Un interesse rinnovato ha colpito la vita e le opere di Francis Scott Fitzgerald, dopo che la docente Sara Antonelli ha pubblicato una biografia focalizzata su un episodio controverso avvenuto a Roma. Con il titolo “Domani correremo più forte“, il libro rivela una serie di eventi che si sono svolti nel 1924, gettando nuova luce su alcuni aspetti meno conosciuti della vita dell’autore di “Il grande Gatsby“. La pubblicazione è prevista per il 4 aprile 2025 e offre dettagli sorprendenti che permettono di comprendere la complessità del personaggio.
La scoperta
Sara Antonelli, esperta di letteratura, ha dedicato tre anni a ricercare la verità dietro l’episodio descritto nella famosa opera “Tenera è la notte“. Secondo l’autrice, molti scritti precedenti hanno dato per scontato che la violenta scazzottata dello scrittore fosse avvenuta realmente. “Senza approfondire il contesto, sembra che si accetti come verità ciò che è narrato nei libri,” ha affermato Antonelli in una intervista al New York Times. La sua analisi porta alla luce gli eventi che hanno condotto alla rissa, fornendo un ritratto più sfumato di Fitzgerald e del suo rapporto con Roma.
Nel suo lavoro, Antonelli descrive il periodo dell’autunno del 1924, quando Fitzgerald, insieme alla moglie Zelda Sayre, torna a Roma. Nonostante il clima artistico della città, Fitzgerald aveva espresso opinioni fortemente negative in passato, definendo Roma, in un passaggio della sua opera, “una città dove ogni persona pensa di essere Cristo”. I motivi di questo ritorno non sono del tutto chiari, ma alcuni suggeriscono che la bellezza dei romanzi di Henry James avesse influenzato la coppia.
Durante il loro soggiorno, Fitzgerald e Zelda decidono di cercare una casa in affitto. Tuttavia, l’imminente Anno Santo rende difficile trovare sistemazione, costringendo i due a sistemarsi all’Hotel Quirinale. Questo contesto di tensione e di ricerca di stabilità sarà preludio agli eventi drammatici che seguiranno.
L’incidente e le sue conseguenze
La notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre 1924, Fitzgerald viene arrestato dai carabinieri nel centro di Roma. In un racconto che ha dell’incredibile, Antonelli presenta documenti storici che attestano come Fitzgerald, visibilmente alterato, tentò di rientrare in un locale già chiuso. Con dettagli precisi, il rapporto di polizia annota l’impatto dello stato di ebbrezza dello scrittore e come, in un momento di collera, colpì un agente con un pugno. Questo gesto portò a una colluttazione con i carabinieri, i quali decisero di ammanettarlo e rinchiuderlo per la sua sicurezza e quella degli altri.
L’autrice ricostruisce l’intero episodio grazie a documenti rinvenuti nell’Archivio Centrale dello Stato. Ciò che emerge è un Fitzgerald ben lontano dall’immagine romantica di un genio letterario, ma piuttosto un uomo in preda a eccessi, incapace di controllare la propria ira. Le richieste di aiuto da parte della moglie Zelda evidenziano quanto quest’episodio abbia influenzato non solo Fitzgerald ma anche la loro relazione.
L’intervento consolare e il silenzio dei media
La crisi di Fitzgerald non passa inosservata a Zelda, la quale si attiva immediatamente per ottenere assistenza consolare. La richiesta d’aiuto viene formalizzata da Vincenzo de Masellis, avvocato del Consolato Americano, che si impegna a investigare sulla situazione. Questa parte della storia rivela un’apprezzabile capacità di mobilitazione, che non si limita soltanto agli stretti legami familiari, ma si estende anche all’amministrazione consolare.
Il funzionario, dopo vari tentativi, ottiene informazioni e riesce a garantire il rilascio di Fitzgerald. Tuttavia, la narrazione di Antonelli evidenzia come la reazione immediata sia stata in parte dovuta alla necessità di mantenere una certa immagine da parte delle autorità. La vittima di questa aggressione, l’agente Ruffo, è relegato a un ruolo minore, mentre si fa di tutto per spegnere la polemica e assicurare che la questione venga chiusa senza troppi clamori.
Curiosamente, gli eventi non trovano seguito nei giornali dell’epoca. I cronisti, impegnati a seguire altre emergenze a Roma, come la cattura di un noto assassino di bambine, mettono da parte l’incidente sull’autore americano. La storia di Fitzgerald si dissolve nel limbo dell’anonimato, lasciando spazio a un oscuro capitolo che relega l’autore a un semplice “gentiluomo” farcito di follia, piuttosto che l’illustre scrittore che lo si sarebbe aspettato.
In questo modo, “Domani correremo più forte” non solo racconta un episodio specifico, ma invita i lettori a riflettere su come le vite degli scrittori possano essere influenzate da fattori esterni e da eventi che, pur essendo drammatici, vengono purtroppo dimenticati dalla memoria collettiva.