La via Appia: storia e significato della Regina Viarum, Patrimonio dell’Umanità

La Via Appia Storia E Signifi La Via Appia Storia E Signifi
La via Appia: storia e significato della Regina Viarum, Patrimonio dell’Umanità - Gaeta.it

Un’escursione attraverso la via Appia, l’antica strada consolare di Roma, offre un’opportunità unica per esplorare la sua ricca storia e il suo significato culturale. Riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, la via Appia è il risultato di un ampio impegno collaborativo che ha coinvolto diverse istituzioni e regioni italiane. Questo articolo esamina i momenti salienti di questa straordinaria infrastruttura, la sua evoluzione nel corso dei secoli e il suo impatto culturale nella storia romana.

La costruzione della via Appia nel 312 a.C.

La costruzione della via Appia ebbe inizio nel 312 a.C. sotto la direzione del censore APPIO CLAUDIO CIECO durante le guerre sannitiche. Questa strada serviva principalmente come arteria militare, facilitando il movimento rapido delle truppe verso i vari teatri di battaglia. Simone Quilici, direttore del Parco archeologico dell’Appia antica, descrive la progettazione iniziale: «Il primo tratto da Roma a Terracina si estendeva per circa 90 chilometri e venne realizzato come un lungo rettilineo, superando le difficoltà orografiche del territorio.» Questa ingegneria avanzata comprese anche ponti e viadotti.

Oltre al suo scopo militare, la via Appia si caratterizzava per la presenza di numerose tombe e mausolei che punteggiavano il paesaggio circostante. Le sepolture lungo questa strada, particolarmente ambita dalle famiglie romane, rappresentavano un vero e proprio status symbol. Tra i memoriali più noti spicca il mausoleo di CECLIA METELLA, «imponente esempio di arte funeraria che ancora oggi attira l’attenzione dei visitatori.»

L’espansione della via Appia fino a Capua

Con il progredire delle conquiste romane, la via Appia si estese ulteriormente. L’ultimo tratto da Roma a Capua seguì un percorso strategico che collegava la capitale con un importante luogo di battaglia durante le guerre sannitiche. Capua, attualmente Santa Maria Capua Vetere, ospita un anfiteatro romano di notevole rilevanza storica, soggetto a significativi lavori di restauro.

Dalla città di Capua, la via si estese verso sud, arrivando fino a Benevento intorno al 268 a.C. Questo snodo fu essenziale in epoca imperiale, quando l’imperatore TRAIANO ordinò la costruzione dell’APPIA TRAIANA, che collega Benevento direttamente alla costa. In questo periodo riluccicava l’arco di Traiano, «un’importante opera architettonica che rappresenta un simbolo duraturo della grandezza romana.»

Il progresso verso Taranto e Brindisi

L’espansione della via Appia proseguì ulteriormente con le conquiste della MAGNA GRECIA, giungendo a Taranto e Brindisi. Dopo aver varcato Venosa, la via raggiunse Taranto nel 272 a.C., seguendo un tracciato delineato dalle nuove colonie greche. L’ultimissima estensione culminò a Brindisi nel 244 a.C., dove il porto divenne un importante punto di partenza per le navi dirette verso la Grecia e il Medio Oriente.

In questo modo, la via Appia subì una significativa trasformazione, passando da una strada militare a una via di commercio strategica. Da Brindisi, vi era un intenso traffico commerciale in direzione della Grecia, centro culturale dell’epoca e culla della nascente civiltà romana. Questo cambiamento di uso segnò una svolta nella storia della via, che si affermò non solo come una meraviglia ingegneristica, ma anche come un’importante via di interazione culturale e commerciale tra Roma e altre civiltà.

La via Appia: dall’ingegneria alla cultura

La metamorfosi della via Appia, da strada militare a arteria commerciale, è emblematica delle dinamiche sociali ed economiche dell’antica Roma. La via non rappresenta soltanto un’opera straordinaria di ingegneria, ma soprattutto un collegamento tra diverse culture e un simbolo del potere romano che si estendeva in terre lontane. Nel suo percorso, «beni, idee e culture trovavano una via d’accesso reciproca, contribuendo alla diffusione della cultura romana nell’intero bacino del Mediterraneo.»

Oggi, la via Appia non è solo un’importante arteria storica, ma è anche un richiamo per i turisti che desiderano percorrere le stesse vie che un tempo attraversavano i legionari romani. Le colonne terminali di Brindisi, ora ridotte a due esemplari di cui uno in stato di rovine, continuano a essere «oggetto di interesse e discussioni accademiche, rimanendo testimoni silenziosi di un’epoca passata e dei legami culturali che hanno unito le civiltà nel corso dei secoli.»

Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2024 da Laura Rossi

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gestione cookie