L'Aquila: discussioni sui criteri di ripartizione del fondo montagna per il sostegno ai comuni

L’Aquila: discussioni sui criteri di ripartizione del fondo montagna per il sostegno ai comuni

Le recenti decisioni sulla ripartizione del fondo montagna in Abruzzo suscitano preoccupazioni tra i comuni, evidenziando la necessità di un approccio inclusivo e attento alle esigenze locali.
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L'Aquila: discussioni sui criteri di ripartizione del fondo montagna per il sostegno ai comuni - Gaeta.it

Le recenti decisioni riguardanti la ripartizione del ‘fondo montagna’ hanno suscitato reazioni tra i rappresentanti degli enti locali in Abruzzo. La definizione dei criteri, concordati tra l’assessore regionale Santangelo e le associazioni Anci, Upi e Uncem, è vista favorevolmente, ma ci sono alcune preoccupazioni che meritano attenzione. In particolare, la richiesta di considerare anche diverse forme di pratiche sportive e il supporto a realtà con maggiore necessità sono al centro del dibattito.

L’importanza del fondo montagna per i comuni

Il fondo montagna riveste una grande importanza per i comuni delle aree montane, che spesso devono affrontare sfide uniche rispetto ai centri urbani. La riduzione della popolazione, insieme a problematiche legate all’accesso ai servizi, rendono necessaria una maggiore attenzione da parte delle autorità regionali e nazionali. Le iniziative su cui si è concordato sono un passo in avanti, ma la loro applicazione deve essere attenta e inclusiva.

Angelo Radica, presidente della sezione abruzzese dell’associazione Autonomie Locali Italiane , ha evidenziato la necessità di ampliare il raggio d’azione del fondo per includere non solo le tradizionali strutture di risalita, ma anche impianti per il turismo invernale sostenibile, come lo sci di fondo. Queste attività possono rappresentare una risorsa preziosa per risollevare l’economia locale, attirando visitatori anche nei periodi di bassa stagione, favorendo così una valorizzazione del territorio.

Critiche alla gestione del tavolo istituzionale

Nel corso delle sue dichiarazioni, Radica ha espresso rammarico per l’assenza di una rappresentanza dei piccoli comuni montani al tavolo in cui sono stati discussi i criteri di allocazione dei fondi. La mancanza di un confronto diretto limita la possibilità di apportare idee e suggerimenti utili, soprattutto per quanto riguarda i servizi sociali e sanitari. I costi più elevati per l’accesso a tali servizi, insieme alla presenza di una popolazione più anziana in queste aree, richiedono un’attenzione particolare, che al momento non sembra adeguatamente soddisfatta.

La richiesta di coinvolgimento da parte di ALI è stata reiterata più volte, ma senza un riscontro significativo. Questo porta a una riflessione sull’importanza della cooperazione e del dialogo tra le diverse realtà, che spesso si trovano a competere per risorse limitate. L’auspicio è che si possa giungere a un dialogo costruttivo, dove le voci di tutti i comuni, anche quelli più piccoli, siano ascoltate e integrate nelle decisioni strategiche a livello regionale.

Un appello alla distinzione tra politica e ruolo istituzionale

Radica ha sottolineato la necessità di separare le appartenenze politiche dalle responsabilità istituzionali, soprattutto in un contesto così delicato come quello dei servizi e dei finanziamenti per le comunità. La sua affermazione mette in evidenza come il dialogo dovrebbe superare le divisioni politiche e concentrarsi sul benessere delle comunità locali. Il sostegno e la promozione dell’unità tra i vari enti potrebbero portare a risultati più efficaci e a un utilizzo più lungimirante delle risorse disponibili.

Considerando il contesto abruzzese, è essenziale che i decisori politici si rendano conto dell’importanza di un approccio inclusivo e creativo per affrontare le sfide che i comuni montani devono affrontare. Solo così sarà possibile garantire un futuro sostenibile per queste aree, valorizzandone le straordinarie risorse naturali e umane.

Ultimo aggiornamento il 5 Febbraio 2025 da Sara Gatti

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