La trasformazione linguistica della politica italiana

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La trasformazione linguistica della politica italiana - Gaeta.it

Nostalgia del politichese: un passato affascinante

Negli anni ’90, il “politichese” dominava la scena politica italiana, con un linguaggio criptico e allettante che suggeriva ai politici di chiedere voti sulla base della loro capacità di eloquio, in netto contrasto con il rifiuto della Prima Repubblica. Questa era l’epoca in cui parlare “meglio degli altri” era considerato un vantaggio e un’arma vincente. Ma come rileva il linguista Michele A. Cortelazzo, con la transizione verso i nuovi politici è emerso un nuovo paradigma linguistico, il “gentese”, in cui la lingua della “gente” ha preso il sopravvento. Questo cambiamento è raccontato nel libro “La Lingua della neopolitica. Come parlano i leader”.

Il fenomeno del rispecchiamento nella linguistica politica

Oggi assistiamo a una radicalizzazione del fenomeno del rispecchiamento, come spiega il professor Cortelazzo, in cui i politici utilizzano i social media per diffondere discorsi di odio e stereotipi negativi contro i rivali, generando una sorta di “socialese”. Nonostante ciò, l’ombra del politichese sembra ancora permeare il dibattito politico, con l’impiego di termini come “esternalizzazione” che trovano spazio nei discorsi dei politici, anche a livello internazionale.

Linguaggio politico contemporaneo: tra valori e denigrazione

Nel panorama linguistico attuale, emerge chiaramente la diversità di approcci tra i vari partiti politici. Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni si distinguono per l’uso di un lessico valoriale, mentre il Partito Democratico oscilla tra momenti di deficit lessicale e di rinascita linguistica. Il Movimento 5 Stelle si orienta verso un linguaggio più volgare e denigratorio, mentre la Lega di Matteo Salvini si caratterizza per un’eccessiva comunicatività e l’uso di termini spregiativi nei confronti degli avversari.

Il ruolo dei leader politici nella creazione di nuovi neologismi

Nel contesto politico italiano, i leader giocano un ruolo chiave nella creazione e diffusione di nuovi neologismi e espressioni linguistiche. Silvio Berlusconi è stato un innovatore nel linguaggio politico, transitando dal politichese al gentese e introducendo nuove metafore, come la “discesa in campo”. Tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito a un declino del suo smalto linguistico, con il rischio di scivolare nel “socialese”.

Il linguaggio politico alla luce della pandemia

La pandemia da Covid-19 ha lasciato un’impronta significativa sul linguaggio politico, con l’uso diffuso di termini burocratici e anglismi legati alla gestione dell’emergenza sanitaria. Il professor Cortelazzo analizza il ritorno di espressioni come “lockdown”, “green pass” e “smart-working”, evidenziando il ruolo che la crisi sanitaria ha avuto nella trasformazione del lessico politico.

Nel ricordo affettuoso di Sergio Mattarella

Infine, il professor Cortelazzo dedica una nota di affetto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricordando un momento umoristico in cui il responsabile della comunicazione del Quirinale segnalò un ciuffo fuori posto al Presidente durante la registrazione di un intervento sull’emergenza sanitaria. Questo episodio dimostra come, a volte, siano le piccole e umane interazioni a rimanere impresse nella memoria collettiva più degli argomenti istituzionali.

La trasformazione del linguaggio politico in Italia è un viaggio attraverso epoche e stili diversi, che riflettono le evoluzioni della società e delle dinamiche politiche. Ogni parola e espressione assume un significato simbolico e rappresenta un tassello nella costruzione dell’immagine e della comunicazione dei leader politici.

Ultimo aggiornamento il 15 Maggio 2024 da Laura Rossi

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