attiva e coinvolgente.

Ultimo aggiornamento il 20 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina

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