La voce di Cristina Coda: disabilità e disagi nel parco di San Basilio a Roma

La voce di Cristina Coda: disabilità e disagi nel parco di San Basilio a Roma

Cristina Coda, residente a Roma, denuncia le difficoltà quotidiane per l’accessibilità nel parco di San Basilio, evidenziando la necessità di interventi urgenti e una maggiore sensibilizzazione civica.
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La voce di Cristina Coda: disabilità e disagi nel parco di San Basilio a Roma - Gaeta.it

Cristina Coda, residente nel quartiere di San Basilio a Roma, ha condiviso la sua esperienza in occasione della Giornata della Disabilità, evidenziando le difficoltà quotidiane che affronta a causa delle condizioni inadeguate del parco pubblico vicino a casa sua. A 35 anni, la sua realtà rappresenta un chiaro esempio delle sfide che le persone con disabilità devono affrontare, soprattutto in contesti urbani in cui l’accessibilità è spesso compromessa.

Le sfide quotidiane per accessibilità e sicurezza

Cristina utilizza una carrozzina per muoversi e ogni passeggiata nel suo quartiere è un’avventura rischiosa. La pavimentazione dissestata del parco, con buche e avvallamenti, rappresenta un pericolo costante. La sua preoccupazione per la sicurezza non è infondata: è già caduta diverse volte a causa delle condizioni scadenti del terreno. Oltre al rischio di farsi male, Cristina lamenta anche la presenza di erba alta e zanzare, specialmente nei mesi estivi. Questi fattori, uniti alla sporcizia e agli abbandoni di rifiuti, diventano un ostacolo insormontabile all’accessibilità e al godimento degli spazi verdi, rendendo difficile anche solo prendere una boccata d’aria fresca.

Nel suo appello, Cristina ha messo in evidenza come le condizioni del parco non solo ostacolino il suo movimento, ma influenzino anche il suo benessere psicologico. L’incapacità di esplorare l’ambiente circostante a causa di un’inadeguata manutenzione ha un impatto diretto sulla qualità della vita per coloro che, come lei, vivono quotidianamente con una disabilità. La sua esperienza mette in luce una questione importante riguardante l’accessibilità non solo come un diritto, ma come essenza per una vita dignitosa.

La richiesta di un intervento e le risposte istituzionali

Spinta dalla necessità di un cambiamento, Cristina ha richiesto un’intervista per far conoscere la sua situazione e chiedere un intervento da parte delle autorità competenti. In un messaggio indirizzato all’ufficio tecnico del municipio, ha sollevato la questione della pavimentazione del passaggio pedonale interno al parco, evidenziando i pericoli che incontra ad ogni passaggio. La sua richiesta, tuttavia, è stata seguita da un clima di attesa e incertezza.

Dall’ufficio tecnico le è stato comunicato che è necessario un bando e che una ditta specializzata dovrà accettare l’incarico. Tuttavia, i tempi previsti per l’esecuzione sembrano dilatarsi. Nonostante siano trascorsi mesi dalla sua segnalazione, Cristina non ha ricevuto aggiornamenti. Questa mancanza di risposte ha alimentato il suo disappunto, poiché rappresenta non solo una mancanza di attenzione verso le necessità delle persone con disabilità, ma anche un’inefficienza nell’affrontare questioni di pubblico interesse.

La frustrazione di Cristina parla chiaro: le richieste di aiuto e di intervento non devono cadere nel vuoto. Le persone con disabilità meritano di vivere in spazi sicuri e accessibili, dove possano godere di attività all’aperto senza timori, e le istituzioni sono chiamate a rispondere in modo celere e responsabile.

La questione della sensibilizzazione e educazione civica

Oltre alle difficoltà pratiche, Cristina fa notare un problema più ampio legato all’educazione civica e al rispetto per gli spazi comuni. La mancanza di pulizia e il degrado presenti nel parco non solo rendono difficile la vita delle persone come lei, ma intaccano anche il senso di comunità e di rispetto per l’ambiente. Secondo Cristina, “questo è un problema di educazione delle persone”, una riflessione che evidenzia quanto sia fondamentale sensibilizzare la popolazione rispetto alla cura degli spazi pubblici.

Il suo appello non è solo una richiesta di intervento, ma anche una chiamata a fare squadra per migliorare la vivibilità dei quartieri. L’educazione civica e la responsabilità sociale devono essere parte integrante della cultura locale, affinché situazioni come quelle vissute da Cristina non siano da considerarsi la norma, ma l’eccezione nella nostra società.

Con la sua voce, Cristina Coda non chiede solamente attenzione per il suo caso, ma lancia un segnale chiaro: il benessere delle persone con disabilità deve essere al centro delle politiche pubbliche e della gestione degli spazi urbani. Un impegno collettivo è necessario per costruire una città più inclusiva e accessibile per tutti.

Ultimo aggiornamento il 3 Dicembre 2024 da Sara Gatti

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