Un’analisi condotta su un campione di circa 6.000 cittadini italiani rivela che le difficoltà nell’accesso alle pratiche digitali nella pubblica amministrazione sono significative. L’indagine, promossa dal Patronato Inca Cgil e realizzata dalla Fondazione Di Vittorio, ha portato alla luce una realtà preoccupante: il 92% degli intervistati si sente inadeguato nel gestire le pratiche digitali legate a istituzioni come INPS e INAIL. Michele Pagliaro, presidente del Patronato, ha commentato i risultati emersi, evidenziando l’importanza della relazione fisica tra cittadini e enti pubblici.
Le difficoltà nell’accesso alle pratiche digitali
L’indagine condotta ha rivelato che la maggior parte degli italiani si sente poco sicura nell’utilizzare pratiche digitali. Michele Pagliaro ha sottolineato come la digitalizzazione nel Paese non si sia sviluppata in modo unitario, portando a una situazione in cui le diverse pubbliche amministrazioni hanno avviato processi di digitalizzazione senza una visione complessiva. “È come se si stesse digitalizzando il cartaceo”, ha dichiarato Pagliaro, evidenziando che spesso la traduzione dei processi dal formato tradizionale a quello digitale non sia stata adeguata.
Questo approccio frammentato ha reso difficile per i cittadini navigare nel sistema, creando una barriera tra il pubblico e il privato. La mancanza di un’interfaccia utente intuitiva e di un supporto adeguato ha contribuito a rendere l’accesso alle pratiche digitali ancora più complesso. Per molti, questo porta a una sensazione di impotenza e confusione, aumentando l’inegolezza nell’accesso ai servizi pubblici.
Un confronto necessario per una digitalizzazione efficace
Pagliaro ha evidenziato la necessità di un confronto tra le istituzioni e i cittadini per garantire un’evoluzione positiva e inclusiva nella digitalizzazione dei servizi. Con l’emergere di tecnologie come l’intelligenza artificiale, è fondamentale considerare tematiche legate alla privacy e alla riservatezza dei dati. La crescente digitalizzazione deve avvenire con un occhio di riguardo verso i diritti fondamentali dei cittadini, assicurando che nessuno venga escluso dal processo.
Inoltre, è fondamentale che l’implementazione di servizi digitali non si limiti a un semplice passaggio da carta a digitale, ma che si costruiscano protocolli e sistemi che possano realmente rispondere alle esigenze della popolazione. “La digitalizzazione deve essere un’opportunità, non un ostacolo”, ha affermato Pagliaro, suggerendo che il miglioramento delle relazioni dirette tra i cittadini e la pubblica amministrazione possa fornire un’importante base per un’innovazione positiva.
Necessità di riforme nel sistema dei patronati
Michele Pagliaro ha messo in evidenza che il sistema dei patronati necessita di una ristrutturazione profonda per adattarsi alle nuove esigenze del digitale. La legge 152, che regola il settore, è stata concepita in un contesto in cui la digitalizzazione era ancora in fase embrionale. Pertanto, è essenziale rivedere e aggiornare questa normativa affinché possa rispecchiare le sfide e le dinamiche odierne.
La riforma proposta deve perseguire una maggiore efficienza e semplicità nel funzionamento dei patronati, con l’obiettivo di mantenere e valorizzare il rapporto diretto e consulenziale con i cittadini. Nel contesto di una crescente digitalizzazione, la facilitazione dell’accesso ai servizi e la rimozione degli ostacoli burocratici devono diventare priorità che procedano di pari passo, garantendo così un miglioramento nella qualità della vita e dei servizi erogati.
Il messaggio di Pagliaro è chiaro: per una digitalizzazione riuscita, è necessario non solo l’accesso ai nuovi strumenti, ma anche un’importante ristrutturazione dei sistemi esistenti, affinché tutti i cittadini possano godere di pari opportunità nei servizi pubblici.
Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina