L’albero, l’opera prima di Sara Petraglia, affronta in modo crudo e sincero il complesso mondo giovanile attraverso la storia di due ventenni innamorate. Presentato alla 19/a edizione della Festa di Roma, il film esplora tematiche di amore, tristezza e dipendenza dalla cocaina, offrendo uno spaccato significativo della vita di due ragazze che si confrontano con le aspettative e le realtà della loro generazione. Il titolo “L’albero” si riferisce a un elemento simbolico che domina la scena della loro vita quotidiana, evidenziando le connessioni tra il mondo interiore delle protagoniste e l’ambiente che le circonda.
La trama: due giovani in cerca di sé stesse
Bianca e Angelica sono le protagoniste di questa storia profonda e riflessiva. Bianca, interpretata da Tecla Insolia, è una ventenne che dovrebbe dedicarsi agli studi universitari, ma opta per una vita diversa, abbandonando la casa dei genitori per condividere un appartamento con Angelica, coetanea e compagna. La vita di Bianca è una giostra di emozioni contrastanti: da un lato, dedica il suo tempo a scrivere pensieri, racconti e sogni in un quadernetto, mentre dall’altro si lascia attrarre dalla vita notturna e dalla cocaina, cercando di trovare un modo per affrontare la sua insoddisfazione esistenziale.
L’amore tra le due ragazze rappresenta una forma di supporto e salvezza, anche se il film non nasconde i lati dolorosi delle loro vite. La presenza della dipendenza emerge come un tema centrale, che evidenzia la fragilità del legame tra Bianca e Angelica. Il film non si limita a raccontare una storia d’amore, ma indaga anche le complessità delle relazioni sociali e familiari, ponendo interrogativi sulla saggezza e sull’immaturità delle loro scelte.
L’intitolazione del film a un albero, visibile dalla finestra dell’appartamento delle protagoniste, amplifica il significato di crescita e resilienza, rendendo l’albero stesso un simbolo di speranza e di riflessione. Le emblematica figura di Giacomo Leopardi, presente attraverso un poster, suggerisce una connessione tra le esperienze di vita delle protagoniste e il pensiero romantico e malinconico del poeta, un riferimento che arricchisce ulteriormente la narrazione.
Sara Petraglia: una regista con una storia personale
Sara Petraglia, figlia del noto regista Sandro, si presenta alla Festa di Roma per illustrare la propria visione artistica e le motivazioni che l’hanno spinta a realizzare L’albero. La regista, durante un’intervista, ha rivelato di aver cercato ispirazione tra i suoi appunti, ricercando storie vissute e memorie personali. La sua connessione emotiva con il tema trattato nel film è palpabile; infatti, ha dichiarato che spesso un albero, simbolo di stabilità e crescita, riemergeva nei suoi pensieri.
Sara Petraglia invita a considerare l’amore come una forza positiva in grado di affrontare le dipendenze. Secondo la regista, la relazione tra Bianca e Angelica illustra come l’amore, per quanto complesso, possa fungere da collante in momenti di crisi, sebbene la storia possa portare anche verso strade difficili e dolorose. Queste affermazioni pongono una nuova luce sulla sua opera, rendendo L’albero non solo un racconto di vita, ma anche un’esplorazione delle dinamiche affettive.
Con una visione profonda e un’interpretazione personale, Petraglia offre al pubblico uno sguardo sincero sulla gioventù e le sue sfide, trasformando esperienze individuali in un racconto universale che risuona con la generazione attuale. La sua opera mette a confronto l’idealismo giovanile con le dure realtà della vita, lasciando una riflessione aperta su quanto sia necessario affrontare le proprie fragilità .
Distribuzione e produzione
L’albero è prodotto da Angelo Barbagallo per Bibi Film e sarà distribuito nelle sale italiane da Fandango Distribuzione. Con una messa in scena che promette di colpire il pubblico per la sua autenticità e profondità , il film si prepara a differenziarsi nell’ambito del panorama cinematografico contemporaneo. L’attenzione ai dettagli e la sensibilità con cui Petraglia affronta temi complessi sono elementi che potrebbero attrarre un pubblico ampio, desideroso di una narrazione avvincente che si faccia portavoce dei sentimenti e delle esperienze delle nuove generazioni.
Il supporto di una produzione esperta e di un team appassionato è fondamentale per il successo di questa opera prima, destinata a rimanere nella memoria di chi avrà la fortuna di vederla. Con la sua particolare attenzione ai temi della crescita emotiva e del reportage sociale, L’albero si propone non solo come un film da vedere, ma anche come un’esperienza trasformativa per il pubblico.