La crescente incidenza delle patologie croniche, dovuta all’invecchiamento della popolazione, rappresenta una delle sfide più importanti per il sistema sanitario nazionale. In questo contesto, il senatore Guido Liris ha lanciato un appello urgente per la programmazione strategica delle cronicità, sottolineando l’importanza di una gestione integrata che coinvolga cure territoriali e domiciliari. L’importante dibattito ha preso luogo martedì pomeriggio a Palazzo Giustiniani a Roma, durante un convegno intitolato “Verso il nuovo piano nazionale cronicità: prospettive e proposte“, aperto dal ministro della Salute Orazio Schillaci.
Il convegno e i suoi protagonisti
L’incontro ha riunito esperti di alto profilo e specialisti del settore, nonché rappresentanti istituzionali di Camera e Senato, per discutere delle strategie future per affrontare le patologie croniche. Tra gli ospiti di spicco, tre primari dell’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila: Livio Giuliani, incaricato di Cardiologia e UTIC; Gian Luca Primomo, specialista in Pneumologia; e Luciano Mutti, primario di Oncologia e presidente del Gruppo Italiano per la Ricerca e la Terapia del Mesotelioma. Da menzionare anche Maria Concetta Fargnoli, direttore scientifico dell’IRCCS Istituto dermatologico San Galliano, che ha recentemente assunto un prestigioso incarico dopo anni di operato in Abruzzo.
Nel suo intervento, Liris ha chiarito che l’obiettivo è rendere il sistema sanitario sempre più accessibile e vicino ai cittadini. Questa necessità è accentuata dall’introduzione del DM 77, che sostituisce il DM 70, e prevede la creazione di Case e Ospedali di Comunità. Secondo Liris, tali strutture garantiranno una gestione qualitativa più efficiente dei pazienti, con un minore impatto finanziario per lo Stato.
L’importanza della cura sul territorio
Uno dei punti chiave trattati durante il convegno è l’importanza di offrire cure al di fuori degli ospedali. Liris ha evidenziato che la cura dei pazienti in contesti extra-ospedalieri si traduce in costi molto inferiori, permettendo al sistema sanitario di diventare più sostenibile. Grazie ai progressi tecnologici e scientifici, oggi esiste la possibilità di intervenire in modo precoce e personalizzato nelle malattie croniche, il che potrebbe portare a migliori risultati di salute.
Con il supporto delle nuove tecnologie e del digitale, l’approccio alla gestione delle malattie croniche può diventare preventivo e mirato. Liris ha affermato che questa metodica può assicurare una maggiore probabilità di guarigione per i pazienti, e in casi di patologie irreversibili, migliora la qualità della vita attraverso una gestione più efficace. Un cambiamento così profondo nella sanità rappresenterà una risposta concreta alle crescenti necessità di una popolazione che invecchia.
I temi discussi e i relatori presenti
Il convegno ha anche dato spazio a una seconda sessione intitolata “Le sfide del Piano Nazionale della Cronicità“, durante la quale hanno portato il loro contributo diverse autorità nel campo della sanità. Tra questi, Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, e Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Altri relatori rilevanti come Loreto Gesualdo, presidente della FISM, e Tonino Aceti, presidente di Salutequità, hanno offerto spunti importanti su come affrontare le sfide emergenti.
Particolare attenzione è stata dedicata alle malattie cardiovascolari, con interventi da parte di esperti come Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia, e Furio Colivicchi, allo scopo di far luce sulle problematiche legate allo scompenso cardiaco e all’amiloidosi. Anche le malattie dermatologiche hanno avuto un focus dedicato, con contributi da parte di professionisti noti nel campo.
L’incontro ha evidenziato come sia fondamentale continuare a discutere e ricercare soluzioni efficaci per affrontare le patologie croniche, promuovendo un sistema sanitario che metta al centro il benessere del cittadino. L’attenzione alle innovazioni e ai nuovi modelli di cura rende evidente la necessità di una pianificazione strategica in grado di migliorare l’approccio alla salute pubblica.