La tragedia della scuola di Gorla: il racconto di Sergio Francescatti, testimone della storia

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La tragedia della scuola di Gorla: il racconto di Sergio Francescatti, testimone della storia - Gaeta.it

Un tragico evento segnò la vita del quartiere di Gorla il 20 ottobre 1944, quando un errore fatale degli Alleati colpì una scuola elementare, infliggendo ferite che durano fin oltre ottant'anni. Sergio Francescatti, un sopravvissuto di questo disastro e custode della memoria di quella strage, ci ha lasciato passando a miglior vita all'età di 87 anni. La sua storia è un monito sulla fragilità della pace e sull'importanza della memoria storica.

La strage della scuola elementare di Gorla

Il contesto storico e del tragico evento

Il 20 ottobre 1944, la Seconda Guerra Mondiale era ancora in pieno corso e Milano, come molte altre città italiane, stava vivendo momenti di grande ansia e paure, legate agli attacchi aerei. Durante quel giorno, l'allerta aerea suonò due volte, ma non tutti riuscirono a mettersi al riparo nel rifugio antiaereo della scuola elementare di Gorla. Fu proprio in questo frangente che un aereo degli Alleati bombardò la struttura, colpendo non solo l'edificio ma devastando irrimediabilmente la vita dei bambini, delle famiglie e dell'intera comunità.

Sergio Francescatti, allora solo un bambino di 7 anni, si trovava nell'edificio in quel momento fatale. Mentre molti cercavano rifugio, lui decise di tornare indietro per prendere il giaccone del padre, un gesto che si sarebbe rivelato cruciale per la sua salvezza. L'esplosione uccise un gran numero di alunni, andandosi a sommare alla tragedia di una città già provata dal conflitto. Questo drammatico evento segnò una intera generazione, e il quartiere di Gorla portò a lungo il peso di quel giorno tragico, un prezzo che nessuna comunità dovrebbe mai sostenere.

La testimonianza di Sergio Francescatti

Il racconto di un sopravvissuto

Nel subire il terribile impatto della bomba, Sergio Francescatti visse un momento che avrebbe segnato per sempre la sua esistenza. "[...] Al 2° piano incontrai un alunno più grande, Ambrogino, che mi aiutò a prendere il soprabito dall’appendiabiti e sulle scale ci fermammo a guardare gli aerei dalle finestre. Poi ricordo un boato e un bagliore," raccontava spesso Francescatti, rievocando il terrore e la confusione di quei momenti.

Dopo la deflagrazione, si ritrovò in un contesto di caos e devastazione: "Quando ripresi i sensi, ero carponi con soprabito e cartella in mano. Il mio amico era morto." La strage non solo portò via vite innocenti, ma lasciò anche cicatrici indelebili nei sopravvissuti, come quella di Sergio, che per due mesi non riuscì a parlare. La violenza della guerra lo colpì non solo fisicamente, rendendolo perpetuamente sensibile ai rumori forti, ma anche psicologicamente.

Il ruolo da custode della memoria

L'impegno per ricordare le vittime

Sergio Francescatti divenne ben presto una delle voci più note tra i "custodi della memoria" della strage di Gorla. Insieme ad altri membri del gruppo, tra cui la fondatrice Graziella Ghisalberti, si impegnò costantemente per mantenere viva la memoria di quel giorno. Attraverso conferenze, incontri con studenti e trasmissioni televisive, hanno cercato di educare le nuove generazioni sull'importanza di non dimenticare le atrocità del passato.

Un aspetto significativo della loro missione era anche la lotta per il riconoscimento di quanto accaduto, che includeva richieste di giustizia per le vittime e la loro famiglia. Nel 2019, finalmente, giunse una lettera di scuse dal Consolato americano, un gesto che sottolinea quanto sia essenziale affrontare e riconoscere la storia per poter costruire un futuro migliore.

L'eredità di Sergio Francescatti

Il ricordo di un uomo di grandi valori

Sergio Francescatti, scomparso recentemente all'ospedale di Novara, ha lasciato un'eredità duratura. La sua vita, segnata dalla tragedia e dal dolore, è un esempio di resilienza e di come la memoria possa diventare una forza motrice per il cambiamento. La storia di Francescatti non è solo un monito sulle conseguenze della guerra, ma è anche un invito a tutti a riflettere su quanto sia importante coltivare la pace e la solidarietà.

La sua vita e il suo impegno continueranno a essere ricordati, non solo per il dolore che ha vissuto ma anche per la dedizione con cui ha mantenuto viva la memoria delle vittime della strage. La cerimonia funebre si terrà presso la chiesa di Santa Teresa, dove la comunità avrà l'opportunità di onorare un uomo che ha dedicato la sua vita a garantire che le vite spezzate quel giorno non siano dimenticate.

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