Alitalia, la storica compagnia aerea italiana, ha segnato un capitolo complesso e controverso nell’aviazione nazionale. Dalla sua creazione fino alla recente trasformazione in Ita Airways, il percorso di Alitalia è stato caratterizzato da consulenze non riuscite, fusioni mancate e enormi perdite economiche. Il costo finale per i contribuenti italiani ammonterebbe a quasi 11,5 miliardi di euro, ma includendo debiti e prestiti addizionali, il colpo economico si avvicina a un incredibile totale di 25 miliardi. Scopriamo i momenti cruciali che hanno segnato la storia della compagnia.
Il declino minimo e le fusioni mai avvenute
Alitalia ha attraversato varie difficoltà sin dagli anni della sua gestione pubblica, inizialmente sotto l’Istituto per la Ricostruzione Industriale dal 1974 al 1999. Nonostante fosse l’orgoglio nazionale, la compagnia continuava a registrare perdite significative. Andrea Giuricin, esperto di economia dei trasporti presso l’Università Milano Bicocca, sottolinea che, con valori attuali, Alitalia ha perso quasi 2 miliardi. Il monopolio del settore prima della liberalizzazione del 1997 non è bastato a garantire la profittabilità .
Con il passaggio sotto il controllo del Ministero dell’Economia e delle Finanze dal 2000 al 2008, la situazione non era migliorata. Solo nel 2002, grazie a una penale pagata da KLM per la mancata realizzazione di una fusione, la compagnia aveva visto un breve periodo di utili. Gli anni successivi hanno portato a trattative con Air France per una fusione, ma queste non hanno mai visto la luce. Una serie di eventi politici ha portato al ritiro dell’offerta da parte del gruppo franco-olandese nel 2008, sullo sfondo di ferventi proteste contro una possibile cessione della compagnia agli stranieri.
Le promesse disattese e i capitani coraggiosi
Dopo il fallimento del 2008, in una situazione di grande crisi, è emersa l’iniziativa di un gruppo di imprenditori italiani, definiti i “capitani coraggiosi”. Questo gruppo è stato guidato da Roberto Colaninno e includeva nomi noti come Benetton e Ligresti. La nuova compagnia, C.A.I , è stata costituita nel 2009 fondendo Alitalia e Airone, con Air France-KLM partner strategico.
Tuttavia, la fase di ripresa è stata tormentata. Nonostante nuovi piani industriali, l’azienda è stata incapace di consolidarsi nel mercato. Per far fronte alla difficoltà economica, nell’ultimo trimestre del 2013, è stata avviata una ricapitalizzazione, ma Air France ha deciso di non partecipare, riducendo la sua partecipazione; questo ha ulteriormente indebolito la posizione della compagnia.
L’interesse degli emiratini e il successivo fallimento
Nel 2014, Alitalia ha attirato l’attenzione di Etihad Airways, in un momento in cui il governo italiano cercava soluzioni per far risollevare la compagnia. Durante queste trattative, Alitalia ha anche ricevuto un aiuto temporaneo da Poste Italiane, che ha investito 75 milioni di euro. Nonostante le iniziali promesse di rilancio, le cose sono rapidamente peggiorate.
L’acquisizione del 49% da parte di Etihad sembrava un nuovo inizio, ma dopo un’onda di rinnovamenti, tra cui un cambio di marchio e di uniformi, la compagnia è entrata in un nuovo ciclo di crisi. Nel 2017, Alitalia ha affrontato un’altra emergenza finanziaria con la necessità di una ricapitalizzazione. Tuttavia, i dipendenti hanno bocciato un accordo con i sindacati in un referendum. In agonia, Alitalia ha registrato perdite per 3,4 miliardi, rendendo la situazione insostenibile.
Questa drammatica sequenza di eventi segna un’epoca difficile per l’aviazione italiana, culminata con l’emergere di Ita Airways, che rappresenta tentativi di ricostruire l’industria dopo le ceneri di Alitalia.
Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2025 da Marco Mintillo