Le recenti iniziative per promuovere l’enogastronomia in Italia hanno evidenziato l’importanza di collaborare tra tutti gli attori coinvolti nella filiera alimentare. Questo approccio mira non solo a rivitalizzare l’economia locale, ma anche a sostenere pratiche sostenibili e a tutelare le tradizioni culinarie che caratterizzano le diverse regioni del paese.
L’importanza del coinvolgimento nella filiera alimentare
In un contesto dove il cibo è diventato un elemento di distinzione, la collaborazione tra produttori, distributori, ristoratori e istituzioni risulta fondamentale. Il primo incontro del talk “Hey Food”, ideato da Fabio Mazzocca e promosso da EY, ha messo in risalto come una sinergia tra questi attori possa creare un ciclo virtuoso. Si cerca di valorizzare i prodotti tipici, promuovendo il loro uso nei ristoranti attraverso ingredienti locali e di alta qualità, riducendo così l’impatto ambientale legato al trasporto.
Isidoro Liantonio, direttore vendite di Tatò Paride SpA, ha sottolineato l’importanza di rispondere alla crescente domanda di prodotti distintivi. Le aziende devono innovare per offrire alimenti che non solo soddisfino le necessità del mercato, ma che raccontino la storia dei luoghi e delle persone che li producono. La grande distribuzione gioca un ruolo chiave in questo processo, impegnandosi ad inserire nella propria offerta cibi certificati, in grado di garantire salubrità e qualità.
La rilevanza degli ingredienti locali nella cucina italiana
Fra i suggerimenti emersi dai partecipanti al talk c’è l’importanza di utilizzare ingredienti stagionali e locali nei menu dei ristoranti. Lo chef stellato Felice Sgarra ha evidenziato come la Puglia rappresenti un esempio di eccellenza nella produzione alimentare. L’adozione di pratiche alimentari che esaltano la biodiversità e sfuggono ai piatti tradizionali come le fritture può quindi portare a un’alimentazione più sana, ricca di sapori autentici.
Sgarra ha inoltre indicato come sia fondamentale educare i consumatori a riconoscere il valore di una dieta che non solo rispetta le tradizioni, ma contribuisce anche al benessere. Questa consapevolezza può influenzare notevolmente non solo le abitudini alimentari della popolazione, ma anche le scelte dei ristoratori, che devono adattarsi ai nuovi gusti e alle esigenze di una clientela sempre più informata.
L’educazione alimentare come strumento di valorizzazione
Un altro elemento cruciale emerso nel dibattito è l’educazione alimentare. Non basta insegnare a preparare piatti deliziosi; è necessario spiegare cosa significa produrre cibo di qualità in modo responsabile. Gianmarco Laviola di Princes Italia ha raccontato l’importanza di coinvolgere le scuole, invitando gli studenti a visitare gli impianti per comprendere il lavoro che si cela dietro un barattolo di pomodoro.
L’obiettivo è sensibilizzare i giovani e i consumatori sulle origini degli alimenti, promuovendo un uso consapevole delle risorse. Questo approccio educativo è essenziale per garantire che le tradizioni gastronomiche non si perdano, ma vengano invece tramandate, consentendo così di apprezzare appieno il patrimonio enogastronomico italiano.
Certificazione e qualità nel panorama alimentare
Un aspetto spesso sottovalutato è quello delle certificazioni, che si collegano direttamente alla qualità del prodotto. Il prof. Antonio Moschetta ha evidenziato come la crescente consapevolezza dei consumatori stia trasformando il concetto di dieta, che non deve essere associato a sacrifici, bensì a scelte alimentari che promuovono la salute e il benessere.
Per i medici, il dovere è di comunicare che una dieta equilibrata è legata alla qualità degli ingredienti e al rispetto delle tradizioni. Un’alimentazione sana non solo migliora il benessere individuale, ma ha anche delle ripercussioni positive sui costi del sistema sanitario e sul settore del turismo. Questo è un punto di vista condiviso da Laviola, che ha osservato come per un distributore inglese sia stata determinante la tracciabilità dei pomodori pugliesi, sottolineando l’importanza dell’origine geografica nei consumi.
Verso una transizione sostenibile nel settore agroalimentare
L’incontro “Hey Food” ha evidenziato la necessità di unire le forze tra gli operatori della filiera agroalimentare, in un’ottica di valorizzazione del buon cibo della tradizione. Riccardo Passerini di EY ha fatto riferimento alla creazione di iniziative come Value for Food, progettate per interconnettere i protagonisti del mercato, favorendo uno scambio tra le diverse realtà e promuovendo i valori legati alla sostenibilità.
Questo approccio sinergico ha l’obiettivo ambizioso di recuperare valore nel settore agroalimentare, stimolando una transizione che non solo riconosca l’importanza della qualità, ma anche la necessità di un’agricoltura sostenibile. Con l’aumentare della consapevolezza su come il cibo influenzi la nostra vita e l’ambiente, l’Italia si trova di fronte a una grande opportunità per affermare la propria identità gastronomica sulla scena internazionale, rispondendo così alle aspettative di un pubblico sempre più esigente.
Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Marco Mintillo