L’Unione europea ha aperto un’indagine approfondita sull’acquisto pianificato dalla major discografica Universal di Downtown, etichetta indipendente di New York. L’operazione, valutata 775 milioni di dollari, suscita preoccupazioni sulla concorrenza in diversi Paesi europei. Il caso coinvolge due attori di rilievo nella musica globale e potrebbe modificare gli equilibri nel settore discografico internazionale.
Il ruolo di universal e downtown nell’industria musicale globale
Universal è una delle tre grandi case discografiche mondiali, insieme a Sony e Warner. Nel suo catalogo figurano artisti di fama mondiale come Taylor Swift e Billie Eilish. Downtown, invece, rappresenta una delle etichette indipendenti più influenti, fondata nel 2007 a New York. In diciotto anni Downtown ha ampliato il suo raggio d’azione, gestendo oltre 5mila clienti aziendali e supportando più di quattro milioni di creatori in ben 145 Paesi.
La strategia di universal
La strategia di Universal punta a rafforzare la sua presenza, sfruttando la popolarità e la base clienti di Downtown per aumentare il suo peso nel mercato globale. Il progetto prevede la fusione di Downtown con Virgin, una divisione interna di Universal, entro la seconda metà del 2025. Un’operazione pensata per ampliare il controllo della major su numerosi segmenti della filiera musicale.
L’intervento dell’antitrust europeo e le motivazioni dietro l’indagine
L’antitrust Ue è intervenuta a seguito di segnalazioni arrivate dalle autorità di Vienna e L’Aja. Inizialmente Universal aveva notificato l’operazione solo alle autorità olandesi, dato che il fatturato coinvolto risultava sotto le soglie previste dalle normative europee per un controllo comunitario automatico. Tuttavia, la portata transnazionale della fusione e i rischi per la concorrenza hanno indotto Bruxelles a farsi carico della valutazione.
Finalità dell’indagine
L’indagine mira a valutare se la concentrazione possa influire negativamente sulla competizione in mercati chiave, in particolare in Austria, Paesi Bassi e altri Stati membri. L’antitrust evidenzia come l’operazione possa ridurre i margini di scelta per artisti, produttori e distributori. Lo svolgimento dell’istruttoria implica che Universal dovrà attendere l’autorizzazione europea prima di completare la fusione.
Reazioni e implicazioni per il mercato musicale europeo
L’avvio dell’indagine Ue ha raccolto pareri da diverse parti interessate. Tra queste, Impala, l’associazione che rappresenta le etichette indipendenti europee, ha espresso preoccupazione riguardo a un possibile smorzamento della competizione nel mercato musicale. L’associazione ha infatti sottolineato come l’acquisizione rischi di accrescere eccessivamente il potere di Universal, penalizzando le realtà indipendenti e la varietà dell’offerta musicale.
Le autorità europee stanno dunque esaminando attentamente i dettagli dell’accordo, cercando di evitare un eccesso di concentrazione che potrebbe influire sul prezzo e sulla disponibilità dei servizi musicali nel Vecchio continente. Quest’episodio riflette la crescente attenzione delle istituzioni verso le grandi operazioni di fusione nel mondo dell’intrattenimento, segno che la musica rimane un settore dove la concorrenza ha ricadute economiche e culturali significative.