Il film “Nonostante”, diretto da Valerio Mastandrea, esplora l’interstizio tra vita e morte attraverso la storia di pazienti in coma. Questa narrazione offre uno sguardo intimo e profondo sulla resilienza umana, mettendo in luce il potere dell’amore e dell’amicizia anche nei momenti più difficili. Presentato nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia 81, il film esce nelle sale dal 27 marzo con Bim.
Un limbo ‘pieno di vita’
Valerio Mastandrea, con il suo secondo lungometraggio, si avventura in un ambito narrativo che solitamente resta nell’ombra. “Nonostante” racconta la vita di un uomo, interpretato dallo stesso regista, che si trova in uno stato di coma da lungo tempo. Ambientato in un ospedale, il film mostra come i pazienti in coma possano, sebbene silenziosamente, vivere emozioni autentiche e forti legami interpersonali. Qui, i malati non sono semplicemente corpi in attesa di recupero, ma esseri umani che abitano una dimensione unica fatta di sentimenti, interazioni e relazioni.
Nel film, i pazienti, pur essendo assenti per i loro familiari, risultano assorbiti in un microcosmo di amicizia e amore. Le loro vite continuano, sebbene in una forma diversa, e ciò crea un contrasto drammatico con l’ansia dei familiari in attesa di un risveglio. Mastandrea costruisce una narrazione che invita lo spettatore a riflettere sull’importanza della connessione umana, anche in situazioni estreme e difficili.
I personaggi e i loro legami
All’interno dell’ospedale, Mastandrea riesce a dare voce a un cast di personaggi che, sebbene in uno stato di coma, si ritrovano a interagire tra loro. I dialoghi tra i pazienti — interpretati da attori del calibro di Lino Musella, Laura Morante, Justin Alexander Korovkin e Dolores Fonzi — creano un’atmosfera di familiarità e empatia. Ogni personaggio apporta una prospettiva unica sull’esistenza, permettendo al pubblico di entrare nel loro mondo.
Oltre alle conversazioni tra ricoverati, un altro personaggio, interpretato da Giorgio Montanini, si distingue per il suo tentativo di risvegliare i comatosi. Le sue azioni nebulose riguardano non solo il desiderio di aiutare, ma anche una profonda ricerca di connessione umana. Questa interazione tra le diverse figure sottolinea il valore della speranza e della solidarietà all’interno di un contesto altrimenti drammatico.
Un messaggio di resilienza
Nelle parole di Mastandrea, il suo protagonista si definisce un “Nonostante”, un concetto che si riflette nella vita di molte persone che affrontano la malattia e la sofferenza. Il regista trae ispirazione da Angelo Maria Ripellino, un poeta che ha scritto sulla lotta per resistere alle avversità della vita. Questo tema non è solo centrale nel film, ma si traduce in un messaggio universale di resilienza e speranza.
Il film, attraverso il suo racconto poetico e toccante, cerca di far riflettere sul significato di esistere anche quando si è privati della coscienza. La rappresentazione della vita in una condizione di coma diventa un inno all’amore, all’amicizia e alla connessione umana, proponendo una narrazione costruttiva e ispiratrice. “Nonostante” emerge così come un’opera che invita lo spettatore a interrogarsi sulla natura della vita, sull’importanza delle relazioni e sulla forza dell’amore in tutte le sue forme.