L'Abruzzo rientra tra le regioni con il saldo negativo nella sanità: fuga dei pazienti verso altre regioni

L’Abruzzo rientra tra le regioni con il saldo negativo nella sanità: fuga dei pazienti verso altre regioni

La fondazione Gimbe segnala un aumento della mobilità passiva in Abruzzo, con cittadini costretti a cercare cure altrove, evidenziando carenze nei servizi sanitari e crescenti debiti.
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L'Abruzzo rientra tra le regioni con il saldo negativo nella sanità: fuga dei pazienti verso altre regioni - Gaeta.it

I recenti dati forniti dalla fondazione Gimbe per il 2022 disegnano un quadro preoccupante della situazione sanitaria in Abruzzo. La regione si colloca in fondo alla classifica nazionale per quanto riguarda la mobilità passiva dei pazienti. Questo fenomeno evidenzia come sempre più cittadini abruzzesi siano costretti a cercare cure sanitarie al di fuori dei confini regionali, in particolare in strutture private. L’analisi mostra un aumento dei debiti sanitari e una diminuzione delle prestazioni, un trend che incide direttamente sulle tasche dei cittadini.

La mobilità passiva in Abruzzo

Il termine “mobilità passiva” si riferisce ai pazienti che lasciano la propria regione per ricevere cure in altre aree, evidenziando potenziali carenze nei servizi sanitari locali. All’interno di un contesto nazionale, Abruzzo si distingue per un saldo negativo rilevante, che nel 2022 ha raggiunto i 104,1 milioni di euro. Questa situazione mette in luce le difficoltà che la governance sanitaria locale sta affrontando, contribuendo a una crescente insoddisfazione tra i cittadini e un’intensificazione della pressione economica sui bilanci familiari.

I dati allarmanti della fondazione Gimbe

Il rapporto della fondazione Gimbe del 2022 ha evidenziato che Abruzzo, insieme a Calabria, Campania, Sicilia, Lazio e Puglia, rappresenta una quota significativa del saldo passivo della mobilità sanitaria, assorbendo il 78,8% della spesa nazionale. I dati parlano chiaro: nel corso dell’ultimo anno, la fuga di pazienti abruzzesi verso altre regioni è aumentata, trasformando un problema di carattere sanitario in una questione sociale. Figurano questo allarmante risultato le sempre più crescenti aspettative riguardo ai servizi sanitari.

Le reazioni politiche e le responsabilità

Il capogruppo del Partito Democratico, Silvio Paolucci, ha espresso preoccupazione per la gestione della sanità da parte della destra, sottolineando che il deterioramento dei servizi sanitari è sotto gli occhi di tutti. La crisi della sanità abruzzese, secondo Paolucci, rappresenta un fallimento evidente della giunta regionale guidata da Marco Marsilio. La mancanza di una pianificazione e di interventi efficaci ha portato a questa situazione di emergenza che ha spinto i cittadini a cercare assistenza altrove.

Un quadro stagnante per la sanità abruzzese

Il report mette in evidenza che non solo aumenta il numero di abruzzesi che si recano altrove per le cure, ma anche che la già fragile rete dei servizi sanitari locali è a rischio di ulteriori indebolimenti. Mancano i fondi adeguati per garantire prestazioni sufficienti, e la salute dei cittadini si trova compromessa a causa di scelte politiche che non hanno saputo rispondere alle esigenze di una popolazione in crescita. L’Abruzzo si trova, quindi, in una posizione difficile, senza interventi urgenti e misure incisive a sostegno della sanità.

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