L’8 dicembre 2015 rappresenta una data emblematicamente importante nella storia della Chiesa Cattolica. In quel giorno, Papa Francesco ha compiuto un gesto simbolico ma di grande rilevanza: tre colpi di martello sulla Porta Aurea, nella Basilica di San Pietro, segnando l’inizio del Giubileo straordinario della Misericordia. Questo atto ha ridisegnato il significato del Giubileo, trasformando i consueti tempi di celebrazione e infondendo un nuovo spirito di perdono e apertura ai fedeli. L’evento, carico di significato, ha svelato l’intento di Bergoglio di spostare la prospettiva della comunità verso un’accoglienza attiva e una riflessione profonda sui valori della misericordia.
Un gesto che rompe le tradizioni
Tradizionalmente, il Giubileo era un evento che si verificava ogni 25 anni, come stabilito dalla cronologia ecclesiastica. La volontà di Papa Francesco di anticipare l’evento al 2015, tuttavia, ha dimostrato una visione più flessibile e inclusiva della fede. Compiere questo gesto simbolico di apertura, accanto alla rimozione del muro eretto nel 2000, ha voluto rappresentare una vera e propria rivoluzione. La demolizione del muro, che aveva segnato la chiusura del precedente Giubileo, simboleggiava non solo la liberazione dallo spazio fisico, ma anche da ideali di esclusione e di limitazione del perdono.
Il rituale della Porta Aurea prevede che il Pontefice entri per primo, portando con sé una candela nella mano destra e la croce patriarcale nella sinistra. L’ingresso attraverso questa porta è manutentore di significati antichissimi: è una porta della grazia e della misericordia, da sempre da considerarsi come un passaggio che consente di ricevere perdonanza.
La memoria storica e la continuità del Giubileo
La storicità del Giubileo non è da sottovalutare. La prima testimonianza ufficiale di cerimonie di apertura delle porte risale al XV secolo, dove era specificato che passare per la Porta Aurea della Basilica papale comportava la ricevuta di perdonanza dai peccati e dalle pene. Questo gesto ha, col tempo, assunto un significato spirituale profondo, portando con sé la necessità di una riflessione su ciò che significa ricevere la misericordia di Dio.
La volontà di Papa Francesco di rompere con la linearità tradizionale delle celebrazioni giubilari è una forma di richiamo alla Chiesa di tornare a essere un luogo di accoglienza. Attraverso questa apertura, il Papa ha invitato ciascun fedele a riflettere sulla propria vita, sulle proprie scelte e sul desiderio di ricevere e donare perdono. Questo Giubileo straordinario ha avuto l’obiettivo di affrontare con sincerità le fragilità della condizione umana, coltivando rapporti di ascolto e dialogo.
La chiusura della Porta Aurea: un nuovo capitolo
La Porta Aurea non è rimasta a lungo aperta: dal 20 novembre 2016, è stata richiusa e murata, segnando la fine di un periodo ricco di eventi e significati. La chiusura di questa porta, tuttavia, non va vista come un atto di esclusione, quanto più come il sigillo di un’importante esperienza vissuta da milioni di persone. Il Giubileo ha portato i fedeli a riavvicinarsi alla propria fede, incentivando pratiche religiose, come le confessioni e la partecipazione a momenti di preghiera comune.
I riflessi di quest’anno giubilare si sono diffusi in tutto il mondo, quasi a creare una comunità di intenti e sensibilità . Le parole di Papa Francesco hanno risuonato in ogni angolo della terra, ricordando a tutti che la misericordia non è solo un concetto, ma un modo di vivere e rapportarsi con gli altri. La chiusura della Porta Aurea ha quindi concluso questo capitolo, ma ha lasciato una traccia indelebile nella memoria collettiva della Chiesa e dei suoi membri, il cui percorso di riflessione sulla misericordia continua a vivere oltre la data di chiusura.
Ultimo aggiornamento il 23 Dicembre 2024 da Marco Mintillo