Dal 15 al 24 novembre, un’importante iniziativa di Slow Food Italia coinvolge agricoltori, mugnai e chef in un progetto mirato a mettere in luce il valore dei cereali tradizionali. La campagna “Tutta farina del nostro sacco” si propone di creare sinergie tra i produttori locali e i professionisti della cucina, allo scopo di salvaguardare la biodiversità e promuovere un’alimentazione sostenibile in tutta Italia.
Una rete di produttori per la salvaguardia dei cereali
La campagna lanciata da Slow Food si avvale del sostegno dell’Alleanza Slow Food dei cuochi e di Slow Grains, una rete di produttori e artigiani impegnati nel recupero e nella trasformazione di varietà locali di grani e frumenti. L’obiettivo è quello di promuovere le filiere minori dei cereali tradizionali, contribuendo così a preservare la biodiversità e a mantenere viva la cultura legata alla panificazione e ai cereali.
Nel corso degli anni, l’industrializzazione ha spinto verso l’adozione di varietà di grano sempre più produttive, spesso dipendenti da fertilizzanti chimici. Questo cambiamento ha portato a un progressivo svuotamento delle aree interne e a un crescente abbandono da parte degli agricoltori, aggravato dagli effetti della crisi climatica. Per contrastare questa tendenza, Slow Food coinvolge attivamente le piccole comunità, specialmente quelle in difficoltà e a rischio di spopolamento. Nella visione di Mimmo Pontillo, coordinatore della rete Slow Grains, è fondamentale supportare le buone pratiche locali che possono stimolare un cambiamento positivo, riattivando le risorse naturali e umane nei territori.
L’importanza dell’educazione alimentare
La campagna “Tutta farina del nostro sacco” punta a stimolare la consapevolezza nelle comunità locali. Per dieci giorni, più di 70 chef parteciperanno all’iniziativa, proponendo menù che includono piatti a base di cereali tradizionali e attività didattiche con coltivatori e mugnai. Questo approccio non solo mette in evidenza il valore dei grani regionali, ma contribuisce anche a un’informazione più diffusa riguardo ai temi della sostenibilità e del recupero. La campagna coincide con la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, sottolineando quanto sia cruciale educare i consumatori a pratiche rispettose dell’ambiente.
I cuochi coinvolti hanno l’obiettivo di trasferire ai loro clienti un pezzo di territorio, far comprendere da dove proviene il cibo e l’importanza delle tradizioni locali. Durante l’iniziativa, ogni piatto diventa un’esperienza che racconta la storia di una comunità e di un prodotto. Luca Gianferrari, ad esempio, utilizza varietà autoctone di grano che coltiva in collaborazione con agricoltori locali, promuovendo un legame profondo tra il cibo e il suo territorio.
Creare connessioni attraverso la cultura alimentare
Le storie dei cuochi che partecipano all’iniziativa riflettono un ritorno a pratiche e ricette tradizionali. Giovanna Abbondanza, per esempio, evidenzia l’importanza di valorizzare pane e olio, ritenuti elementi fondamentali della cucina italiana, riscoprendo la loro dignità all’interno del menù. Usare ingredienti locali e recuperare antiche tradizioni culinarie rappresenta non solo una scelta sostenibile, ma anche un modo per riconnettere le generazioni con il loro patrimonio culturale.
Francesca Gerbasio, attraverso la sua linea di pizze a base di grani tradizionali, rievoca i ricordi d’infanzia legati alla preparazione della farina. Attraverso il suo lavoro, vuole diffondere la coscienza che ogni ingrediente ha una storia e un significato, e che prendersi cura del cibo è una forma di cura verso se stessi e la comunità.
Il progetto “Tutta farina del nostro sacco” non si ferma qui. Concluderà la fase di sensibilizzazione con eventi locali volti a coinvolgere sempre più persone nella salvaguardia dei cereali e dei produttori che li custodiscono, continuando a valorizzare il patrimonio gastronomico italiano e l’artigianato locale.
Ultimo aggiornamento il 16 Novembre 2024 da Elisabetta Cina