Nel cuore dell’Abruzzo, un gruppo di studenti coraggiosi ha lanciato un appello urgente per il riavvio di una delle strutture più importanti della loro area: il Museo Paludi di Celano. Durante l’open day della scuola secondaria Mazzini-Fermi, gli alunni delle terze sezioni E e F hanno coinvolto genitori e visitatori in un’iniziativa che punta a richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla chiusura di questo importante museo, ormai dimenticato. L’obiettivo è quello di riempire quel vuoto con la storia e la cultura che rappresenta non solo per la comunità locale, ma anche per il turismo dell’intera Marsica.
Un percorso educativo che unisce arte e attivismo
Gli studenti hanno mostrato con determinazione il frutto di mesi di lavoro, svolto in seguito a laboratori creativi che hanno abbracciato una varietà di discipline, dalla musica alle scienze, dall’arte alla storia. Oltre a esplorare il loro ambiente scolastico, questi ragazzi hanno mescolato apprendimento e responsabilità civica, portando a galla questioni che possono sembrare troppo grandi per le loro giovani spalle. Hanno scoperto come il loro museo, una vera e propria testimonianza di civiltà, sia stato abbandonato e come ciò influenzi la loro comunità.
Ricoprendo il ruolo di piccoli attivisti, gli studenti hanno preparato delle manifestazioni artistiche, utilizzando matite colorate per scrivere a gran voce il loro dolore e la loro frustrazione per la chiusura del museo. La loro strategia di coinvolgimento si è rivelata efficace, attirando l’attenzione di un pubblico curioso e desideroso di conoscere la storia di un luogo dimenticato e della cultura che esso racchiude.
La storia dimenticata del Museo Paludi di Celano
Fondato in un’area archeologica unica, il Museo Paludi di Celano si estende su una superficie di 5mila metri quadrati e custodiva una collezione di reperti che narravano la storia della Marsica. La struttura polifunzionale non era solo un semplice museo, ma anche un centro per laboratori di restauro e antropologia, una sala conferenze e spazi espositivi per mostre temporanee. Le sue collezioni documentavano varie epoche, dai villaggi palafitticoli dell’età del Bronzo fino a epoche romane, testimoniando un passato ricco e affascinante.
La chiusura del museo si inserisce in un contesto di disinteresse che perdura da anni, nonostante gli appelli ripetuti da parte della popolazione e delle associazioni turistiche locali. Gli alunni della Mazzini-Fermi hanno ricostruito la storia originaria del museo, arricchendo il loro intervento con immagini e video, proprio per riportare alla luce l’importanza di questo luogo di cultura, ora in uno stato di abbandono.
Il coinvolgimento delle istituzioni e il futuro del museo
Le voci degli studenti, guidati dalle insegnanti Anna Addari e Maria Pia Fina, hanno raggiunto anche la direttrice del museo attuale, la dottoressa Marina Nuovo, a capo della struttura dal dicembre 2019. Durante l’intervista, sono emerse difficoltà nella gestione dei fondi e delle risorse necessarie per riaprire il museo al pubblico, una notizia che non è passata inosservata agli alunni, i quali hanno avuto modo di comprendere la complicata realtà delle decisioni politiche e burocratiche.
Il futuro del Museo Paludi di Celano sembra incerto, ma la determinazione di questi giovani potrebbe rappresentare un vento di cambiamento. Questi ragazzi si sono impegnati non solo a far sentire la loro voce, ma anche a sensibilizzare una comunità su un tema di grande rilevanza. Rimane da vedere se i loro sforzi e l’eco della loro richiesta di riapertura riusciranno a toccare le coscienze di chi detiene le chiavi di questo tesoro culturale, mantenendo viva la storia di Celano e la sua indiscutibile importanza per il patrimonio abruzzese.
Ultimo aggiornamento il 16 Dicembre 2024 da Sofia Greco