Il 25 aprile 2025 ladispoli ha commemorato l’ottantesimo anniversario della liberazione d’Italia con una serie di eventi distribuiti su tre luoghi simbolici della città. Le iniziative hanno voluto ricordare la Resistenza e chi ha avuto un ruolo attivo nella lotta partigiana, nonostante le prescrizioni governative abbiano limitato la partecipazione e la musica ufficiale.
Tre momenti per celebrare la liberazione a ladispoli
Le celebrazioni del 25 aprile a ladispoli si sono svolte in tre fasi distinte, che hanno seguito un percorso dalla piazza dedicata ai caduti fino ai giardini intitolati a figure partigiane. L’evento è iniziato in piazza del monumento dei caduti, punto di partenza delle cerimonie ufficiali della città. Qui è stata data voce soprattutto alla memoria pubblica e istituzionale.
Largo domenico santi, testimone di resistenza
Successivamente la commemorazione si è spostata a largo domenico santi, una tappa importante che ha portato alla luce la storia di uno dei partigiani più rappresentativi della zona. Il largo, collocato tra piazza della vittoria e piazza rossellini, ospita il nome di domenico santi detto “memmo”. La sua attività clandestina di diffusione della stampa antifascista durante l’occupazione tedesca ha segnato una testimonianza preziosa per ladispoli e per la memoria della resistenza locale.
Giardini giuseppe gabellini, simbolo di impegno civile
L’ultimo momento si è tenuto nei giardini dedicati a giuseppe gabellini, a piazza domitilla. Gabellini, partigiano attivo nei gruppi di azione patriottica in Romagna durante la seconda guerra mondiale, è stato insignito della croce di guerra partigiana e della medaglia d’oro del comune di rimini. La sua vita è proseguita a ladispoli negli anni sessanta con un impegno civile che l’ha visto assessore comunale, presidente del centro anziani e figura di rilievo nell’Anpi locale. Questi tre momenti hanno scandito la giornata con una presenza più diffusa sul territorio.
Le restrizioni governative e le reazioni alle celebrazioni di ladispoli
Ladispoli ha affrontato il 25 aprile con una certa difficoltà legata alle indicazioni governative che hanno imposto di ridurre la manifestazione a una celebrazione sobria. Crescenzo paliotta, consigliere comunale ed ex sindaco, ha espresso critiche rispetto a queste scelte, sottolineando come “abbiano tolto molto dal clima di festa e memoria che si dovrebbe mantenere in una ricorrenza così importante.”
Paliotta ha riportato che in molti comuni le bande musicali hanno eseguito le marce e gli inni tipici, mentre a ladispoli non è stato neanche eseguito l’inno nazionale. Questo ha reso la cerimonia più fredda, penalizzando l’intensità di un giorno che dovrebbe ricordare la libertà conquistata dopo anni di guerra e oppressione. Nonostante tutto, la partecipazione delle persone è rimasta buona, sia alla cerimonia in piazza del monumento, sia alle manifestazioni promosse dall’Anpi in altri punti della città.
La scelta di mantenere la celebrazione senza musiche ufficiali è stata definita incomprensibile da più parti. Ha condizionato non poco l’atmosfera che si aspettava in un giorno di memoria e di orgoglio nazionale. Il commento di paliotta ha assegnato un peso politico alle restrizioni, lasciando intendere che “l’imposizione abbia avuto un impatto soffocante sulla spontaneità e sul calore della commemorazione.”
Il ricordo di domenico santi e giuseppe gabellini nella memoria locale
Il ruolo di domenico santi e giuseppe gabellini nella storia di ladispoli è stato evidenziato più volte durante la giornata. Santì, chiamato memmo, ha operato durante l’occupazione tedesca come partigiano e promotore di stampa clandestina, un’attività che in un contesto duro come quello di ladispoli durante la guerra rappresentava un vero rischio personale. Il riconoscimento nel largo a lui intitolato è un segno tangibile della volontà della comunità di annotare sulla mappa cittadina la memoria di chi sacrificò molto per la libertà.
Gabellini invece ha concentrato la sua militanza partigiana nella romagna tra il 1943 e il 1945. La sua figura è passata alla storia grazie al valore dimostrato in combattimento e all’impegno per i diritti dei cittadini dopo la guerra. La medaglia d’oro del comune di rimini sottolinea il rilievo della sua esperienza nella resistenza. Arrivato a ladispoli negli anni sessanta, gabellini ha proseguito la sua attività civile assumendo cariche pubbliche e sindacali. La scelta di intitolargli i giardini a piazza domitilla rappresenta una testimonianza dura e presente del suo lavoro per la comunità, soprattutto nel sostenere anziani e associazioni di ex partigiani.
Le iniziative per celebrarli sono state occasione per raccontare storie personali dentro il più ampio racconto della lotta al nazifascismo, e rinsaldare i legami di una comunità con le proprie radici. Anche in una giornata segnata da qualche limitazione, la memoria di santi e gabellini ha trovato spazio in ladispoli e ha suscitato attenzione.