La tragedia della frana al cimitero di Poggioreale: recuperati quasi 6000 corpi in tre anni

La tragedia della frana al cimitero di Poggioreale: recuperati quasi 6000 corpi in tre anni

La frana del 5 gennaio 2022 al cimitero di Poggioreale ha devastato la struttura, costringendo le famiglie a cercare i resti dei loro cari tra detriti e incertezze.
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La tragedia della frana al cimitero di Poggioreale: recuperati quasi 6000 corpi in tre anni - Gaeta.it

Nel cuore del cimitero di Poggioreale, a Napoli, la tragedia di una frana avvenuta il 5 gennaio 2022 continua a colpire le famiglie in lutto e la comunità. Una parte del cimitero è stata distrutta, portando alla luce non solo una catastrofe fisica ma anche un profondo dolore umano. I familiari dei defunti non si sono arresi, scavando con forze e mezzi rudimentali per cercare di recuperare ciò che resta dei loro cari, in un contesto di grande precarietà e tristezza.

La frana e le sue conseguenze

Il cimitero di Poggioreale, uno dei più antichi e importanti di Napoli, ha subito gravi danni a causa di una frana che ha colpito la struttura, portando via tre piani interi di cappelle funerarie. Questo evento ha avuto un impatto devastante, non solo sul patrimonio storico e culturale del luogo, ma soprattutto sulle famiglie che avevano perso i propri cari e che ora si trovano a dover affrontare la rimozione di detriti e corpi.

Tra i detriti, migliaia di salme si trovano ora nel caos, mescolate tra loro. La situazione è tanto drammatica quanto complessa. I familiari, come Anna, Pina e Nicola, non si sono limitati a piangere i loro cari: sono entrati nell’area disastrata, armati di vanghe, picconi e a volte anche a mani nude, per cercare di recuperare le ossa. Questo gesto di amore e determinazione ha portato alla raccolta di una busta piena di resti, un simbolo tangibile della difficoltà di un processo che avrebbe dovuto essere rispettoso e dignitoso.

Il recupero delle salme e le difficoltà incontrate

Da quel tragico giorno, il Comune di Napoli ha avviato operazioni di recupero, ma la strada è stata lunga e tortuosa. I numeri parlano chiaro: circa 6000 corpi sono stati ritrovati e identificati, un lavoro che ha richiesto impegno e risorse considerevoli, in un contesto di emergenza. Tuttavia, nonostante i progressi, restano ancora circa 300 salme di cui non si ha notizia, un’attesa che pesa sulle famiglie e crea un ulteriore strato di angoscia e impotenza.

Il recupero delle salme ha implicato diverse fasi, compresi accertamenti tecnici e analisi, per assicurare che ogni corpo fosse trattato con la dignità che merita. Nonostante questo, le famiglie hanno vissuto un lungo periodo di incertezza e preoccupazione, dovendo affrontare non solo il dolore della perdita ma anche la frustrazione di un processo a volte lento e burocratico.

Le emozioni e i ricordi delle famiglie colpite

La vicenda ha messo in luce non solo la fragilità delle strutture cimiteriali ma anche la resilienza e la forza dei familiari. Ogni storia di recupero è un racconto di amore e memoria, in cui il gesto di scavare rappresenta un atto di presa di coscienza del proprio lutto. Ogni ossa ritrovata è una testimonianza del legame che persiste tra i vivi e i morti, un legame che si fa più forte anche in presenza di tali avversità.

Il cimitero di Poggioreale, dopo la frana, è diventato molto più di un luogo di sepoltura. È un simbolo della perdita e al tempo stesso della speranza, un luogo in cui il dolore ha trovato un modo per esprimersi attraverso la determinazione e l’amore. Famiglie come quelle di Anna, Pina e Nicola dimostrano che, anche nei momenti più bui, l’umanità trova le forze per rialzarsi, custodi della memoria dei propri cari.

Ultimo aggiornamento il 6 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano

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