La Valpolicella punta su vitigni resistenti per promuovere sostenibilità e identità territoriale

La Valpolicella punta su vitigni resistenti per promuovere sostenibilità e identità territoriale

Il Consorzio di tutela della Valpolicella presenta un progetto triennale per sviluppare vitigni resistenti, promuovendo sostenibilità e innovazione nella viticoltura locale, in collaborazione con università e produttori.
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La Valpolicella punta su vitigni resistenti per promuovere sostenibilità e identità territoriale - Gaeta.it

In un contesto agricolo sempre più sfidante, il Consorzio di tutela della Valpolicella delineato dal presidente Christian Marchesini ha presentato un progetto di ricerca strategico al Vinitaly. Questo progetto, frutto della collaborazione tra il mondo accademico e quello produttivo, mira a sviluppare nuovi vitigni resistenti, mantenendo al contempo un focus sull’identità territoriale e sulla qualità. La ricerca si avvale dell’esperienza del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e dell’Università di Padova, e rappresenta un passo fondamentale per l’evoluzione vitivinicola della zona.

Un progetto triennale per la viticoltura della Valpolicella

Il progetto di ricerca, che ha ricevuto supporto dalla Fondazione Cariverona e dal Consorzio Valpolicella, ha lo scopo di affrontare le sfide che il settore vitivinicolo deve affrontare nel contesto attuale. A partire da incroci tra varietà autoctone e vitigni minori, si punta a creare nuove varietà di vite che possano resistere alle patologie fungine più frequenti. Attualmente giunto al terzo anno, il progetto ha visto progressi significativi grazie alla ricerca scientifica, che ha portato alla selezione di genotipi promettenti.

I risultati ottenuti fino ad ora offrono una visione chiara delle capacità agronomiche ed enologiche di queste nuove varietà. Si è proceduto a un confronto con i vitigni tradizionali, analizzando la loro resistenza e la loro qualità. Questo lavoro non solo mira a migliorare la sostenibilità della filiera vitivinicola, ma anche a garantire che l’identità enologica della Valpolicella venga preservata. L’obiettivo finale è quello di fornire ai produttori locali strumenti concreti per affrontare una crescente pressione ambientale senza compromettere le caratteristiche distintive dei vini del territorio.

Sostenibilità e innovazione: i pilastri del futuro vitivinicolo

Marchesini ha sottolineato come la sostenibilità e l’innovazione siano elementi fondamentali per la viticoltura della Valpolicella. La scelta di orientarsi verso vitigni resistenti è una risposta diretta alle problematiche ambientali, con l’intento di minimizzare l’uso di fitofarmaci e ottimizzare le risorse idriche. Questo approccio non solo risponde a una crescente domanda di prodotti sostenibili, ma rappresenta anche un modo per migliorare l’adattabilità della viticoltura alle variazioni climatiche che caratterizzano gli ultimi anni.

Il progetto, integrato in un piano di sviluppo più ampio, si propone di diversificare l’offerta vinicola, coinvolgendo i produttori locali nel processo di innovazione. Le prime prove agronomiche ed enologiche forniscono già indicazioni positive sulla qualità e la resa delle nuove varietà, creando così opportunità per il mercato e per i consumatori. Valorizzare le peculiarità di ogni vino e garantire standard di alta qualità sono obiettivi centrali che richiedono un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti.

Il valore della collaborazione tra ricerca e produzione

La sinergia tra università e settore vinicolo è fondamentale per raggiungere risultati tangibili. Questa iniziativa ha incentivato un dialogo costante tra ricercatori e produttori, creando un ambiente in cui le esigenze del mercato possono trovare risposte scientifiche. I dati e le esperienze raccolti fino ad oggi stanno orientando i futuri investimenti e le nuove strategie di selezione genetica.

Con la valorizzazione delle varietà indigene e l’inserimento di nuove tecnologie, il futuro della viticoltura in Valpolicella non è mai stato così promettente. Le aspettative sono alte e la strada da percorrere è ancora lunga, ma l’impegno condiviso offre buone prospettive per mantenere viva l’identità enologica della regione, garantendo nel contempo una produzione sostenibile.

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