Con l’approvazione della Legge di Bilancio, si avvicina il termine della decontribuzione sud, una misura cruciale per il sostegno delle imprese nel Meridione. Questa decisione ha sollevato molte preoccupazioni all’interno di Confindustria Campania, un’associazione che rappresenta le istanze e le necessità delle aziende nel territorio. Adesso, rimane da capire quale nuova agevolazione possa sostituire quella attuale e quanto sarà in grado di garantire la competitività necessaria per le imprese del sud Italia.
L’impatto della decontribuzione sul sistema produttivo
La decontribuzione sud ha giocato un ruolo fondamentale nella salvaguardia delle realtà imprenditoriali del Meridione. Questa misura ha offerto importanti vantaggi economici e ha contribuito ad alleggerire il peso fiscale sulle aziende, specialmente in un contesto complesso come quello post-pandemia. Emilio De Vizia, presidente di Confindustria Campania, ha sottolineato i risultati positivi che il sud Italia ha avuto in termini di crescita del prodotto interno lordo , attrazione di investimenti, espansione delle esportazioni e aumenti occupazionali. Tuttavia, le recenti modifiche sollevano dubbi sulla sostenibilità di tali progressi.
Il sistema produttivo del sud ha, infatti, mostrato segni di vitalità che non possono essere trascurati, ma l’assenza di politiche di supporto adeguate potrebbe compromettere i risultati ottenuti. Le aziende meridionali, molte delle quali si trovano già a fronteggiare difficoltà legate ai costi operativi e alla concorrenza con le aziende del nord, potrebbero ritrovarsi a dover affrontare un aumento delle spese senza avere più il supporto della decontribuzione.
Necessità di una nuova misura efficace
In un contesto di progressiva incertezza, è essenziale che la nuova agevolazione promessa dal governo sia altrettanto efficace della decontribuzione sud. Secondo le dichiarazioni di Confindustria, le aspettative sul nuovo intervento sono elevate, poiché le aziende necessitano di misure concrete per mantenere la competitività e garantire posti di lavoro. La preoccupazione riguarda quindi non solo i costi, ma anche la possibilità di una regolare attrazione di investimenti e di sostenere l’occupazione in un contesto lavorativo già fragilizzato dai fenomeni migratori.
Il Sud Italia ha sempre avuto un ritardo strutturale rispetto ad altre aree del Paese e, senza un’adeguata misura di supporto, questi gap potrebbero ampliarsi ulteriormente. Le imprese temono che, senza protezioni adeguate, la ripresa possa essere compromessa, portando a destabilizzazioni a livello occupazionale e produttivo.
Tutti gli attori coinvolti, dalle associazioni imprenditoriali alle istituzioni, sono ora in attesa di chiarimenti sulla nuova proposta. La rapidità e l’efficacia di queste nuove politiche saranno determinanti per il futuro del sistema imprenditoriale del Meridione.
Ultimo aggiornamento il 11 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina