La trattoria “da Sora Menica”: un simbolo di resilienza e innovazione al Passoscuro

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La trattoria "da Sora Menica": un simbolo di resilienza e innovazione al Passoscuro - Gaeta.it

L’epopea di Sora Menica, nome con cui era conosciuta Domenica Santarelli, racconta la storia di una donna che ha saputo trasformare un'area inospitale in un luogo di accoglienza e solidarietà. Questa narrazione, che si intreccia con il progetto “Cultura, Turismo, Lavoro” finanziato dall'Unione Europea, evidenzia l'importanza della perseveranza femminile in un contesto di sfide e cambiamenti.

La nascita di una donna straordinaria

Le origini di Domenica Santarelli

Domenica Santarelli nacque il 3 giugno 1883 a Capricchia, una piccola frazione nel cuore del parco nazionale del Gran Sasso. La sua infanzia fu segnata dalle difficoltà economiche della sua famiglia, che viveva principalmente di agricoltura, in particolare della coltivazione delle lenticchie. La vita del paesino montano si rivelò una lotta costante, non solo per le risorse limitate, ma anche per le tragedie della guerra.

Durante la Prima Guerra Mondiale, Domenica perse il marito in battaglia e si trovò a dover crescere due bambini piccoli in un contesto critico. Da questa sfida, la sua determinazione iniziò a prendere forma. Decise di aprire una locanda per guadagnarsi da vivere e offrire un futuro migliore ai suoi figli. Tuttavia, il contesto circostante, caratterizzato da poche opportunità, rese difficile la prosecuzione di questa attività.

Un capitolo a Roma

In cerca di maggiore possibilità, Domenica ricevette un invito da un familiare a trasferirsi a Roma, un'opportunità che si dimostrò cruciale. Trasferitasi con i suoi figli in via dei Serpenti, Domenica si trovò ad affrontare la frenesia della capitale, un ambiente radicalmente diverso rispetto a quello montano. Tuttavia, dopo solo sei mesi a Roma, le cose non andarono come sperato. Perso un ulteriore marito, Domenica dovette affrontare nuovamente quella solitudine che la accompagnava sin dalla gioventù.

Nonostante le difficoltà, la sua tenacia non venne meno. Nel 1922, si trasferì a Passoscuro, diventando la prima residente del luogo, inconsapevole del fatto che la sua storia si stesse preparando a rivelarsi di grande importanza per la comunità locale.

La lotta per difendere la propria terra

Le sfide di un territorio difficile

A Passoscuro, Domenica era chiamata a proteggere le terre di proprietà dell’Istituto Santo Spirito dall'invasione di coloni, molti dei quali provenivano dal nord Italia. Il suo compito si rivelò particolarmente arduo, poiché significava non solo vigilare su vaste aree, ma anche mantenere un senso di ordine in un ambiente ostile. I carabinieri arrivavano da Maccarese per aiutarla, e questo incarico divenne parte della sua vita quotidiana.

La comunità si forma

Con il passare del tempo, la presenza di cacciatori nella zona divenne sempre più frequente. Questi visitatori cercavano di perlustrare l’area e approfittare delle opportunità di caccia. Così, Domenica iniziò a intrecciare relazioni con questi uomini, offrendo loro un pasto caldo e accoglienza nella sua locanda. La sua abilità nel connettere le persone e nel fornire un riparo divenne rapidamente nota, creando una rete di solidarietà e supporto nel contesto di un territorio di per sé isolato.

Da locanda a simbolo di comunità

La trattoria come rifugio

La trattoria "da Sora Menica" non era inizialmente intesa come un vero e proprio ristorante commerciale, ma piuttosto come uno spazio di incontro e condivisione. In questo luogo, ai cacciatori offriva fettuccine fatte in casa, cacciagione e altro cibo locale. Il pagare per i suoi servizi non avveniva tramite un pratico conto, piuttosto richiedeva una sorta di scambio tra il servizio e ciò che gli ospiti erano disposti a offrire in cambio.

Questa dimensione sociale della trattoria si espandeva ulteriormente, coinvolgendo famiglie e gruppi di amici in un'atmosfera di convivialità. La comunità si radunava regolarmente per condividere storie e piatti tipici, trasformando il locale in un punto di riferimento.

Riconoscimenti ufficiali

Dopo oltre due decenni di attività e una crescita costante della comunità circostante, Sora Menica ottenne la licenza ufficiale dal viceré di Roma, riconoscendo così il servizio prestato nella locanda. La trattoria stava diventando un simbolo di resistenza e innovazione, incarnando sogni e aspirazioni non solo di Domenica, ma di tutta la comunità di Passoscuro.

L'eredità di Sora Menica

Il riconoscimento della comunità

La memoria di Domenica Santarelli è così radicata nel territorio che, alla sua morte, il sindaco Giancarlo Bozzetto decise di intitolare una piazza in suo onore, rinominandola “Piazza Domenica Santarelli”. Questo gesto rappresenta il tributo sentito della comunità, che riconosce l'importanza della sua figura nel processo di sviluppo economico e sociale della zona.

Un modello di ispirazione

Oggi, la storia di Sora Menica non è soltanto un racconto del passato. Essa costituisce una lezione di tenacia e determinazione, ispirando generazioni future. La trattoria che porta il suo nome continua a essere apprezzata per l'ospitalità e l'accoglienza che caratterizzano il servizio, fungendo da ponte tra le tradizioni storiche e le esigenze moderne.

Il contributo di Domenica Santarelli, alla guida della sua trattoria, rimane un esempio di come la forza femminile possa plasmare le comunità, creando opportunità e migliorando le vite di coloro che la circondano.

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