La situazione in Libano è nuovamente critica, con un aumento vertiginoso del numero delle vittime a causa degli attacchi aerei israeliani. Fadi Hajali, ambasciatore del Libano presso l’Unione Europea, ha rilasciato un’intervista a Euronews, denunciando un’evidente aggressione da parte di Israele e lanciando un appello urgente alla comunità internazionale affinché intervenga per fermare le ostilità.
Bilancio drammatico degli attacchi aerei
Nelle ultime 48 ore, il Libano ha registrato un numero di morti che supera le 500 unità, un dato impressionante che rappresenta quasi metà delle vittime totali registrate durante l’ultima guerra aperta nel 2006. Queste statistiche preoccupanti sono state sottolineate dall’ambasciatore Hajali, il quale ha definito l’eccezionale numero di vittime come “atroce” e “inaudito”. La gravità della situazione ha spinto Hajali a esprimere la speranza che la comunità internazionale si mobiliti per imporre una cessazione immediata delle ostilità, sottolineando che ciò che sta accadendo rappresenta una vera e propria minaccia esistenziale per il Libano.
Hajali ha comunicato che la portata dei bombardamenti israeliani ha avuto un impatto devastante sulla popolazione civile, elencando non solo i morti, ma anche le ferite e i traumi psicologici che molti stanno affrontando. In questo contesto, le rassicurazioni della comunità internazionale risultano insufficienti; l’ambasciatore ha esortato ad agire con maggiore determinazione e a non ignorare la catastrofe umanitaria in atto.
Necessità di sanzioni e azioni mirate
Nell’intervista, Hajali ha messo in evidenza l’importanza delle azioni dell’Unione Europea, riconoscendo il sostegno economico e umanitario ricevuto e le dichiarazioni di condanna espresse dal suo Alto rappresentante per gli Affari esteri, Josep Borrell. Tuttavia, l’ambasciatore ha chiesto che l’Unione Europea vada oltre le parole, suggerendo la necessità di sanzionare Israele per le sue azioni violente. Ha citato la Corte Internazionale di Giustizia, che ha già documentato le violazioni dei diritti umani da parte dello Stato israeliano.
Hajali ha quindi sollecitato un riesame delle relazioni tra l’Unione Europea e Israele, insistendo che le istituzioni e gli Stati membri devono considerare seriamente le trasgressioni. L’ambasciatore ha espresso fiducia nella capacità dell’UE di prendere provvedimenti concreti per garantire il rispetto dei diritti umani e per affrontare la situazione critica che il Libano sta vivendo.
Il conflitto: oltre Hezbollah
Un aspetto significativo evidenziato dall’ambasciatore Hajali è la distinzione errata che viene spesso fatta tra le azioni israeliane e le operazioni condotte contro Hezbollah, il gruppo militante che ha una forte influenza in Libano. Secondo Hajali, la narrativa proposta da Israele, che giustificherebbe i bombardamenti come attacchi mirati contro Hezbollah, è fuorviante. In realtà, le operazioni militari israeliane hanno colpito indiscriminatamente il territorio libanese e, di conseguenza, i civili.
Hajali ha dichiarato che il conflitto attuale è, in effetti, una guerra che investe l’intero Paese e la popolazione libanese, e non dovrebbe essere ridotto a un mero confronto tra Israele e Hezbollah. Ha affermato la necessità di un immediato stop alle ostilità, sottolineando che se la situazione dovesse continuare a deteriorarsi, la reazione della popolazione libanese sarà quella di unirsi nella denuncia di questa aggressione.
Inoltre, ha affermato che Hezbollah, pur essendo un attore politico rilevante nel panorama libanese, non giustifica l’uso della forza indiscriminata e l’attacco ai civili. La complessità della situazione è accentuata dalla presenza di un esercito libanese che, a detta di Hajali, si trova già sotto sforzo per garantire la sicurezza interna e non è in grado di opporsi efficacemente alle offensive israeliane.
La crisi attuale sottolinea le fragilità e le tensioni geopolitiche nella regione, rinnovando l’attenzione sulle dinamiche del conflitto che continuano a mettere a dura prova il Libano e i suoi cittadini.