A partire da oggi, Verona ospita Vinitaly, la fiera del vino più nota e rispettata d’Italia, con la Toscana in primo piano. La manifestazione accoglie 450 espositori, tra cui aziende vinicole, consorzi e camere di commercio. Questa edizione dell’evento riunisce non solo produttori, ma anche rappresentanti istituzionali. Presenti all’inaugurazione, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e la vicepresidente e assessora all’agricoltura, Stefania Saccardi.
Numeri impressivi per la viticoltura toscana
“E’ un mondo che in Toscana conta 12.500 produttori e una superficie coltivata a vite di 61.431 ettari“, ha dichiarato Giani durante un incontro stampa tenutosi nello stand del Consorzio Vino Chianti Classico. Dalla sua affermazione emerge la rilevanza della viticoltura toscana, caratterizzata da un’alta percentuale di certificazioni: oltre il 95% dei vigneti è riconosciuto come Doc, Docg o Igt e il 38% delle vigne è coltivato secondo pratiche biologiche. Questo fa della Toscana una delle regioni leader nel panorama vitivinicolo italiano e internazionale.
I dati resi noti dal presidente pongono l’accento sull’importanza di supportare i produttori locali, specialmente in un clima economico caratterizzato da incertezze, come la questione dei dazi. Giani ha espresso ottimismo riguardo alla qualità dei vini toscani, adducendo che tali caratteristiche potrebbero superare le barriere protezionistiche. Riconosce, però, l’importanza del supporto pubblico. Le aziende toscane hanno bisogno di strumenti per promuoversi all’estero e di investimenti per rinnovare i vitigni. Tutto ciò mirato a garantire una produzione sempre più competitiva.
La strategia di promozione nei mercati esteri
Stefania Saccardi ha sottolineato l’importanza della presenza toscana a Vinitaly, evidenziando il patrimonio vitivinicolo unico della regione. La Saccardi ha messo in evidenza che oltre il 60% dei vitigni in Toscana ha meno di vent’anni, un segnale di freschezza e potenziale innovazione nel settore. La sfida però rimane: affrontare i dazi che hanno impatti su export e vendite.
L’assessora ha evidenziato la necessità di continuare a investire nella qualità e nel valore del vino toscano. La strategia include anche la diversificazione dei mercati, puntando a rafforzare la presenza in aree al di fuori degli Stati Uniti. Quest’ultimo è stato un mercato storico per i vini toscani, con una rappresentanza del 33% in quantità e il 40% in valore. Nonostante ciò, le aziende devono prepararsi a competere su scenari globali, rendendo il vino toscano sinonimo di qualità e tradizione.
La qualità come risposta alle sfide del mercato
La qualità del prodotto emerge come un tema cruciale per affrontare le sfide del mercato globale. Giani e Saccardi sono concordi nel sottolineare che il vino toscano, simbolo di una tradizione secolare, possiede le caratteristiche necessarie per conquistare i consumatori anche in un contesto di forte concorrenza. “Dobbiamo continuare a lavorare sulla qualità, sul valore del nostro prodotto e sulla promozione,” ha affermato Saccardi, suggerendo che una strategia ben pianificata potrebbe svolgere un ruolo chiave nel garantire la sostenibilità del settore.
L’industria vitivinicola toscana si prepara, dunque, a sfruttare le opportunità presentate da eventi come Vinitaly, rafforzando il legame tra tradizione e innovazione. La determinazione di produttori e istituzioni a mantenere viva e prospera questa vitalità rappresenta una speranza per il futuro del vino toscano, un tesoro da valorizzare e proteggere.