La veggente Gisella Cardia affronta il Comune di Trevignano: la lotta per la libertà religiosa

La veggente Gisella Cardia affronta il Comune di Trevignano: la lotta per la libertà religiosa

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La veggente Gisella Cardia affronta il Comune di Trevignano: la lotta per la libertà religiosa - Gaeta.it

Nei giorni scorsi, la discussione giuridica attorno a Gisella Cardia, nota veggente di Trevignano, è tornata al centro dell’attenzione mediatica. Cardia ha presentato un documento in cui sostiene di essere stata vittima di un accanimento da parte delle autorità amministrative locali. Il Comune di Trevignano ha imposto limitazioni significative alle sue attività, ritenendo le opere realizzate sulla collina dove si svolgono i pellegrinaggi abusivi poiché erette su terreno agricolo. Gli sviluppi di questa vicenda hanno invece sollevato interrogativi sui diritti di culto e sulla libertà religiosa in Italia.

Il provvedimento del Comune

Violazione dei diritti fondamentali

Nel documento presentato dai legali di Gisella Cardia, emergono forti critiche al provvedimento del Comune di Trevignano. Gli avvocati sostengono che tale decreto costituisce una violazione di diritti fondamentali, in particolare della libertà religiosa. Viene sottolineato che il diritto di riunirsi per esprimere la propria fede è tutelato dalle leggi italiane e internazionali. In sostanza, le limitazioni imposte dal Comune andrebbero a compromettere la possibilità per i fedeli di manifestare liberamente la propria fede, in contrasto con i principi di uno Stato di diritto. I legali richiamano a sostenere che la libertà religiosa è un valore costantemente affermato nei documenti costitutivi della nostra democrazia.

Argomentazioni del Comune

Dall’altra parte, il Comune di Trevignano ha giustificato la propria posizione sostenendo che le opere realizzate sulla collina, inclusi croci e statue, sono abusive in quanto realizzate su un terreno agricolo non idoneo ad attività di culto. Il Tar e successivamente il Consiglio di Stato hanno accolto le argomentazioni dell’amministrazione comunale, ordinando lo smantellamento degli arredi religiosi. Secondo il Comune, tali opere alterano la destinazione d’uso del terreno e rappresentano una violazione delle normative edilizie.

Difesa di Gisella Cardia

Il ricorso contro l’ordinanza

I legali di Gisella Cardia, capitanati dall’avvocato Adriano Tortora, hanno chiarito che le opere contestate non dovrebbero rientrare nell’ambito di edifici soggetti a permesso di costruire, facendo riferimento alla loro amovibilità. Secondo questa visione, i materiali utilizzati per le celebrazioni sono di natura temporanea e non altererebbero la destinazione agricola del terreno. La difesa ha anche messo in evidenza la precarietà delle strutture montate e la loro facilità di rimozione come argomentazioni chiave, cercando di dimostrare l’infondatezza delle accuse del Comune.

Le implicazioni religiose

Il documento prosegue con un’accentuata difesa della libertà di culto. I legali sottolineano che il clamoroso ordine di smantellamento non solo minaccia la libertà di riunione dei fedeli, ma potrebbe anche configurare un atto di blasfemia. Ritengono che la rimozione di simboli religiosi fondamenti della fede cristiana, come le croci e le statuine, colleghi a un punto di violazione anche delle leggi penali, in particolare quelle relative alla protezione dei simboli religiosi.

Tensione e clima di persecuzione

Un contesto di tensione

Nel documento sono evidenti le preoccupazioni per il clima di tensione che si è venuto a creare attorno alla comunità di Trevignano. Gli avvocati fanno riferimento a minacce che avrebbero subito i membri dell’associazione Madonna di Trevignano e a un crescente livello di ostilità da parte di alcuni gruppi locali. Nelle ultime settimane, diversi provvedimenti del Comune hanno creato un ambiente di crescente preoccupazione, alimentando un senso di persecuzione tra i fedeli, che si sentono attaccati per il semplice esercizio della propria fede.

La risposta delle autorità

A livello locale, le forze dell’ordine sono presenti durante gli eventi di preghiera, con il compito di garantire la sicurezza e prevenire potenziali conflitti. Tuttavia, questo approccio ha generato inquietudine tra i fedeli, che percepiscono la presenza della polizia come una forma di controllo piuttosto che di protezione. Molti di loro hanno denunciato episodi di aggressione verbale e minacce, contribuendo a un clima di ansia e paura.

Futuro incerto per i pellegrinaggi

Prossimi passi giuridici

L’incertezza sulla validità dei pellegrinaggi a Trevignano rimane alta. La prossima udienza in merito ai ricorsi avrà luogo il 27 agosto, quando i giudici dovranno decidere sui punti contestati. Fino ad allora, i membri dell’associazione temono che il divieto possa estendersi, limitando ulteriormente le loro possibilità di esprimere la propria fede.

L’impatto sui fedeli

I partecipanti ai pellegrinaggi sono preoccupati per il futuro e per la possibilità di continuare le loro pratiche religiose. La richiesta di sospensione dell’ordinanza ha un’importanza cruciale, poiché senza un provvedimento che ne garantisca la liberalizzazione, i raduni che cadono il 3 di ogni mese potrebbero essere a rischio. La lotta per la libertà religiosa e il diritto di culto continua, con la comunità locale che rimane in attesa di una risoluzione che possa riportare la serenità e la stabilità in un contesto di crescita spirituale.

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